Continua a salire il numero delle persone evacuate o sfollate nell’area del vulcano Taal. Sono ormai 300.000, nei sei Comuni completamente abbandonati di Agoncillo, Laurel, Lemery, Taal, Talisay e San Nicolas, di cui quasi la metà (42%) bambini, e si prevede che il numero aumenterà ulteriormente, annuncia Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro. Solo nei primi due giorni erano stati oltre 20.000 i bambini costretti a lasciare la “zona pericolosa” di 14 km attorno al vulcano.
“Intere città e villaggi all’interno della “zona pericolosa” sono stati abbandonati e coperti da ceneri vulcaniche nocive. L’isola ora è stata dichiarata “terra di nessuno” dal presidente Rodrigo Duterte e circa 1.000 persone che risiedono lì potrebbero non essere più in grado di tornare” dichiara Jerome Balinton, Responsabile per la risposta alle emergenze di Save the Children Filippine. L’improvviso spostamento di così tante persone sta mettendo a dura prova le comunità ospitanti. Molte famiglie stanno con amici o parenti mentre altre cercano rifugio nei limitati e poco salubri centri di evacuazione in cui il rischio di malattie è elevato, specialmente tra i bambini. C’è urgente bisogno di acqua pulita, latrine e accesso all’assistenza sanitaria di base.”
“Nel frattempo continua l’attività vulcanica e gli scienziati avvertono che l’eruzione più grande potrebbe ancora arrivare. Intere comunità, molte delle quali vivono grazie al turismo, sono state devastate, perché oltre ad essere costrette a lasciare le proprie case, ora si ritrovano senza mezzi di sussistenza. Per i più piccoli con cui abbiamo parlato una delle maggiori preoccupazioni è perdere la scuola. Save the Children sta allestendo due spazi a misura di bambino nelle aree interessate, gestiti da professionisti nella protezione dei minori, in cui i bambini possono imparare e giocare mentre ricevono supporto emotivo per aiutarli a superare il trauma subito. Inizieremo anche a distribuire materassini, coperte, zanzariere e altri oggetti di uso quotidiano essenziali alle famiglie di sfollati” conclude Jerome Balinton.