È delle ultime ore la notizia secondo cui il cane di un paziente affetto da coronavirus ad Hong Kong sia risultato “lievemente positivo” ai test. La notizia è ampiamente sulle pagine di tutti i giornali, ma ha scatenato un putiferio tra chi sostiene che si tratti solo di una fake news. Ma andiamo per gradi.
L’Agriculture, Fisheries and Conservation Department (AFCD) di Hong Kong ha dichiarato di essere stato allertato sul cane di un paziente infetto che vive a Tai Hang nella giornata di mercoledì 26 febbraio e che l’animale è stato immediatamente mandato in una struttura dedicata alla cura dei cani, dove rimarrà sotto osservazione e in isolamento per 14 giorni. L’AFCD ha dichiarato che l’animale non mostra alcun sintomo. “Al momento, l’AFCD non ha evidenze che suggeriscano che gli animali domestici possano contrarre il coronavirus o essere una fonte di infezione per le persone”, ha dichiarato il governo di Hong Kong in un comunicato stampa.
Saranno però condotti ulteriori test per confermare se il cane sia stato davvero infettato dal virus o se si sia trattato solo di una contaminazione ambientale della sua bocca e del suo naso. Sono stati raccolti campioni orali, nasali e rettali per i test, che saranno ripetuti più volte. L’animale potrà tornare ai suoi proprietari solo quando i risultati si riveleranno negativi. Se confermato, il cane sarebbe il primo caso di un animale domestico che contrae il coronavirus, nel bel mezzo di un’epidemia che sta interessando il mondo.
Si ritiene che il cane appartenga ad un membro del Jockey Club, affetto da coronavirus, riporta il South China Morning Post. Anche la collaboratrice domestica del paziente è risultata positiva ai test. Queste due persone fanno parte dei 94 casi di coronavirus riportati finora ad Hong Kong, dove ci sono state anche due vittime.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), non ci sono evidenze che gli animali da compagnia, come cani e gatti, possano contrarre il coronavirus. “Tuttavia, è sempre una buona idea lavare le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali”, si legge sul sito web dell’Oms. Una portavoce dell’AFCD ha dichiarato che i pazienti infetti sono fortemente raccomandati di mettere i loro animali domestici mammiferi in quarantena nelle strutture apposite per assicurare la salute pubblica e degli animali.
In Cina era già stata Li Lanjuan, esperta della Commissione Sanitaria (Nhc) della Cina, in diretta televisiva, settimane fa, a spiegare che “Se gli animali domestici entrano in contatto con i pazienti sospettati di contagio, dovrebbero essere messi in quarantena“. Secondo Li Lanjuan, il contagio può avvenire molto facilmente tra mammiferi: “In questa stagione di epidemia i proprietari di animali domestici devono rafforzare il controllo su di loro. “Se i tuoi cani corrono fuori e vengono a contatto con l’epidemia o le persone infette dal virus, anche i tuoi animali domestici devono essere messi in quarantena. Perché l’epidemia si diffonde tra i mammiferi, quindi dovremmo prendere precauzioni anche contro altri mammiferi“.
Come evidente, la notizia del cane positivo è stata resa nota ufficialmente ieri dal governo di Hong Kong e riportata dalle più importanti agenzie di stampa, tra cui Reuters. Vengono citate fonti autorevoli e forniti dettagli e particolari della vicenda. La storia ha trovato anche ampio risalto sulla stampa internazionale. Tra le importanti testate che ne hanno dato notizia, ci sono New York Post, Time, China South Morning Post, Jakarta Post, Bloomberg, US News e molti altri.
Eppure, nonostante questo, tanti ignoranti parlano di bufala, fake news e allarmismo. Evidentemente ne sono ossessionati. È paradossale immaginare che tra questi ci siano indubbiamente anche molti di coloro che nei giorni scorsi hanno svuotato gli scaffali dei supermercati senza alcuna ragione, o altri che comprano la mascherina Fendi da 190 euro (tra l’altro totalmente inutile) e che solo per il Coronavirus hanno scoperto l’esistenza dell’Amuchina, ma anche quelli che sostengono che il virus non sia pericoloso, che le misure adottate siano esagerate, che si tratti solo di una semplice influenza, e l’elenco delle stupidaggini potrebbe andare avanti ancora a lungo.
Quindi, da un lato, ci sono i terrorizzati dal coronavirus che si abbandonano a comportamenti irrazionali; dall’altro, gli immancabili teorici del complotto, secondo cui è tutta un’esagerazione della stampa oppure un disegno per favorire le case farmaceutiche o ancora chissà quale losco piano di controllo della popolazione.
L’emergenza coronavirus nel mondo non l’hanno di certo inventata i giornalisti. I numeri di questa epidemia, che ha il potenziale di trasformarsi in pandemia, sono drammatici con 83.000 contagiati e più di 2.800 morti, cifre destinate purtroppo ad aumentare considerata l’espansione del contagio che si sta verificando in Europa e i pericolosi focolai in Italia, Iran e Corea del Sud. Sono settimane importantissime per il controllo dell’epidemia non solo in Italia, ma anche negli altri stati. Intere città sono state messe in quarantena (in Cina questa misura ha coinvolto decine di milioni di persone), con ricadute economiche e sociali pesantissime. La stampa di tutto il mondo segue con costanti aggiornamenti l’evolversi della situazione. Eppure c’è chi ancora sostiene si tratti di bufale e allarmismo. Viene proprio spontaneo chiedersi se queste persone non meritino di tornare all’epoca dei piccioni viaggiatori: lì sì che avrebbero notizie sempre aggiornate, in tempo reale e soprattutto di cui fidarsi.