Dal Marburg alla Zika, i virus più pericolosi nella storia dell’umanità: contagi, vittime e aggressività

Ecco una lista dei virus più pericolosi, per contagi, vittime e aggressività: dal Marburg all'ultimo coronavirus cinese che tiene il mondo con il fiato sospeso
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Non corrono, non camminano, non nuotano, non strisciano. Si fanno dare un passaggio”. Così il giornalista Dennis Quammen descrive i virus, come dei veri e propri autostoppisti della morte. Ecco una lista di quelli più pericolosi, per contagi, vittime e aggressività.

MARBURG – È il più pericoloso e il più letale, si manifesta con una febbre emorragica, causa convulsioni e sanguinamento delle mucose. Uccide nel 90% dei casi di contagio in poco più di una settimana. È nato in Africa, spiega l’Oms, ed è molto simile a Ebola nel decorso della malattia, sebbene diverso sul piano virologico. Se ne è parlato per la prima volta nel 1967, con una epidemia a Francoforte, in Germania, e a Belgrado, nella ex Yugoslavia. Il contagio non avviene tra umani, ma tra uomini e animali, ma non è chiaro quale animale funga da serbatoio. Viaggiò con un gruppo di scimmie trasferite dall’Uganda, che contagiarono ricercatori in alcuni laboratori, provocando 7 morti. Nel 1975, riapparve in Sudafrica, nel 1980 e nel 1987 in Kenya, e poi, in modo più violento, tra il 1998 e il 2000 nella Repubblica democratica del Congo e nel 2004 in Angola, dove fece centinaia di morti. Il contagio avviene tra animale e uomo.

virus ebolaEBOLA – Appartiene alla stessa famiglia di Marburg, quella dei Filoviridae (Filovirus). Di questo virus sono conosciute almeno sei specie, a seconda della regione africana in cui è stato localizzato: Bundibugyo ebolavirus (BDBV) Zaire è il più letale con un tasso di mortalità del 90%, e poi Reston, Sudan, Ti Forest, Bombali. Secondo alcune ricerche scientifiche, viaggia con i pipistrelli e si è introdotto in ambienti umani attraverso il contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti. La trasmissione, spiega l’Iss, avviene per contatto interumano diretto con organi, sangue e altri fluidi biologici (es. saliva, urina, vomito) di soggetti infetti (vivi o morti) e indiretto con ambienti contaminati da tali fluidi.

HANTAVIRUS – Questa denominazione racchiude diversi tipi di virus e proviene dal fiume presso il quale i soldati americani ne vennero contagiati durante la Guerra di Corea nel 1950. Viene trasmesso all’uomo dai roditori. Il virus, spiega il manuale Msd, può causare gravi infezioni ai polmoni (con tosse e respiro affannoso) o ai reni (con eruzione, dolore addominale e talvolta insufficienza renale).

H5N1 O INFLUENZA AVIARIA – Viaggia con gli uccelli e ha un tasso di mortalità del 70%, ma il rischio che gli umani ne vengano colpiti è relativamente basso. Il contagio avviene solo a contatto con il pollame, e non è un caso che la gran parte dei casi sia stata localizzata in Asia, dove la popolazione delle diverse regioni vive spesso a contatto con questi animali.

FEBBRE DI LASSA – Ancora i roditori rappresenta i vettori di questo virus: almeno il 15% in Africa occidentale lo contiene. La prima a esserne infettata fu un’infermiera nella città di Lassa, in Nigeria. Come per tutte le febbri emorragiche, spiega l’Iss, gli uomini non sono serbatoi naturali per il virus, ma possono essere infettati attraverso il contatto con animali infetti. In alcuni casi, dopo la trasmissione accidentale, può avvenire la trasmissione da uomo a uomo, per contatto diretto con sangue, tessuti, secrezioni o escreti di persone infette, soprattutto in ambito familiare e nosocomiale. Patologia lieve nell’80% dei casi, può diventare grave nel restante 20%. Ha colpito, di recente, in Liberia, e ucciso qualche decina di persone.

