I segnali regolari e misteriosi che provengono dallo spazio profondo, i cosiddetti lampi radio veloci (Fast radio burst, Frb), sono da tempo oggetto di ipotesi stravaganti. Ma per Seth Shostak, astronomo dell’Istituto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), il programma per la ricerca di vita intelligente extraterrestre, è estremamente improbabile che siano opera di civiltà aliene. “Uno dei problemi dell’ipotesi aliena – spiega Shostak – è la grande varietà delle distanze di provenienza dei segnali radio, alcuni originati a miliardi di anni luce, altri lontani centinaia di milioni di anni luce“.
I lampi radio veloci sono intensi impulsi radio brevissimi e sono tra i fenomeni più enigmatici dell’universo. Durano pochi millesimi di secondo e provengono da galassie distanti miliardi di anni luce. Per gli esperti, prima della teoria degli alieni, ce ne sono molte altre valide per spiegarli. Esistono decine di modelli che ne descrivono la formazione, e tutti fanno riferimento a contesti astrofisici estremi e sorgenti ad alta energia. Tra i principali indiziati, ci sono le stelle di neutroni, ciò che resta di stelle esplose, oggetti cosmici così densi che un cucchiaino della loro materia sulla Terra peserebbe un miliardo di tonnellate.
Gli astrofisici ritengono che nell’universo siano emessi in media 5.000 lampi radio veloci al giorno. Il più vicino è stato identificato come proveniente da una galassia simile alla Via Lattea, distante circa mezzo miliardo di anni luce dalla Terra. Si tratta del quinto segnale del genere, su centinaia finora osservati, la cui origine viene individuata esattamente. Tutti sono legati a origini non aliene.