New York potrebbe avere il suo “muro mobile” di protezione, lungo 10 chilometri, per proteggersi dalle tempeste oceaniche e dalle inondazioni. È ancora vivo il ricordo dell’uragano Sandy che, nel 2012, devastò la costa e la città, provocando 72 morti e danni per 62 miliardi di dollari. Da allora sono stati spesi 14 miliardi di fondi federali per risollevare la città e prepararla a nuovi uragani.
La barriera, alta più di 6 metri, potrebbe essere costruita all’altezza del porto di New York, da Rockaways a sud di Staten Island, lontano dalla vista dei turisti per non rovinare il panorama oceanico che si apre a sud di Manhattan e lungo l’Hudson e l’East River. Il modello di riferimento potrebbe essere quello costruito dai russi per proteggere il porto di San Pietroburgo: una barriera mobile che scorre lateralmente, lungo “binari”, in caso di emergenza. Il costo sarebbe intorno ai 119 miliardi di dollari, ma non è ancora chiaro se verrà e a chi spetteranno le spese.
La barriera servirebbe a proteggere anche il monumento americano più famoso al mondo, la Statua della Libertà, che si trova in acque del New Jersey. Il genio militare sta andando avanti con il progetto: quello del “muro mobile” sarebbe il più grandioso tra i cinque presi in esame.
Il progetto, però, divide i newyorkesi: alcuni pensano che un muro, costruito lontano, non salverebbe la città, altri temono che un muro costruito vicino a New York farebbe perdere un po’ di magia, altri ancora hanno manifestato perplessità per una soluzione considerata “miope e troppo semplicistica”, con la colata di cemento che rovinerebbe l’ambiente. Ma gli ingegneri dell’esercito ritengono che potrebbe essere una soluzione inevitabile, legata all’ipotesi dell’arrivo di un nuovo super uragano, legato al surriscaldamento del pianeta e all’innalzamento degli oceani. Entro i prossimi cento anni il livello dell’Atlantico, che bagna New York, potrebbe alzarsi di oltre 50 centimetri. Senza una barriera, potrebbe prospettarsi una nuova catastrofe.