Antartide, ecco perchè i +18,3°C di Base Esperanza non c’entrano niente con il clima e i cambiamenti climatici

Clima, il dato di +18,3°C a Base Esperanza in Antartide è stato provocato da fenomeni meteorologici locali e non può essere considerato un parametro utile per analisi di tipo climatico
Base Esperanza Antartide
MeteoWeb

Il 7 Febbraio scorso si è diffusa sui media, social e stampa, in maniera generalizzata la notizia che a Base Esperanza (base argentina nella Penisola Antartica, 63°24′ S – 56°59′ W) si è misurata una temperatura di +18,3°C. Questo ha dato la stura, se ce ne fosse stato ancora bisogno, di discussioni sul Clima planetario e le sue modifiche. A distanza di qualche giorno, passata la “sbornia mediatica”, c’è lo spazio per fare alcune considerazioni. Innanzi tutto si è scatenata una bagarre su un dato di un giorno e si sono fatte discussioni e tratte conclusioni sul Clima futuro. È come discutere di come andrà una partita di calcio, da una foto presa casualmente; la Penisola Antartica non è tutto l’Antartide. Poi c’è una grande confusione tra Meteorologia e Climatologia. La prima è la scienza che studia le situazioni del cielo, in un dato luogo ed istante, valutandone le evoluzioni a breve termine. Mentre la seconda, per un dato luogo, studia la media (in un dato periodo) delle condizioni meteorologiche registrate. Per l’intero Pianeta, il Clima è la media delle condizioni meteo registrate (con reti di monitoraggio). La variazione dei valori medi planetari è indice di un “Cambiamento Climatico Planetario” o Global Change. Il WMO definisce Variazione Climatica, la stabilità delle nuove condizioni per almeno un trentennio.

Il nostro Pianeta è un Sistema Complesso Non Lineare. Cioè, su una grandezza meteorologica influiscono più grandezze e la sua variazione, nel tempo, è frutto di queste influenze. Le singole relazioni che legano le grandezze, non hanno un andamento lineare, cioè facilmente misurabile ed estrapolabile a valori futuri (previsione), ma hanno andamenti che riusciamo a descrivere con equazioni, o sistemi di equazioni, non lineari. L’andamento nel tempo di una grandezza, quindi, lo possiamo valutare solo con modelli ed algoritmi che per la natura dei fenomeni e le dimensioni del nostro Pianeta, possono solo essere approssimativi. Gli studi, pertanto, sono soggetti a continui ripensamenti ed è difficile avere, allo stato attuale delle conoscenze, risultati certi. Far uscire questi concetti dal chiuso dei centri di ricerca e farlo circolare tra un pubblico, non acculturato sull’argomento, distratto da altri problemi, o peggio, volutamente indirizzato su conclusioni non corrette, ha portato un grande diffondersi di notizie contraddittorie e purtroppo fake news.
In giro si sete affermare che il volume complessivo del ghiaccio antartico sta diminuendo. Ma si guardi la News che la NASA sul suo sito ha pubblicato nel Novembre 2015.
Non sembra essere così.
Quindi, il compito della scienza e dei media, strumenti importanti della diffusione della conoscenza al pubblico non specializzato, sta nel riportare sempre sulla giusta via le informazioni. Non può esistere una “linea politica” sui fenomeni fisici. E le indicazioni definitive in temi come il Clima Planetario non esistono.
Per quanto riguarda il dato di temperatura a Base Esperanza può essere spiegato con fenomeni locali di vento in caduta dal Plateau Antartico (effetto favonico o Föhn), ma ci sarà tempo per capire meglio cosa sia stato e stia succedendo.
Quello che sicuramente dobbiamo fare è conservare il nostro Pianeta ed “avere cura della nostra casa comune” (Lettera Enciclica Laudato sì – papa Francesco).

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