Da settimane, ormai, si parla di emergenza smog in molte città italiane. Da Torino a Roma si cerca di correre ai ripari per abbassare i livelli di pm10 nell’aria che respiriamo. Ma è effettivamente così? E soprattutto, i rimedi e le misure messe in atto dagli amministratori locali sono i più giusto e servono davvero a qualcosa? Lo abbiamo chiesto al prof. Francesco Battaglia, docente di chimica-fisica e già docente di chimica dell’ambiente all’Università di Modena.
A Roma, dopo intere settimane in cui i livelli di smog hanno fatto registrare dati ai limiti dell’emergenza, il sindaco Virginia Raggi ha deciso il blocco per tutti i Diesel, Euro 6 compresi. Ma i livelli di pm10 continuano a salire. Perché? Il blocco del traffico è davvero una misura utile?
“Innanzitutto non v’è alcuna emergenza. I limiti stessi sono eccessivamente bassi. Fossero stati posti ad un valore triplo si sarebbe stati entro valori che, pur non preoccupanti per la salute, sarebbero stati di legge. Non si capisce neanche perché sono bloccate le auto diesel: cos’hanno di speciale rispetto alle altre? Polveri sottili dalle auto vengono dall’attrito della gomma sul selciato e da quello del sistema frenante. In ogni caso, il motore diesel non è più inquinante di quello a benzina. Poi, c’è da dire che d’inverno il principale contributo al pm10 viene dalle caldaie condominiali, molte delle quali alimentate a gasolio e da forni e sistemi di riscaldamento a legna. Il blocco del traffico, fosse totale, ma proprio totale, diminuirebbe i pm10 del 30%. Ma totale non è: quindi la misura è irrilevante sullo smog ma dà gran fastidio a molti che lavorano”.
Quali sono le cause degli alti livelli di inquinamento atmosferico raggiunti a Roma, ma anche in altre città della penisola, Milano e Torino in primis?
“Detto sopra: non vi sono “alti” livelli d’inquinamento, ma solo livelli fuori-legge determinate da leggi sciocche”.
Quali possono essere le conseguenze sulla salute pubblica?
“Se i livelli d’inquinamento fossero alti, vi possono essere problemi respiratori, maggiormente sentiti da bambini o asmatici. L’inquinamento va ridotto al massimo, ma mai in contrasto con le nostre attività. Chi usa l’auto non lo fa per capriccio, ma per lavoro. L’incapacità degli amministratori è evidente proprio in misure insignificanti per affrontare un finto problema“.
Quali rimedi e quali misure possono essere considerate efficienti e sicure nella corsa ai ripari contro lo smog?
“Nel caso si decidesse che anche gli attuali livelli d’inquinamento non sono accettabili, allora, posto che, come detto, un impossibile blocco totale delle auto lo ridurrebbe del 30% appena, è evidente che bisogna fare altro. Cito alcune cose.
Se Roma, Milano, Torino disponessero di reattori nucleari, il riscaldamento degli edifici sarebbe elettrico: un buon 30% d’inquinamento invernale sarebbe ridotto. Quindi, urge tornare al nucleare.
Se queste grandi città avessero la rete di metropolitana capillare che hanno le altre grandi città europee, la metà degli automobilisti preferirebbe la metro, ottenendo così un ulteriore 15% d’inquinamento antropico. Inoltre il traffico sarebbe meno congestionato. Quindi: grandi opere urbane sul fronte metropolitane.
A differenza delle altre città europee, le nostre città mancano di parcheggi multipiano o sotterranei. Togliere le auto parcheggiate dalle strade snellirebbe vieppiù il traffico ed eviterebbe l’inquinamento generato dalle file di auto in coda.
Ridurre i limiti di velocità in città a 30 km/h e far rispettare i limiti. Traffico più veloce comporta maggiore inquinamento. Vi sarebbe aggiuntivo vantaggio sulla sicurezza: un pedone investito a 60 km/h è come se cadesse da 15 metri d’altezza, mentre investito a 30 km/h è come se cadesse da 3 metri.
Tutte queste misure, ridurrebbero l’inquinamento antropico della metà. Azzerarli è impossibile. In ogni caso, oggi abbiamo fatto grandi progressi rispetto a uno o due secoli fa, quando il contributo antropico all’inquinamento era molto più pesante”.