Le infezioni da coronavirus in Cina continuano ad aumentare, portando gli epidemiologi a stimare quando l’epidemia raggiungerà il picco. Alcuni suggeriscono che il climax, quando il numero delle nuove infezioni in un singolo giorno raggiunge il suo punto più alto, arriverà presto. Altri, invece, sostengono che serviranno ancora diversi mesi e che il virus prima infetterà milioni o centinaia di milioni di persone, si legge sulla rivista Nature.
Le autorità sanitarie vogliono sapere quando ci sarà il picco e quante persone saranno infettate in modo da poter preparare gli ospedali e sapere quando sarà sicuro eliminare le restrizioni sui viaggi. Wuhan, la città al centro dell’epidemia, e diverse altre città vicine sono in isolamento dalla fine di gennaio. Anche se le previsioni sul picco possono essere importantissime, alcuni ricercatori avvisano che la precisione è difficile da raggiungere, soprattutto se i dati utilizzati nei modelli sono incompleti.
Scenario ottimistico
L’11 febbraio, Zhong Nanshan, importante fisico cinese che guida un panel di esperti che aiuta a controllare l’epidemia, ha dichiarato che il coronavirus potrebbe raggiungere il picco entro la fine di febbraio, riporta Nature. Zhong, famoso per aver scoperto il virus della SARS, ha affermato che la situazione è migliorata con le misure di controllo imposte dal governo, come le restrizioni sui viaggi e le vacanze estese, sebbene abbia ammesso che è ancora un “periodo difficile” per Wuhan.
Finora, sono state infettate quasi 76.000 persone nel mondo e le vittime sono 2.129. Molti scienziati, però, sostengono che il numero di casi sia molto più alto di quanto venga riportato. Temono che la Cina abbia pochi test diagnostici e operatori sanitari per confermare tutti i casi. Alcuni scienziati si chiedono anche se Zhong stia solo cercando di rassicurare le persone, considerato l’impatto dell’epidemia sulla società e sull’economia.
Un modello, però, si allinea alla stima di Zhong. I ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine prevedono che il picco possa essere vicino. Sebastain Funk, esperto di statistica che modella le malattie infettive e che è co-autore dell’analisi, afferma che la previsione si basa sulla stima che una persona infetta a Wuhan abbia, in media, infettato tra 1,5 e 4,5 persone prima dell’introduzione delle restrizioni sui viaggi il 23 gennaio scorso. Funk stima che al picco, sarà infetto circa un milione di persone, circa il 10% della popolazione di Wuhan. Questa analisi è stata postata sul sito web dell’istituto il 12 febbraio, ma Funk afferma che da quando è stata realizzata, il calo nel numero dei nuovi casi e dei morti a Wuhan suggerisce che l’infezione potrebbe già aver raggiunto il picco.
Scenario peggiore
Alcuni ricercatori trovano queste previsioni troppo ottimistiche. Le persone nella maggior parte delle città cinesi hanno iniziato a tornare a lavoro la scorsa settimana dopo un esteso periodo di festività pubblica, il che apre alla possibilità di nuove catene di trasmissione, afferma Hiroshi Nishiura, epidemiologo dell’Hokkaido University di Sapporo, in Giappone. Nishiura sostiene di aver utilizzato un modello che stima che l’epidemia raggiungerà il picco tra la fine di marzo e la fine di maggio. A quel punto, afferma, in un solo giorno saranno diagnosticati fino a 2,3 milioni di casi. In totale, Nishiura stima che in Cina saranno infettati tra i 550 e i 650 milioni di persone, circa il 40% della popolazione del Paese, riporta ancora Nature. Secondo Nishiura, circa la metà delle persone infette mostreranno sintomi.
Per realizzare questa previsione, l’esperto ha affermato che il suo team ha considerato il potenziale della trasmissione inerente al nuovo virus e che il modello presenta una prospettiva relativamente ottimistica perché considera che tutta la popolazione sia suscettibile all’infezione. Riflette anche il fatto che molte persone che sono infette sono asintomatiche o che non stanno così male da richiedere le cure mediche. Se fosse così, gli attuali numeri sui casi riportati sottostimano enormemente il numero delle persone infette, afferma Nishiura.
Gabriel Leung, epidemiologo dell’University of Hong Kong, afferma che le stime di Nishiura sono possibili. La comunità non ha immunità al SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia, quindi dilagherà. Leung sostiene che anche se queste stime sembrano estreme, non è chiaro quanto sia mortale il virus. Gli ultimi calcoli dal tasso di mortalità, in uno studio pubblicato da Zhong il 9 febbraio, suggeriscono che ci sono circa 1,36 morti ogni 100 casi. Ma questo numero probabilmente è troppo alto perché gli autori non hanno considerato i casi meno gravi.
Leung ha affermato anche che non è chiaro quale effetto abbiano, ammesso che ne abbiano qualcuno, le misure di controllo, come le restrizioni sui viaggi e la quarantena, sul tempo e sulla gravità del picco. Nishiura e Funk sostengono che i loro modelli hanno escluso queste misure perché la loro efficacia è incerta. Molti scienziati sostengono che le misure di controllo potrebbero non ridurre il numero di contagiati, ma che potrebbero prolungare il tempo impiegato dall’epidemia per raggiungere il picco, rallentando la trasmissione, afferma Leung. Ridurre il numero delle persone infettate al picco è importante. Se tutti si ammalano allo stesso momento, “tutta la società si ferma, i servizi sanitari saranno sopraffatti e la gente morirà”, spiega Leung.