Il Coronavirus ha fatto altri 8 morti in un giorno in Italia: il bilancio giornaliero peggiore dall’inizio dell’epidemia. Complessivamente il numero dei morti è salito a 29. Oggi ci sono stati 6 morti in Lombardia e 2 in Emilia Romagna. Altre 4 persone, invece, sono guarite in Liguria, portando il numero dei guariti a 50. Le persone ad oggi contagiate sono 1.049, esclusi i morti e i guariti. Complessivamente il numero di contagi in Italia è salito a 1.128.
Tra le 1.049 persone che oggi risultano contagiate, il 52% si trova in isolamento domiciliare perchè non ha sintomi o ha sintomi talmente tanto lievi che non richiedono un ricovero in Ospedale. Invece 401 sono ricoverati con sintomi (il 38% del totale) e 105 sono ricoverati in terapia intensiva (il 10% del totale).
I numeri sono stati forniti dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ha anche spiegato come in Lombardia ci sono 552 contagiati (il 52% del totale), in Emilia Romagna ce ne sono 213 (il 20% del totale) e in Veneto ce ne sono 191 (il 18% del totale). 42 in Liguria, 13 in Campania, 11 in Piemonte, 11 in Toscana, 11 nelle Marche, 6 nel Lazio, 4 in Sicilia, 3 in Puglia, 2 in Abruzzo, 1 in Calabria e 1 nella Provincia autonoma di Bolzano. Complessivamente nelle tre Regioni della pianura Padana più colpite dall’epidemia, abbiamo il 90% dei contagiati di tutt’Italia. 543 persone si trovano in isolamento domiciliare.
“Non intasate i numeri d’emergenza, contattate il medico di famiglia“, ha concluso Borrelli precisando che in Italia fino ad oggi sono stati effettuati 18.500 tamponi.
Coronavirus, l’ipotesi dell’esperto: “il virus padano forse non c’entra nulla con quello cinese, è nato negli animali allevati su terre ultra concimate con fanghi industriali”
“Sembra che il nuovo ceppo del virus isolato a Milano sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali“. E’ quanto si legge su ‘Dagospia’ che raccoglie le dichiarazioni di Vincenzo D’Anna, presidente ordine dei biologi italiani, in merito all’isolamento del ceppo virale detto ‘italiano’ da parte dell’équipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano. “I contagi – riporta ancora Dagospia riferendosi a D’Anna – sarebbero due: uno pandemico e l’altro locale. Ci troviamo innanzi a una delle più grandi cantonate che la politica italiana ha preso“, si legge. Interpellato in merito, D’Anna, attraverso il suo entourage afferma: “E’ solo un’ipotesi. Servono conferme. Se ne potrà parlare solo quando ci saranno risultati di laboratorio“. Si tratterebbe “nient’altro che di un’ipotesi“, spiega D’Anna, attraverso i suoi collaboratori.
Coronavirus, Gismondo (Sacco): “Studiamo dna per mappare il suo viaggio in Italia”
Il laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano diretto dalla microbiologa Maria Rita Gismondo, insieme ad altri laboratori di riferimento italiani, sta lavorando ad una mappa per tracciare il viaggio del nuovo coronavirus in Lombardia, e in Italia. “I miei angeli con la ‘corona‘ – dice la scienziata riferendosi al suo team – lavorano giorno e notte tra diagnostica e ricerca e vorrei che si accendessero fari sul loro prezioso lavoro“. Sul coronavirus, spiega l’esperta all’AdnKronos Salute, “stiamo conducendo un’importante ricerca sui virus isolati dai campioni positivi da noi esaminati che ci darà una mappatura della circolazione del virus in Lombardia e probabilmente in Veneto. Lo scopo è tracciare il virus sul territorio. Attraverso l’analisi del suo genoma e la comparazione dei genomi dei diversi virus riusciamo infatti a mappare la sua diffusione“.
Nel dettaglio, si procede alla genotipizzazione dei virus isolati da vari pazienti nelle ultime settimane e “con la comparazione genica si cerca di identificare la strada seguita dal virus e il suo percorso dalla Lombardia al resto d’Italia, o comunque il suo percorso nel Paese”. Il lavoro sarà pronto “fra un paio di settimane, è già in una fase avanzata“, evidenzia Gismondo che lancia anche “un appello ai ricercatori di altri Paesi europei. Sarebbe utile collaborare su questo fronte” per capire le ‘rotte’ di Sars-CoV-2. Al di là di vedere come è arrivato dalla Cina in Italia, le informazioni che è possibile ottenere da uno studio simile permetteranno di “comprendere meglio il focolaio lombardo. Per fare un esempio, è stata avanzata un’ipotesi secondo cui il focolaio veneto viene da quello lombardo. Si tratta di una tesi da avvalorare e questa ricerca potrebbe fornire un supporto scientifico”.