Coronavirus, il problema è che in Italia non prendiamo nulla sul serio. Il premier Conte come Morgan sul palco di Sanremo
Coronavirus, l'arrivo dell'epidemia in Italia e le contraddizioni del Governo Conte: il premier ricorda Morgan che chiede "Che succede?" sul palco di Sanremo
Il Coronavirus è arrivato “misteriosamente” in ItaliaVenerdì 21 Febbraio, con un boom di casi di contagi secondari, cioé di persone infettate da altre del posto. Ancora non sappiamo da dove tutto è partito. In poco più di 48 ore siamo arrivati a 155 casi accertati, di cui oltre 80 persone ricoverate, più di 30 in rianimazione. E ben 3 morti. Nel mondo soltanto la Cina, da cui il virus è partito (77.000 casi), e la Corea del Sud (634 casi), hanno una situazione peggiore. Ma in Italia il numero dei contagiati continua a salire di ora in ora e, se escludiamo la Cina, in nessun altro Paese del mondo sono morte tre persone in tre giorni.
Il noto virologo Roberto Burioni ha ribadito poche ore fa quant’è seria la situazione: “Attenzione a chi, superficialmente, dà informazioni completamente sbagliate. Qualcuno, da tempo, ripete una scemenza di dimensioni gigantesche: la malattia causata dal coronavirus sarebbe poco più di un’influenza. Ebbene, questo purtroppo non è vero” ha detto. “Mai allarmismi – ha aggiunto – ma neanche si possono trattare i cittadini come bambini di 5 anni“. La situazione è talmente tanto seria che “ci impone di non omettere nessuno sforzo per tentare di contenere il contagio. Niente panico, ma niente bugie“.
Il problema vero è che in Italia non prendiamo mai nulla sul serio. Ancora oggi di fronte a questo dramma c’è chi parla di “allarmismo“! Ci sono miriadi di “leoni da tastiera” che sui social dimostrano come si sta continuando a sottovalutare la situazione, come purtroppo hanno fatto negli ultimi due mesi gli organi che Governano il Paese e che dovrebbero garantire la sicurezza pubblica.
Invece in Italia hanno passato settimane intere ad accusare di essere “fascioleghisti” gli esperti, i medici, i dottori e i virologi che – inascoltati – avevano lanciato l’allarme. Tra questi lo stesso Burioni, ma anche Ilaria Capua che in tempi non sospetti, quando più di dieci giorni fa in un’intervista su La7 spiegava: “Questa non è una cosa che fra una settimana andrà via: questa è un’infezione che arriverà in Italia, farà il giro del mondo, combinerà dei guai importanti nei paesi più poveri e quindi bisogna organizzarsi“.
Le ultime dichiarazioni del premier Giuseppe Conte sono imbarazzanti. Ci sconvolge ascoltare il Presidente del Consiglio della Repubblica italiana dichiarare limpidamente che “Curare l’aspetto comunicativo è importante. Abbiamo scelto la linea della trasparenza. Serve una comunicazione capillare“, come se ci fossero dubbi sulla trasparenza del governo di un Paese libero e democratico. Ci mancherebbe pure che nascondessero qualcosa, come se fossimo in una tirannica dittatura!
Nel merito del tema scientifico, Conte si è detto “sorpreso da questa esplosione di casi, che sono stati tenuti sotto controllo fino a poco tempo fa. L’Italia in Europa ha una posizione comparativamente migliore rispetto ad altri Paesi. La linea della massima precauzione ha pagato, anche se sembrerebbe di no“. Ma che significa “comparativamente migliore” quando Conte definisce così la posizione dell’Italia rispetto agli altri Paesi, se invece abbiamo il numero più alto di morti e contagiati dopo soltanto Cinae Corea del Sud?
La realtà è un’altra: anche il Governo e il Ministero hanno sottovalutato la situazione. E adesso Conte sembra proprio come Morgan sul palco di Sanremo quando, da finto ingenuo, si chiedeva cosa fosse accaduto dopo che aveva scatenato la reazione del compagno Bugo modificando il testo della canzone per insultarlo.
Invece per fronteggiare il Coronavirus bisognava intervenire prima. Ma noi ci siamo cullati sulla burla della “sanità migliore del mondo” (!!!) e come da tradizione ci dimostriamo assolutamente deboli sul fronte della prevenzione.
La situazione è precipitata proprio per le inefficienze del sistema sanitario, quello “migliore del mondo” (!!!), perchè tra i contagiati ci sono moltissimi medici e infermieri che non erano protetti in modo adeguato. Una cosa gravissima. Nonostante l’emergenza mondiale e gli allarmi lanciati prontamente dalla comunità scientifica, evidentemente non si pensava che il Coronavirus potesse davvero arrivare in Italia. Appunto perchè noi italiani non prendiamo nulla sul serio. Così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati nei guai.