JUNIN – Come la Febbre di Lassa, fa parte della famiglia degli Arenaviridae. È una febbre emorragica e prende il nome dalla città di Junin, in Argentina, in cui venne individuato il primo caso. Viene trasmesso da escrementi di roditori, se si viene a contatto con essi. Non è immediatamente letale, ma i suoi sintomi possono essere scambiati per altre patologie meno gravi o difficilmente riconducibili, in un primo momento, al virus.

FEBBRE DI CONGO-CRIMEA – Il modo in cui la malattia procede nel contagiato è simile a quello rilevato in Ebola e Marburg. Trasmesso dalle zecche, l’infezione si manifesta, nei primi giorni, con le tracce dei loro morsi su faccia, bocca e faringe. La febbre Congo-Crimea è una febbre virale emorragica provocata da un virus del genere Nairovirus. La malattia fu descritta per la prima volta nel 1944 tra i contadini e i soldati della Crimea, ma solo nel 1969 si scoprì che il virus era uguale a quello identificato in un bambino del Congo nel 1956 (da qui deriva il nome di febbre Congo-Crimea). La malattia nell’uomo, afferma l’Iss, è piuttosto grave e ha un elevata letalità, ma la sua incidenza è limitata. Tra gli animali, invece, può avere una diffusione più ampia.

ZIKA – Scoperto per la prima volta nel 1947 in Uganda, di recente ha colpito nel nord del Brasile. È una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette di alcune specie appartenenti al genere Aedes. Zika, è un Flavivirus, simile al virus della febbre gialla, della dengue, dell’encefalite giapponese e dell’encefalite del Nilo occidentale. All’uomo lo trasmettono le zanzare, le stesse responsabili della dengue. L’ospite serbatoio non è noto, ma, secondo l’Iss, è ragionevole ipotizzare che si tratti una scimmia. Il soggetto punto da una zanzara portatrice e nuovamente punto da una zanzara non infetta, può dunque innescare una catena in grado di dare origine a un focolaio endemico. Il contagio interumano è possibile e può avvenire attraverso i liquidi biologici (via sessuale, trasfusioni, passaggio materno-fetale). I sintomi sono simili all’influenza, ma raramente è necessario il ricovero in ospedale.

DENGUE – Chiunque abbia intenzione di viaggiare nei tropici, dovrebbe informarsi sulla modalità di trasmissine e di prevenzione di questo virus, che rappresenta una minaccia costante. Trasmesso agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta, il virus trova nell’uomo il suo serbatoio. Tra 50 e 100 milioni di persone lo contraggono ogni anno, tra chi viaggia in Thailandia o in India e chi, soprattutto, vi abita.

LaPresse/Reuters

SARS E MERS – La SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) ha rappresentato la prima minaccia globale del XXI secolo. Comparsa nella provincia cinese meridionale del Guangdong negli ultimi mesi del 2002, approdava poi a Hong Kong e Hanoi, provocando improvvisi focolai epidemici. Tra il 12 e il 15 marzo 2003, l’Oms, per la prima volta nella sua storia, ha lanciato un allarme mondiale, raccomandando di rimandare i viaggi provenienti da aree affette o verso le aree infette. Fa parte della famiglia dei coronavirus (CoV), virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie. La Mers ha colpito la penisola arabica; la Sars, tra il 2002 e il 2003, ha registrato 8098 casi probabili e fatto, ufficialmente, 774 morti.

COVID-19 – Infine, abbiamo il nuovo coronavirus che arriva da Wuhan, nella provincia cinese dello Hubei. Il primo caso è stato isolato il 31 dicembre 2019. Il luogo di trasmissione è stato individuato in un mercato alimentare. Si trasmette tra umani, ma non è stato ancora individuato con certezza l’animale su con cui ha viaggiato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato una emergenza globale. I morti sono oltre 1.400.

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