Per molto tempo è stato una “cassaforte senza chiave”. Ora, per la prima volta, gli scienziati sono entrati dentro il glioblastloma (GBM), il tumore del cervello ancora oggi incurabile, e lo hanno replicato in vitro e fatto crescere osservandone i comportamenti e le reazioni ai farmaci.
Di questo importante risultato, ottenuto dal gruppo di Chiara Maria Mazzanti, ricercatrice a capo del Laboratorio di Genomica e Trascrittomica della Fondazione Pisana per la Scienza, e’ stata data una anticipazione questa mattina, nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Fondazione Pisana per la Scienza per presentare il nuovo bando degli FPS Grant 2020, l’invito a scienziati e studiosi di tutto il mondo a presentare proposte di ricerca all’avanguardia nei campi di oncologia, neuroscienze e patologie del sistema cardiovascolare.
Lo studio condotto da Chiara Maria Mazzanti assieme a un team multidisciplinare di scienziati italiani e internazionali, nell’ ambito del progetto “Optical metabolic imaging (OMI) of glioblastoma patient derived organoids to assess treatment response and disease progression”, finanziato dalla Fondazione Pisana per la Scienza, sara’ presto pubblicato su una rivista scientifica di settore.
“Il Glioblastoma e’ fra i piu’ aggressivi e letali dei tumori umani – ha spiegato la ricercatrice -, ha ancora un tasso di mortalita’ del 100%. Oltre alla rimozione chirurgica, il trattamento consiste in chemioterapia a base di temozolomide (scoperto negli anni ’70 e approvato nel 2005) associata a radioterapia; ma il tumore si ripresenta o progredisce e la sopravvivenza mediana e’ di 14,6 mesi dei pazienti”.
“E’ sempre stato una cassaforte senza combinazione, ma noi abbiamo trovato una chiave d’accesso – ha annunciato –, grazie a collaborazioni internazionali e competenze multidisciplinari presenti anche qui a Pisa, come i laboratori Nest della Scuola Normale, l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Pisa, l’Ospedale di Livorno, il Cnr”.
“Per la prima volta – ha detto la ricercatrice – siamo entrati nel glioblastoma partendo da una biopsia umana, e abbiamo fatto crescere in vitro il tumore per osservarlo mentre si sviluppa e comprenderne i meccanismi. Siamo riusciti a creare un modello che ci permettera’ di studiare il modo in cui questo tumore risponde ai farmaci. Grazie all’utilizzo di potenti microscopi acquistati dalla Fondazione Pisana per la Scienza, possiamo testare il tumore con diverse terapie. L’obiettivo e’ che ogni paziente affetto da questo male possa avere il proprio tumore replicato in vitro in modo che possa essere testato con farmaci per trovare una terapia misurata e personalizzata”. Chiara Maria Mazzanti e’ laureata in Scienze Biologiche all’Universita’ di Pisa e dottore di ricerca in Oncologia sperimentale e Biomorfologia dei Tumori. Ha lavorato per molti anni all’estero in importanti istituti di ricerca e e, dal 2013, conduce le sue ricerche in campo oncologico alla Fondazione Pisana per la Scienza.