L’emergenza Coronavirus sta degenerando nel mondo intero. Oggi il numero di casi di coronavirus al di fuori della Cina ha superato per la prima volta quelli all’interno del paese, secondo l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms). “Gli improvvisi aumenti di casi in Italia, nella Repubblica islamica dell’Iran e nella Repubblica di Corea sono profondamente preoccupanti”, ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus durante una riunione tenutasi ieri a Ginevra. Tedros ha aggiunto che ora ci sono casi legati all’Iran in Bahrain, Iraq, Kuwait e Oman e all’Italia in Algeria, Austria, Croazia, Germania, Spagna e Svizzera. Ieri anche il Pakistan ha confermato i suoi primi due casi di coronavirus, in pazienti che avevano recentemente viaggiato in Iran.
“Una squadra congiunta dell’Oms e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e’ arrivata a Roma per rivedere le misure di sanita’ pubblica messe in atto e fornire supporto tecnico”, ha dichiarato Tedros, annunciando che nel fine settimana una squadra dell’Oms arrivera’ anche in Iran. “L’Oms non puo’ fornire un’adeguata guida alla salute pubblica senza dati disaggregati e linee dettagliate”, ha sottolineato Tedros. “Stiamo comunicando direttamente con i ministri, ci sono alcuni miglioramenti ed esortiamo tutti i paesi a condividere immediatamente questi dati con l’Oms”, ha spiegato.
L’aumento dei casi al di fuori della Cina ha spinto alcuni media e politici a esercitare pressioni per dichiarare una pandemia, ha riferito l’agenzia delle Nazioni Unite. “Non dovremmo essere troppo ansiosi di dichiarare una pandemia senza un’analisi attenta e chiara dei fatti”, ha aggiunto, ricordando che l’Oms aveva gia’ dichiarato il piu’ alto livello di allarme: un’emergenza di sanita’ pubblica di interesse internazionale.
“L’uso della parola pandemia con noncuranza non ha alcun beneficio tangibile, ma presenta un rischio significativo in termini di amplificazione della paura e dello stigma e di paralisi dei sistemi. Potrebbe anche segnalare che non possiamo piu’ contenere il virus, il che non e’ vero”, ha ribadito il capo dell’Oms. Tedros ha inoltre rimarcato che la lotta potrebbe essere vinta “se facciamo le cose giuste”. Pur affermando che “non esiteremo a usare la parola pandemia se si tratta di una descrizione accurata della situazione”, Tedros ha dichiarato che l’Oms sta monitorando l’epidemia 24 ore su 24, coinvolgendo esperti interni ed esterni, e non ha rilevato “nessuna sostenuta e intensiva trasmissione di questo virus, ne’ malattia grave o morte su larga scala”.
La Cina ha meno di 80 mila casi in una popolazione di 1,4 miliardi di persone. Nel resto del mondo, ci sono 2.790 casi, in una popolazione di 6,3 miliardi. “Non fraintendetemi, non sto minimizzando la gravita’ della situazione, o la possibilita’ che diventi una pandemia: ogni scenario e’ ancora sul tavolo”, ha avvertito Tedros. Il capo dell’Oms ha poi dichiarato: “L’obiettivo principale di tutti i paesi con casi deve essere quello di contenere il virus e tutti quelli che abbiano o meno casi devono prepararsi a una potenziale pandemia”. “Non e’ il momento di compiacersi”, ha sottolineato Tedros, “questo e’ un momento di continua vigilanza”. Il capo dell’Oms ha affermato che “il messaggio chiave che dovrebbe dare a tutti i paesi speranza, coraggio e fiducia e’ che questo virus puo’ essere contenuto”.
“Non stiamo solo combattendo per contenere un virus e salvare vite. Siamo anche in lotta per contenere il danno sociale ed economico che una pandemia globale potrebbe causare”, ha spiegato Tedros. L’Oms sta infatti lavorando con la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale (Fmi) per stimare il potenziale impatto economico del coronavirus. Sottolineando che la cooperazione e’ fondamentale, le agenzie delle Nazioni Unite stanno lavorando in stretta consultazione e collaborando con altri partner per aiutare gli stati a garantire che le misure sanitarie siano attuate in modo da ridurre al minimo le interferenze inutili con il traffico e gli scambi internazionali. “La risposta del turismo deve essere misurata e coerente, proporzionata alla minaccia per la salute pubblica e basata sulla valutazione del rischio locale, in linea con le linee guida e le raccomandazioni generali dell’Oms”, afferma l’organizzazione. “Restrizioni di viaggio che vanno oltre queste possono causare interferenze inutili con il traffico internazionale, comprese ripercussioni negative sul settore turistico”, ha aggiunto.