Inoltre c’è stato un enorme problema di controlli: che l’Italia fosse uno dei Paesi più esposti, lo si poteva prevedere con largo anticipo perchè abbiamo l’area più visitata al mondo dai turisti cinesi, che popolano quotidianamente in migliaia le grandi città d’arte del Centro/Nord, e per gli intensi scambi commerciali e manageriali tra la Cina e l’area produttiva del Nord, storicamente legati da interscambi fitti e costanti. Parliamo del Nord Italia, una delle zone a più alta densità abitativa d’Europa (oltre 30 milioni di residenti in pianura Padana): un dato che lascia immaginare quanto drammaticamente crescerà il numero dei contagiati nei prossimi giorni, quando arriveranno le analisi dei tamponi effettuati su molte persone che indubbiamente hanno già contratto il virus.
Cosa dire, poi, sulla gestione dell’emergenza di Venerdì 21? Ci sono famiglie e persone che si trovavano a Codogno e sono scappate in Campania, in Valtellina, in Sicilia dopo la diffusione delle prime drammatiche notizie. E ci sono buchi nelle informazioni sulle attività del 38enne contagiato proprio nel lodigiano, vedi la testimonianza dei ristoratori che l’avevano ospitato ma non sono stati informati.
Non abbiamo ancora ricostruito la storia dell’epidemia: non sappiamo da dove il Coronavirus sia arrivato al Nord e come si sia diffuso in tutte le Regioni del settentrione. E questo lascia immaginare scenari davvero infausti. Potenzialmente nel giro di qualche settimana potremmo superare in Italia persino il numero dei contagiati in Cina (dove sono, appunto, 77 mila e ormai stanno crescendo di pochissime centinaia al giorno grazie alle stringenti misure adottate dal governo cinese, seppur in enorme ritardo). Intanto il Nord è blindato: chiuse le scuole, le università, gli uffici, i bar, le discoteche, i pub. A tempo indeterminato. Annullati tutti gli eventi sportivi e culturali. Intere città in quarantena obbligatoria, con decreti speciali del Governo. Ma potrebbe essere troppo tardi. L’incubo di una Wuhan italiana si sta concretizzando e il timore è che Milano possa presto diventare proprio come la metropoli cinese, una città-fantasma. Pochi minuti fa è arrivata la notizia che un dermatologo del Policlinico di Milano è risultato positivo al Coronavirus e si trova ora ricoverato all’ospedale Sacco. Si tratta del primo contagiato in città.
Eppure sarebbe bastato prendere esempio dalle più grandi superpotenze mondiali. Stati Uniti d’America e Russia sono ancora sostanzialmente immuni dal Coronavirus. La Russia ha chiuso persino il confine con la Cina sin dallo scorso 30 Gennaio. Gli USA hanno vietato l’ingresso a tutte le persone che negli ultimi due mesi sono state in Cina e hanno anche disposto la quarantena obbligatoria per tutti i cittadini americani che tornavano dalla Cina. E così oggi abbiamo appena 35 casi negli USA (su 330 milioni di abitanti) e soltanto 2 in Russia (146 milioni di abitanti), nonostante siano molto più vicine e legate alla Cina rispetto a chiunque altro nel mondo.
In Italia invece abbiamo un Governo che ha disposto l’inutile blocco dei voli con la Cina, che ovviamente non è servito a nulla perchè chiunque è entrato utilizzando le coincidenze aeree con altri scali intermedi, e una volta dentro al nostro Paese, senza alcun controllo (quando la smetteranno con l’inutile pagliacciata della misurazione della temperatura corporea negli aeroporti?) o quarantena, ha avuto una vita sociale e relazionale immediata come se nulla fosse. Come se non ci fosse alcun rischio. E adesso sono gli altri Paesi europei a chiudere con l’Italia: nelle ultime ore i provvedimenti più restrittivi sono stati varati da Austriae Romania.
Infine, c’è il problema dell’Iran. Un problema enorme. Perchè il focolaio di Qom (43 casi accertati, 8 morti) è molto pericoloso: anche qui c’è un mistero sull’arrivo del Coronavirus, e anche con l’Iran ci sono enormi flussi sociali e commerciali per l’Italia. Inoltre è inevitabile immaginare come il Coronavirus potrebbe diventare una potenziale arma incontrollabile per le organizzazioni terroristiche islamiche, che potrebbero utilizzare dei “kamikaze del Coronavirus” per seminare la malattia in giro per il mondo senza subire alcun controllo. Ma anche a fronte di quest’ipotesi, c’è chi ridacchierà scettico. Perchè noi non prendiamo nulla sul serio. Come per le alluvioni, i terremoti e gli tsunami. Viviamo come se questi eventi non si potessero verificare mai. E poi ci ritroviamo nei guai.