La veloce diffusione del coronavirus cinese ha lanciato l’allarme nel mondo: gli stati vicini hanno chiuso i confini, le compagnie aeree mondiali hanno sospeso i voli e alcuni governi stanno vietando l’accesso ai cittadini stranieri che di recente sono stati nel Paese asiatico. Il virus, partito dalla città di Wuhan alla fine di dicembre e rilevato finora in circa 30 Paesi, ha provocato oltre 79.000 contagi e almeno 2.619 morti finora, secondo i dati della Johns Hopkins University, tra cui 8 in Iran e 4 in Italia. Nel tentativo di limitare la sua diffusione nei Paesi con sistemi sanitari deboli, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) il 30 gennaio ha dichiarato la nuova epidemia un’emergenza mondiale.
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Ma quanto è pericoloso il coronavirus e quanto dovremmo preoccuparci?
Non possiamo saperlo con certezza finché non saranno disponibili ulteriori dati. Tra i fattori chiave, ci sono quanto il virus sia contagioso e quante persone infette sono in gravi condizioni. Il nuovo coronavirus fa parte di una famiglia di virus che include il raffreddore e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS), anch’essa originatasi in Cina nel 2002. Si diffonde principalmente attraverso le goccioline disperse nell’aria quando una persona infetta tossisce o starnutisce e può essere trasmesso anche attraverso le superfici contaminate.
Secondo le statistiche cinesi, è morto circa il 2% delle persone infette finora. In confronto, è morto circa il 10% delle oltre 8.000 persone infettate dalla SARS nell’epidemia del 2002-2003, mentre la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS), che ha avuto origine in Arabia Saudita nel 2012, ha avuto un tasso di mortalità di circa il 35%. L’influenza, invece, uccide meno dello 0,1% delle persone che si ammalano, ma si stima che un miliardo di persone prendano il virus ogni anno. Questo significa che ogni anno potrebbero morire tra le 290.000 e le 650.000 persone a causa del virus dell’influenza.
Tuttavia, potrebbe essere troppo presto per stimare il tasso di mortalità del nuovo coronavirus, poiché siamo ancora nelle prime fasi dell’epidemia. A differenza del comune raffreddore, per il nuovo coronavirus non esistono ancora vaccini o farmaci specifici per prevenirlo o curarlo.
Un’altra misura chiave per valutare il pericolo del nuovo coronavirus cinese è la trasmissibilità. Secondo un’analisi pubblicata il 26 gennaio dagli scienziati della Harvard University negli Stati Uniti, ogni persona infetta potrebbe trasmettere il virus fino a 3 persone in media, il che lo rende contagioso come il virus della SARS. Tuttavia, nuovi dati suggeriscono che il virus potrebbe essere ancora più contagioso: si è diffuso ad oltre 28.000 persone entro poche settimane dal suo rilevamento, superando il totale dell’epidemia di SARS.
L’Oms afferma che le persone che vivono o viaggiano nell’area in cui circola il virus sono a rischio di infezione. Citando informazioni preliminari, l’Oms informa che il virus sembra sopravvivere sulle superfici solo per poche ore. “Semplici disinfettanti possono uccidere il virus, rendendo impossibile l’infezione di altre persone”, secondo l’Oms. Anche se ci sono ancora molte cose da comprendere su come infetti le persone, sono i più anziani e le persone con problemi di salute preesistenti ad essere più a rischio di ammalarsi gravemente, secondo l’Oms.
Per proteggersi dalla malattia, l’Oms raccomanda di lavare frequentemente le mani e di evitare di toccare occhi, naso e bocca per minimizzare il rischio di trasmissione. Raccomanda anche di coprire bocca e naso con il gomito o con un fazzoletto quando si tossisce o starnutisce e di richiedere aiuto medico in caso di febbre, tosse e mancanza di respiro.