Sul coronavirus in Italia “stiamo esagerando”. Ne è convinto Matteo Bassetti, presidente della Società italiana terapia anti-infettiva (Sita), che intervistato da Iene.it ridimensiona l’allarme e ricorda come ci siano “molte altre emergenze infettive” più preoccupanti.
L’esperto bacchetta “gli italiani immaturi” più che la politica ed evidenzia con una battuta amara l’inutilità di alcune ‘misure’: “Le mascherine date in dotazione ai vigili urbani? Buone per il Carnevale: qui si prende in giro la gente”, dice Bassetti, che è anche direttore della clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
“Mi pare evidente – ribadisce l’esperto nell’intervista a Iene.it – che stiamo esagerando. Credo che quello che è successo in Italia non sia successo in nessun altro Paese del mondo al di fuori della Cina: un’infezione che sta a diecimila chilometri di distanza è considerata un’emergenza nazionale, posta addirittura sotto il controllo della protezione civile. Il coronavirus in questo momento, evidentemente, è un’emergenza per la provincia cinese dell’Hubei, dove si registra il 95% dei decessi. Facciamo però alcuni conti. Ai 25 mila casi accertati a oggi bisogna aggiungerne almeno altri 75 mila, che sono i casi lievi, le persone magari rimaste isolate nella propria abitazione, i casi non visitati negli ospedali”.
Arriveremo dunque “a circa 100 mila casi accertati di coronavirus. Ebbene, una mortalità di 450-500 casi, a oggi, significa un tasso di morte attorno allo 0,5%. Se lo paragoniamo a quello della Sars e del coronavirus dei cammelli, il Mers CoV, vediamo che la Sars aveva una mortalità al 10% e l’altra epidemia addirittura al 35%”, continua Bassetti confrontando i dati con la ‘normale’ influenza stagionale. “La forbice di mortalità dell’influenza stagionale – spiega – va dallo 0,1 allo 0,5%, con punte dell’1% in zone in cui si registrano situazioni di inadeguatezza del sistema sanitario. In una stagione influenzale come quella di quest’anno, in cui abbiamo avuto 4 milioni di casi di influenza, i morti si contano a decine di migliaia! Fuori dalla Cina quanti casi ci sono stati di coronavirus? L’Oms ieri sera diceva 150. E quanti morti nei paesi altamente sviluppati come il nostro? Zero”.
E’ evidente che questo virus, dice Bassetti, “è decisamente meno aggressivo di Sars e Mers CoV. Che noi infettivologi parliamo di questo virus e ne leggiamo sulle riviste è normale, ma che tutti in Italia , tutti i giorni, ne parlino, mi sembra francamente esagerato. Ripeto: è un problema per il 99,9% esclusivamente cinese. La probabilità di essere contagiati oggi dal coronavirus in Italia? È vicina allo zero! Ci saranno magari sicuramente altri casi sporadici, ma come ha detto anche lo Spallanzani, credo che il peggio sia passato”.
La priorità infettiva, insomma, nel nostro Paese non è il coronavirus. “Abbiamo tanti problemi in Italia dal punto di vista infettivo. Siamo un paese in cui l’esitazione vaccinale ha portato a dover fare una legge, la legge Lorenzin, che obbliga a vaccinare i bambini. Siamo un paese in cui per l’influenza si vaccina un italiano su 5 e, nelle categorie a rischio per cui il vaccino è somministrato gratuitamente, il 50%. Siamo al primo posto in Europa per i batteri resistenti, fondamentalmente secondi solo a Romania e Grecia, perché usiamo male gli antibiotici. Abbiamo tante epidemie in corso tra cui il morbillo nel Salento e il meningococco in Lombardia”, aggiunge. La critica, ci tiene a sottolineare l’infettivologo, non è alla politica ma agli italiani.
“Gli stessi che oggi vanno a comprare le mascherine, si chiudono in casa e non vanno nei ristoranti cinesi sono quelli che poi non si vaccinano, sono gli stessi che prendono gli antibiotici quando non dovrebbero prenderli o che non vaccinano i bambini per l’influenza. Il nostro, su questo argomento, è un paese profondamente immaturo”.
Bassetti, infine, ridimensiona anche l’annuncio dello Spallanzani, che ha isolato il nuovo coronavirus. “C’è un documento datato 17 gennaio che attesta che ricercatori cinesi e anche di vari paesi europei avevano pubblicato le regole per poter isolare il virus. L’annuncio dello Spallanzani mi è sembrato un po’ trionfalistico: era una cosa già stata fatta, non abbiamo scoperto niente di nuovo! Hanno lavorato sicuramente bene, ma non si può dire che siano stati i primi”, conclude nell’intervista a Iene.it.