Continua l’allerta per il coronavirus e l’Italia prende i propri provvedimenti. I controlli con i termoscanner sono stati estesi a tutti i voli, compresi quelli europei ma esclusi quelli nazionali, in arrivo negli aeroporti italiani. Ogni scalo installera’ gli scanner nelle aree piu’ idonee anche se nella maggior parte dei casi saranno messi alle uscite o nell’area controllo passaporti. Negli aeroporti senza la strumentazione, ha fatto sapere il commissario Borrelli, i controlli saranno effettuati da volontari medici e paramedici della Cri e di altre associazioni di Protezione Civile con i termometri a pistola.
In realtà tale controllo è esteso anche ai voli nazionali in arrivo a Fiumicino. All’aeroporto di Fiumicino termoscanner anche per gli arrivi dei voli nazionali. In tutto sono stati installati 11 apparecchi di nuova generazione per rilevare la temperatura corporea: in particolare 5 termoscanner si trovano agli arrivi internazionali (T3), 3 agli arrivi europei (area Schengen), 3 agli arrivi nazionali. Nei pressi dei varchi dove sono installati i termoscanner ci sono cartelli che recitano: “Su indicazioni del Ministero della Salute verifichiamo la temperatura corporea tramite termoscanner. Questo dispositivo non e’ una telecamera e non rileva dati sensibili”. I termoscanner di nuova generazione infatti somigliano a telecamere e sono posizionati in alto.
Burioni: “Le uniche armi sono la diagnosi precoce e l’isolamento”
Il coronavirus cinese “è molto contagioso, causa una malattia che sembra essere grave e contro di essa non abbiamo né farmaci né vaccini. L’unica arma che possiamo utilizzare per tentare di bloccare questa epidemia è, insieme alla diagnosi precoce, l’isolamento”. Lo scrive il virologo Roberto Burioni sul suo sito di informazione scientifica MedicalFacts.it. “Ma l’isolamento è particolarmente difficile da mettere in atto, in quanto sembra che anche individui senza sintomi possano trasmettere l’infezione – prosegue Burioni – Nel report di ieri pomeriggio dell’Organizzazione mondiale della sanità vengono riportati 153 casi diagnosticati di coronavirus al di fuori della Cina, che possiamo immaginare siano stati seguiti con la massima attenzione e con la doverosa accuratezza. Di questi 153 casi, ben 12 erano asintomatici. Quindi, fino a prova contraria, è prudente assumere che gli asintomatici possano essere in grado di trasmettere l’infezione”.
In Piemonte disponibile il test molecolare specifico
Da oggi, nel Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Asl Città di Torino, è disponibile il test molecolare specifico per il nuovo Coronavirus 2019-nCoV, eseguito secondo il protocollo Organizzazione Mondiale della Sanità del 17 gennaio 2020, sotto la direzione del Nic (Centro Nazionale di riferimento) dell’Istituto Superiore di Sanità e in collaborazione con l’Ospedale Spallanzani di Roma. A darne notizia una nota della Regione Piemonte in cui si precisa che ”si tratta di un test molecolare ad alta complessità, che richiede personale specializzato ed è eseguibile sui materiali provenienti dalle alte e basse vie respiratorie”.
”L’assessorato regionale alla Sanità – commenta l’assessore Luigi Icardi – segue l’evolversi della situazione legata all’emergenza internazionale Coronavirussulla base delle indicazioni del ministero della Salute e con il supporto operativo del Seremi, del sistema regionale del 118 e di tutte le Aziende sanitarie ed ospedaliere. Al momento non si segnalano casi di positività”, conclude Icardi. Fin dal primo giorno in cui è stata dichiarata l’emergenza, il Centro di riferimento regionale per la diagnostica di laboratorio delle infezioni emergenti dell’ospedale Amedeo di Savoia ha precauzionalmente attivato tutti i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le ricercatrici che hanno isolato il virus rifiutano Sanremo per seguire l’emergenza in laboratorio
“Invito a Sanremo? Impossibile lasciare il laboratorio in questo momento di intenso lavoro: siamo impegnate a coltivare il coronavirus e a distribuirlo ai laboratori che dovranno studiarlo. E anche nelle attività di controllo per i test che potrebbero essere necessari”. Risponde così, Concetta Castilletti, la virologa dello Spallanzani – anche a nome delle colleghe Maria Rosaria Capobianchi e Francesca Colavita che con lei hanno isolato il coronavirus – al segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Iv) che, in un post su Facebook, ha proposto di “invitare e dare massima visibilità con un posto in prima fila al festival alle tre ricercatrici”, sia per dimostrare attenzione al ruolo femminile sia per inviare un messaggio tranquillizzante sull’epidemia.
“Ringrazio anche a nome delle mie colleghe per questo pensiero – ha detto all’Adnkronos Salute Castilletti – ma in questo momento privare il laboratorio di tre persone sarebbe davvero impossibile. Dopo l’annuncio di domenica ci siamo rese conto che mancare anche un solo giorno è complicato. Inoltre mi sembrerebbe poco rispettoso rispetto agli altri colleghi perché il risultato raggiunto con l’isolamento del virus è stato ottenuto da un’intera squadra”. Dopo l’annuncio di domenica, ha ammesso Castilletti, “siamo state veramente travolte. Vogliamo tornare alla normalità e concentrarci sul lavoro che, in questo momento, non può essere trascurato nemmeno per poco tempo. Abbiamo già esagerato con i riflettori, non siamo abituate e preferiamo dare il nostro contributo dove serve di più”.