Dal tessile al settore energetico, la rivoluzione del grafene è alle porte

Secondo Vittorio Pellegrini, direttore della Graphene Flagship, si tratta di una rivoluzione maggiore a quella provocata dalla scoperta dell'alluminio a fine '700
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Il grafene si prepara a rivoluzione il mondo della ricerca, dal settore energetico, a quello dei tessuti. Vittorio Pellegrini, direttore della Graphene Flagship dell’Istituto Italiano di Tecnologia e fondatore dell’azienda BeDimensional ha spiegato ad Agenzia Nova che si tratta di “un cristallo fatto da atomi di carbonio sottile quanto l’atomo stesso, quindi un velo di materia bidimensionale. E’ come se fosse un foglio che fa parte di un libro, che e’ la grafite. Essendo bidimensionale e avendo una struttura particolare di atomi di carbonio, ha delle proprieta’ incredibili di trasporto elettrico, di trasporto di calore, impermeabilita’, flessibilita’ e resistenza meccanica”. “Nel 2004 – racconta Pellegrini – si e’ scoperto quasi per caso come strappare questa singola pagina dal libro, e poi successivamente si sono scoperti tutta una serie di cristalli bidimensionali simili al grafene, ma composti da altri atomi. La famiglia si e’ arricchita in questi anni e conta quasi piu’ di duemila membri. Questi cristalli, singolarmente o tutti insieme, per le proprieta’ che hanno possono produrre una serie di applicazioni, che possono veramente rivoluzionare il settore dei materiali e dei tessuti, il settore energetico e quello dei compositi”.

Secondo il direttore della Graphene Flagship si tratta di una rivoluzione maggiore a quella provocata dalla scoperta dell’alluminio a fine ‘700. “Qui siamo di fronte a qualcosa che forse e’ addirittura piu’ pervasivo”, osserva Pellegrini.”Il grafene si puo’ integrare in una varieta’ di plastiche, per dare origine a delle plastiche piu’ robuste che conducono calore; si puo’ integrare in una varieta’ di tessuti, per generare delle proprieta’ di resistenza al fuoco; si puo’ utilizzare nel settore energetico nelle batterie ioni-litio; si puo’ utilizzare come pasta conduttiva nei pannelli fotovoltaici. Ha molte applicazioni. Alcuni prodotti esistono gia’, ma con tutta franchezza il prodotto a base grafene che rivoluzionera’ e sara’ piu’ di successo ancora non l’abbiamo identificato“, spiega Pellegrini.

Sono molte le attivita’ di ricerca nelle universita’ italiane e all’Istituto italiano di tecnologia (Iit) nel quale nel 2013 abbiamo messo su un gruppo che e’ diventato molto importante a livello mondiale. Alcuni anni dopo siamo riusciti a trovare un modo brevettato per produrre questo foglio in grandi quantita’ e a un costo relativamente basso. Si tratta di un metodo di produzione che si applica al grafene, ma anche a tutti gli altri membri di questa famiglia di cristalli bidimensionali“, aggiunge Pellegrini, che dopo la scoperta ha fondato insieme a due colleghi ricercatori la start-up BeDimensional, inizialmente societa’ spin-off dell’Iit e dal 2018 entrata a far parte del gruppo Pellan.

Noi siamo stati molto fortunati, perche’ abbiamo trovato un contesto imprenditoriale molto adeguato: il gruppo Pellan ha visto questa opportunita’ e ha deciso di non aspettare che questa tecnologia maturasse fino ad arrivare sul mercato e poi usufruirne, ma di inglobare questa ricerca e sviluppo all’interno del gruppo, per coglierne i frutti gia’ oggi in parte, ma soprattutto domani, dal punto di vista delle applicazioni“, spiega il fondatore, prevedendo che “questa tecnologia, che sta iniziando a dare i propri frutti, probabilmente tra cinque anni sara’ molto piu’ devastante in termini di numeri e di penetrazione del mercato rispetto a oggi“. L’ultimo passo in avanti e’ il finanziamento da parte del ministero dello Sviluppo economico di 427mila euro a fondo perduto per l’industrializzazione di un’etichetta smart tag in grafene, da applicare nella produzione dei tessuti. Grazie al tag in grafene “si potra’ mappare e interrogare i tessuti nei vari step di lavorazione, costruendo e immagazzinando in una memoria la loro storia. Uno strumento molto utile, ad esempio, in caso di deterioramento di un tessuto nel tempo, per risalire al problema”.

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