Giappone, la situazione precipita: chiuse tutte le scuole del Paese per almeno un mese
In Giappone, tutte le scuole primarie, medie e superiori dovranno temporaneamente chiudere a partire da lunedì per contenere la diffusione del nuovo coronavirus: lo ha reso noto il premier giapponese, Shinzo Abe. Le scuole rimarranno chiuse fino alle vacanze di primavera, che cominciano intorno alla fine di marzo. “Considerata la priorità di proteggere la salute e la sicurezza dei bambini, vogliamo prevenire il possibile rischio di contagio in grande scala in luoghi dove tanto gli alunni che i maestri trascorrono molto ore ogni giorno”, ha detto Abe, che ha annunciato la misura durante una riunione convocata con il governo per affrontare la crisi. Il Giappone ha confermato 894 casi di coronavirus, di cui 705 sulla nave da crociera Diamond Princess, e 8 morti (4 sulla nave e 4 nell’isola di Hokkaido).
Il Consiglio dell’istruzione dell’Hokkaido – la prefettura piu’ a nord del Giappone – ha gia’ decretato la chiusura di tutte le 1.600 suole elementari e medie inferiori della prefettura, nel tentativo di arginare la diffusione del nuovo ceppo di coronavirus sul territorio. L’Hokkaido ha confermato sinora 35 casi di soggetti contagiati dal nuovo coronavirus. Tra le persone contagiate dal virus nell’Hokkaido ci sono studenti, un insegnante e un autista di scuolabus. Per il momento il provvedimento cautelare non interessa le scuole medie superiori; le universita’, invece, si stanno preparando a gestire le cerimonie di laurea in programma il mese prossimo.
Il governo del Giappone chiedera’ anche agli organizzatori di grandi eventi sportivi e culturali di valutare la loro cancellazione o il posticipo nell’arco delle prossime due settimane, un arco di tempo ritenuto critico dalle autorita’ sanitarie del paese per arginare la diffusione del nuovo ceppo di coronavirus nel paese. Lo ha annunciato ieri il premier Abe, a margine di un incontro della task-force istituita dall’Esecutivo per far fronte all’emergenza sanitaria. Abe ha spiegato che eventi di alto profilo rischiano di accelerare la propagazione del virus, e di complicare cosi’ la risposta del sistema sanitario nazionale. Il Giappone ha adottato questa settimana una politica di base per contenere in maniera piu’ efficace l’ulteriore diffusione della Covid-19 nel paese, ed evitare che l’epidemia originata in Cina possa porre sotto eccessiva pressione il sistema sanitario nazionale. Il graduale aumento dei casi di contagio sul territorio giapponese ha spinto Tokyo a concentrare gli sforzi per evitare bruschi aumenti dei contagio e dei decessi. Il governo conferma per il momento la propria valutazione complessiva, secondo cui il virus e’ limitato a “focolai” di infezione, ma il paese non e’ ancora interessato da una epidemia vera e propria. Un gruppo di esperti mobilitato dal governo ha avvertito che le prossime due settimane saranno “critiche” nel tentativo di contenimento del virus. Ritardare e rallentare il numero dei nuovi contagi consentira’ al sistema sanitario di prepararsi alla gestione dei casi di infezione.
Coronavirus, primo caso in Israele: è un uomo tornato dall’Italia. Il Paese vieta l’ingresso agli italiani
Il ministero della sanita’ israeliano ha confermato questa mattina che un uomo ritornato dall’Italia nei giorni scorsi “ha contratto il coronavirus”. Il ministero – citato dai media – non ha dato dettagli sulla persona in questione aggiungendo solo che e’ stata posta nell’area di quarantena dell’ospedale Sheba vicino a Tel Aviv. Il ministro degli interni Arie Deri ha annunciato che alla firma un decreto che impedisce l’ingresso in Israele a chi arrivi dall’Italia. “Non abbiamo scelta – ha spiegato, citato dai media – il virus si e’ sparso in Italia”.
Coronavirus, donna prende la malattia dopo essere guarita
Una donna giapponese che lavora come autista di bus turistici è risultata positiva per la seconda volta al Coronavirus. Lo hanno reso noto i media locali. Si tratta del primo caso di secondo contagio su una stessa persona in Giappone, mentre in Cina si era già verificato. La 40enne di Osaka era risultata positiva la prima volta il 29 gennaio. Era stata dimessa dall’ospedale l’1 febbraio e un test effettuato il 6 febbraio era negativo. E’ la conferma che anche una volta guariti, si può contrarre nuovamente la malattia.
Coronavirus, Macron: “epidemia in arrivo anche in Francia”
“Siamo di fronte ad una epidemia. Dobbiamo affrontarla al meglio con la vita che continua. Sappiamo che siamo solo all’inizio. Insieme ai medici prenderemo le decisioni giuste“. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron durante una visita a sorpresa questa mattina all’ospedale di Parigi La Pitie-Salpetriere. Lo stesso dove ieri è deceduto il primo paziente francese affetto dal Coronavirus dopo che la Francia aveva annunciato altri sei casi. Poi rivolgendosi ai medici Macron ha lanciato “conto su di voi”.
