“Lo ammetto: non ci capisco più niente. Chiedo aiuto ai colleghi Pier Luigi Lopalco e Walter Ricciardi“: lo ha scritto sul suo profilo Twitter il virologo Roberto Burioni, riferendosi alla scelta delle autorità sanitarie della provincia cinese di Hubei, epicentro dell’epidemia di nuovo Coronavirus, di adottare un nuovo sistema di diagnosi, facendo così aumentare notevolmente il numero delle persone contagiate e delle vittime.
“La Cina è un Paese enorme e in una parte del suo territorio una commissione interna aveva dato una serie di indicazioni nel calcolo dei casi positivi in contrasto con l’Oms, ovvero non venivano conteggiati anche i positivi asintomatici. Ora si sono rimessi alle indicazioni dell’Oms e chiaramente c’è stata un’impennata dei casi. Ma non ci deve essere allarme”, ha spiegato all’AdnKronos Salute Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma e rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo Ricciardi, “la Cina sta riconquistando il rigore che francamente era mancato all’inizio, forse sull’ansia di volere fare le cose velocemente. Dobbiamo sempre vigilare ma mi pare che ora conteggio dei casi è sostanzialmente rispettato“.
Coronavirus, cambiano i criteri diagnostici: in un solo giorno quasi 15mila nuovi casi e 242 morti in Hubei
Oltre 1.350 morti per il Coronavirus in Cina, dopo i 242 decessi registrati nella sola giornata di ieri nella provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia: è l’aggiornamento quotidiano dell’autorità sanitaria locale, che ha segnalato anche 14.840 nuovi contagi del virus denominato Covid-19 in Hubei.
Si tratta di una brusca impennata di casi rispetto al giorno precedente: tiene conto delle regole di conteggio aggiornate che includono i “clinicamente diagnosticati“, che “pesano” per 13.332 casi nella classificazione rivista.
Le autorità hanno spiegato che la modifica è stata apportata per consentire ad un numero maggiore di pazienti di ricevere il trattamento uguale a quello di un caso confermato.
Si tratta di una decisione in linea con l’indicazione della scorsa settimana della Commissione nazionale di sanità di Pechino che ha ampliato la definizione di casi “clinicamente diagnosticati” per includere i casi sospetti che non hanno mostrato indicazioni certe della malattia.
Non è chiaro il motivo che ha spinto l’Hubei ad attuare adesso la procedura, alimentando i sospetti che i numeri dell’epidemia siano maggiori rispetto a quanto finora riferito.
Le autorità di Pechino hanno rimosso i capi del partito comunista cinese della provincia di Hubei e della città di Wuhan: lo ha reso noto l’emittente Cctv, sottolineando che i due potrebbero aver cercato di nascondere le notizie iniziali sulla diffusione del virus. Come spiega Xinhua, il segretario del partito comunista di Hubei, Jiang Chaoliang, 61 anni, è stato sostituito da Ying Yong, 61, già sindaco di Shanghai. Il Global Times riferisce che anche il capo del partito comunista cinese di Wuhan, Ma Guoqiang, 56 anni, è stato rimosso e sostituito con Wang Zhonglin, 57, segretario del partito di Jinan, capoluogo della provincia di Shandong.