Il Coronavirus potrebbe essere la letale “Malattia X” su cui l’Oms aveva messo in guardia: “Sta rapidamente diventando la prima vera sfida pandemica che vi corrisponde”

Anni fa, l’Oms aveva avvisato di una letale “Malattia X” che potrebbe innescare un contagio internazionale: con le sue caratteristiche, il coronavirus cinese sembra un candidato perfetto
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Il coronavirus ha ormai provocato più di 79.000 contagi e oltre 2.600 morti nel mondo, secondo i dati della Johns Hopkins University. In Italia, la situazione è precipitata nell’arco di pochi giorni: dai 6 casi nella mattinata di venerdì 21 febbraio siamo passati ai 219 casi di oggi, lunedì 24 febbraio, con ben 5 vittime.

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Anni fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva avvisato di una letale “Malattia X” che potrebbe innescare un contagio internazionale. Il nuovo coronavirus cinese, con la sua abilità di trasformarsi improvvisamente da lieve a mortale, si sta presentando come un perfetto candidato. Dalle notizie sui modi in cui il virus si diffonde, sta emergendo il quadro di un patogeno misterioso, i cui effetti sono prevalentemente lievi, ma che possono diventare mortali alla seconda settimana di malattia.

Marion Koopmans, dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam e membro del comitato d’emergenza dell’Oms, recentemente ha scritto: “Che sia contenuta o meno, questa epidemia  sta rapidamente diventando la prima vera sfida pandemica che si adatta alla categoria della malattia X”.

Foto Stringer/Getty

Il coronavirus si è ormai diffuso in circa 30 Paesi del mondo. Quel che preoccupa maggiormente è che alcune persone infette non hanno collegamenti noti con la Cina, affermano i Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC). A differenza della “cugina” SARS, il coronavirus si replica ad alte concentrazioni nel naso e nella gola in maniera simile al raffreddore comune e sembra in grado di diffondersi da coloro che mostrano sintomi lievi o addirittura nessun sintomo. Questo rende impossibile il controllo tramite l’impiego di misure di controllo della temperatura corporea, che invece hanno aiutato a contenere la diffusione della SARS 17 anni fa.

Si ritiene che un cluster di casi all’interno di una famiglia che vive nella città cinese di Anyang abbia avuto origine quando una giovane di 20 anni ha portato il virus da Wuhan, epicentro dell’epidemia, il 10 gennaio e l’abbia diffuso anche se non stava male, hanno riportato i ricercatori su Journal of the American Medical Association. Successivamente, 5 parenti hanno sviluppato febbre e sintomi respiratori.

Anche se il coronavirus è meno mortale della SARS, che ha un tasso di mortalità del 10%, è più contagioso. Entrambi i virus attaccano il tratto respiratorio e quello gastrointestinale, attraverso i quali possono diffondersi. Anche se si riporta che oltre l’80% dei pazienti soffra di una versione lieve della malattia e si riprenderà, circa una persona su 7 sviluppa polmonite, difficoltà respiratorie e altri sintomi gravi. Circa il 5% dei pazienti ha una malattia grave, come insufficienza respiratoria, shock settico e insufficienza multiorgano.

In un paper per l’American Medical Association, i dottori hanno scritto: “A differenza della SARS, l’infezione da Covid-19 ha uno spettro più ampio di gravità, che va da una malattia asintomatica ad una lievemente sintomatica ad una malattia grave che richiede ventilazione assistita. La progressione clinica della malattia sembra simile alla SARS: i pazienti hanno sviluppato la polmonite verso la fine della prima settimana o all’inizio della seconda settimana di malattia”.

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