La Francia si avvia ad una situazione simile a quella italiana quanto a diffusione del Coronavirus. Lo afferma Éric Caumes, capo reparto malattie infettive e tropicali dell’ospedale parigino Pitié-Salpêtrière, dove nella notte tra martedì e mercoledì è deceduto un paziente 60enne risultato positivo al virus e dove questa mattina il presidente francese Emmanuel Macron si è voluto recare in visita prima della partenza per Napoli. “La morte di questo paziente, che non aveva particolari contatti con le zone a rischio dimostra che vivremo una situazione simile a quella dell’Italia”, spiega il professore, citato da Rtl. “E’ molto probabile che avremo numerosi focolai di epidemia nel nostro paese”.
Coronavirus, proteste in Messico contro l’arrivo della Msc Meraviglia
Una trentina di abitanti dell’isola messicana di Cozumel ha protestato questa notte contro la decisione di autorizzare la nave da crociera ‘Msc Meraviglia’ ad attraccare nel porto dopo che la Giamaica e le isole Cayman glielo hanno impedito per paura del Coronavirus. Lo riporta El Diario. La compagnia ha assicurato che a bordo della nave, con 4.580 persone a bordo, non c’e’ neanche un caso di Covid-19. Msc Meraviglia dovrebbe attraccare attorno alle 14. Il sindaco di Cozumel ha annunciato che a bordo salira’ un’equipe di ispettori sanitari.
Trump: “Italia in difficoltà, ma per ora no a blocco voli”
E’ ancora troppo presto per gli Stati Uniti decidere eventuali restrizioni ai viaggi dall’Italia e dalla Corea del Sud. “Ora non e’ il momento giusto. Al momento giusto potremmo farlo, vedremo cosa succede. Intanto monitoriamo gli arrivi dalle aree infette”, ha affermato Donald Trump, ammettendo comunque che il nostro Paese, cosi’ come altri, sta incontrando “difficolta'” con l’emergenza coronavirus. Difficolta’ che gli Stati Uniti per ora non hanno incontrato. “Siamo molto, molto pronti” a fronteggiare il virus, ha detto il presidente americano, assicurando come le misure messe in campo finora negli Usa hanno avuto un “tremendo successo”.
E “siamo pronti ad adattarle e a fare tutto il necessario”, ha aggiunto il tycoon parlando dalla Briefing Room della Casa Bianca, dopo una lunga riunione con gli esperti. Intanto il coordinamento della risposta al virus e’ stato affidato al vice presidente Mike Pence, che comunque – ha sottolineato Trump – non e’ uno ‘zar’ come quello nominato dall’ex presidente Barack Obama per rispondere alla crisi dell’ebola: “Non lo e’ perche’ fa parte dell’amministrazione, e rispondera’ direttamente a me”. Assicurando che i rischi per gli americani “restano molto bassi”, Trump ha quindi ribadito come a suo avviso “non c’e’ motivo di farsi prendere dal panico”, puntando il dito contro gli avversari. Come “l’incompetente Nancy Pelosi”, la speaker della Camera, che “sta cercando di creare panico per trarne vantaggi politici”. Agli americani Trump ha invece suggerito di seguire norme basiche per evitare il contagio, come il lavarsi le mani. Ammettendo che la diffusione del virus “non e’ inevitabile, ma potrebbe accadere”. E mentre il presidente parlava alla Casa Bianca intanto si diffondeva la notizia del primo caso di coronavirus negli Stati Uniti con origini non accertate: e’ in California, e la persona contagiata non e’ tornata di recente da viaggi all’estero ne’ e’ stata a contato con altre persone malate. Un caso che potrebbe essere il primo segnale della diffusione del virus negli Usa, dove finora il numero dei contagiati e’ limitato. I casi sono infatti 15, di cui otto sono tornati a casa, cinque hanno recuperato perfettamente, uno e’ in ospedale e uno sta per essere dimesso. Trump infine provato a calmare anche gli animi degli investitori: “Wall Street recuperera’. L’economia e’ forte”, ha osservato, constatando comunque come il coronavirus potrebbe avere un impatto sul pil. Ma parte del tonfo dei listini nelle ultime sedute, ha attaccato il presidente, e’ legato solo “ai timori che un democratico possa vincere le elezioni”. E proprio ai democratici che lamentano una richiesta insufficiente di fondi da parte dell’amministrazione per fronteggiare l’emergenza, Trump ha risposto: “Se ci concederanno piu’ di 2,5 miliardi di dollari, li accetteremo”.