A Messina una giovane fotografa, la prima al mondo, è riuscita a documentare nel significato intrinseco della parola cosa significa fotografia. Il termine fotografia deriva dalle parole greche “phos” luce e “graphè” grafia, (scrittura di luce) e la fotografa Elisabetta Pandolfino è riuscita a dimostrare che è possibile realizzare una scrittura di luce. La fotografa ha inventato una nuova tecnica, denominata “Scatto Mentale”: si tratta di una tecnica che non ha precedenti al mondo e che consiste nel realizzare immagini attraverso una fonte luminosa. Nello Scatto Mentale di Elisabetta Pandolfino la macchina fotografica diventa una penna, grazie alla quale pensieri e proiezioni mentali si trasformano in realtà. Abbiamo incontrato la 38enne nel suo studio fotografico di Messina: una “piccola galleria” in cui Elisabetta ci ha mostrato con orgoglio le sue creazioni.
Elisabetta è una professionista intraprendente e dallo spiccato talento. Nella sua carriera ha già ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui anche la partecipazione al “Taormina Film Festival 2018” e al congresso medico “Birth” dove ha avuto occasione di presentare le sue opere.
Cos’è lo Scatto Mentale
Lo Scatto Mentale è una tecnica innovativa e unica nel suo genere, in cui oltre ad un’ottima padronanza della macchina fotografica occorre anche una considerevole capacità mnemonica.
Il set ideale per lo Scatto Mentale è al buio, di fronte ad una fonte di luce, che può essere la luna o anche un candela. Elisabetta allunga il punto di posa, punta alla fonte luminosa e crea la sua opera d’arte: si tratta di scatti unici e irripetibili. Quando la fotografa esegue lo scatto, non lo vede più, perché la macchina fotografica è in posa B.
Una nuova forma di comunicazione: Elisabetta crea ciò che non esiste
La fotografa messinese con la sua macchina fotografica è riuscita a trasformare idee e immagini in parole. È come se la macchina fotografica diventasse una penna o una matita. Elisabetta fotografa qualcosa che non esiste in realtà, ma che prende forma nel suo scatto. La fonte di luce diventa inchiostro, per la realizzazione di una scritta o un disegno che ha immaginato, riuscendo a impressionarlo come una nuova forma di comunicazione.
Alquanto impensabile che una giovane donna, dopo 180 anni dalla nascita della fotografia, potesse riuscire a creare ciò che non si vede ancor prima dello scatto.
Una scoperta nel campo della fotografia
“Il termine fotografia– spiega Elisabetta Pandolfino– deriva dalle parole greche “phos” luce e “graphè” grafia, (scrittura di luce).
Vi siete mai chiesti, chi realmente abbia dimostrato, di scrivere con la luce nel senso intrinseco della parola, direttamente con un solo scatto, da una macchina fotografica tra le mani?
La risposta- prosegue la fotografa- si può trovare soltanto, dopo aver confrontato, quello che è stato documentato sino ai giorni d’oggi, nella storia della fotografia e dell’arte.
Anche se, non possiamo fermarci al termine etimologico della parola, giacché la fotografia è un argomento interessante, dalle molteplici utilità, molto più vasto.
Da una spiegazione dettagliata di tale scatto si evince, come nei vari trattati di fotografia non è stato mai documentato e dimostrato come scrivere nel senso intrinseco del termine realmente da una macchina fotografica tra le mani puntando una qualsiasi fonte luminosa, in maniera non astratta ma comprensibile come avviene nello “scatto mentale”, è per tutti questi motivi che si può definire scoperta nel campo della fotografia.
Soltanto analizzando e paragonando altre tecniche esistenti, ed esaminando alcune foto si può capire come lo scatto mentale prevede difficoltà non indifferenti, a cospetto di ciò che sino ad oggi sia stato documentato nella fotografia sperimentale”.
La nuova frontiera delle neuroscienze
Tra i fattori predominanti per la riuscita dello “Scatto Mentale” si evincono le utilità:
1) Scoperta giacché tale, potrebbe essere oggetto di studio e approfondimento nel settore della ripresa fotografica.
2) Approfondimento da parte di scienziati della mente, per capire cosa avviene realmente durante l’esecuzione dello scatto.
3) Approfondimento della mente del determinismo alla creatività.
4) Scatti tramutati, in opere d’arte, poiché realizzate con uno scatto in unica soluzione a mano libera.
Lo Scatto Mentale di Elisabetta Pandolfino è una tecnica che meriterebbe un approfondimento nel campo scientifico, nell’ambito di più discipline di studio, come la fisica e la medicina. Al momento Elisabetta, reduce dalla partecipazione al programma Rai “I soliti Ignoti” e a seguito di un servizio andato in onda sul TG 1, ha ricevuto inviti per eventi, artistici e non, che si svolgeranno sia all’estero che in Italia. Nell’intervista rilasciata ai nostri microfoni la fotografa non nasconde però l’amarezza per la scarsa attenzione riservatele invece dalle istituzioni cittadine e dagli ambienti accademici.