Meteo – Il vortice polare quest’anno procede a tutta forza ed è stato il principale responsabile di questo “non inverno” sull’Europa. Ultimamente, è la parte inferiore del vortice polare ad attirare l’attenzione, avendo raggiunto un freddo record per questo periodo dell’anno. Già il 3 gennaio, una radiosonda ha misurato su Reykjavik (Islanda) la temperatura più bassa nella stratosfera degli ultimi 40 anni a -96°C. La temperatura è stata raggiunta al livello di 17,2hPa, ossia intorno ai 25,6km di altitudine. Questa è la dimostrazione di quanto sia stato forte il vortice polare stratosferico in questa stagione.
A qualche settimana di distanza, arriva un nuovo record di temperatura, ma questa volta nella bassa stratosfera, intorno al livello di 50hPa (18-20km), evidenzia un’analisi di Severe Weather Europe. Una radiosonda da Alert (Canada) ha misurato intorno ai -83°C il 18 febbraio, mentre un’altra dalle Svalbard ha misurato -85°C. Entrambe le stazioni sono un po’ al di fuori del reale nucleo del vortice polare e questo significa che le temperature sul polo sono ancora più basse. L’analisi della temperatura di GFS indica che le temperature del nucleo si sono spinte a -86°C, un dato davvero impressionante per questo periodo dell’anno. Il grafico di analisi di NASA/GMAO ha dimostrato che questo minimo è la temperatura più fredda nelle registrazioni di 40 anni (set dati MERRA-2) per questo periodo dell’anno (vedi mappe della gallery scorrevole in alto, a corredo dell’articolo). Il grafico mostra la temperatura media più bassa nell’emisfero settentrionale, da 60 a 90°N, dove si trova solitamente l’area più fredda del vortice polare.
Anche le temperature minime del nucleo sono a valori record per questo periodo dell’anno, così bassi da consentire la formazione delle nubi stratosferiche polari, che si formano solo nelle aree più fredde della stratosfera, dove le temperature scendono al di sotto dei -85°C. Le nubi stratosferiche polari sono meravigliose da vedere e sono persino più rare dell’Aurora Boreale, ma hanno anche un lato negativo, essendo un fattore chiave nella distruzione dell’ozono nella stratosfera. Sul polo sud, insieme alla luce solare e agli aerosol CFS/HFC, contribuiscono a creare il famoso buco dell’ozono. Queste nubi forniscono la superficie che favorisce la produzione di cloro e bromo chimicamente attivi e in grado di distruggere rapidamente l’ozono.
Le condizioni fredde che mantengono la formazione di queste nubi stratosferiche persistono a settembre ed ottobre in Antartide, quando la luce solare torna sull’area per iniziare la distruzione dell’ozono. Solitamente al polo nord, le temperature non sono abbastanza fredde da consentire la formazione di grandi quantità di queste nubi stratosferiche e conseguentemente, la creazione di un grande buco dell’ozono. Ma il processo di distruzione dell’ozono può comunque avvenire. L’analisi di NASA/GMAO mostra gli attuali valori di ozono sul polo nord: sono valori bassi da record per questo periodo dell’anno.
La distruzione dell’ozono necessita anche della luce solare ed ecco perché è limitata al polo nord. Dalla fine di febbraio/marzo, quando la luce solare raggiunge il polo, la stratosfera solitamente non è abbastanza fredda da produrre nubi stratosferiche polari per iniziare la distruzione dell’ozono. Ma in alcuni anni, come in questo, la stratosfera è eccezionalmente fredda e può produrre queste nubi stratosferiche quando la luce solare raggiunge il polo. Dai grafici contenuti nella gallery, si può vedere un “buco dell’ozono” sul polo, osservato in egual misura solo 3 volte negli ultimi 40 anni in questo periodo dell’anno. Non si avvicina minimamente all’intensità e alle dimensioni del buco dell’ozono che vediamo sul polo sud ogni anno, ma è straordinario per l’emisfero settentrionale.
Il motivo per il quale la stratosfera è così fredda è dovuto ad un vortice polare molto freddo. L’intera stagione invernale è stata dominata da un vortice polare eccezionalmente forte. La temperatura e i venti nella media stratosfera sono gli indicatori della forza del vortice polare. Il vortice è stato molto freddo questa stagione e ha raggiunto velocità del vento record per due volte per questo periodo dell’anno. Inoltre, sta avendo una forma simmetrica, che indica che non c’è alcuna forza esterna a fare pressione, lasciandolo quindi libero di mantenere la sua intensità, ridurre la pressione e raggiungere temperature molto fredde. Al livello di 50hPa, il vortice polare sta avendo temperature di 20°C più fredde della norma!
Per la maggior parte della stagione, il vortice polare è stato relativamente forte, dettando anche le nostre condizioni meteo. Ci sono state delle alterazioni qua e là, ma non sono state sufficienti ad alterare seriamente il vortice polare. A febbraio, il vortice ha accelerato la sua attività e dalle previsioni, sembra che continuerà allo stesso ritmo, restando più forte del normale per questo periodo dell’anno.
Mentre ci avviciniamo sempre di più alla primavera, le regioni polari iniziano a scaldarsi, il che mette fine al regno del vortice polare. Può avvenire gradualmente o all’improvviso con un evento di riscaldamento improvviso, chiamato Final Warming. Quando si hanno eventi di riscaldamento durante l’inverno, il vortice polare solitamente si avvia alla primavera in una condizione più debole. Questo significa che il Final Warming è più graduale e non ha grandi impatti sul nostro meteo. Ma se il vortice polare è forte, come quest’anno, il Final Warming può essere brusco e improvviso. Poiché il vortice polare è così forte quest’anno e dovrebbe continuare ancora così, ci sono delle incertezze per quanto riguarda la primavera, con il Final Warming che potrebbe avere un’influenza imprevedibile, condizionando i pattern meteorologici persino alla fine della primavera e all’inizio dell’estate.