Xylella: si prova l’olivicoltura ‘di precisione’ per batterla

"Olivicoltura di precisione e valorizzazione della biodiversita'" è il nome di un progetto, il primo di questo genere in Italia, nato dalla collaborazione tra la Societa' Agricola Villa Filippo Berio (Gruppo Salov) e l'istituto per la Bioeconomia del Cnr di Firenze
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“Olivicoltura di precisione e valorizzazione della biodiversita'” è il nome di un progetto, il primo di questo genere in Italia, nato dalla collaborazione tra la Societa’ Agricola Villa Filippo Berio (Gruppo Salov) e l’istituto per la Bioeconomia del Cnr di Firenze, che e’ la prosecuzione di un lavoro sinergico tra Salov e Cnr per contrastare lo sviluppo della Xylella. Il nuovo studio, che si sviluppera’ a Vecchiano (Pisa) nell’uliveto di 70 ettari della ‘Filippo Berio’, sviluppera’ nuove tecniche di agricoltura di precisione mai applicate prima all’olivicoltura, migliorera’ lo sfruttamento della biodiversita’ olivicola italiana e valorizzera’ tecniche produttive sostenibili.

L’oliveto toscano si trasformera’ in un laboratorio ‘a cielo aperto’ dove analizzare e applicare soluzioni per il miglioramento di tutta l’olivicoltura italiana perche’, spiega una nota di Salov, “i risultati delle ricerche verranno condivisi diventando patrimonio comune per una produzione olivicola di qualita’ e per una migliore valorizzazione dell’immenso patrimonio di biodiversita’ olivicola presente nel Paese, per lo sviluppo di metodologie innovative mai applicate all’olivicoltura e per la creazione di nuove tecniche produttive sostenibili”.

La ricerca avverra’ con una rete di monitoraggio in tempo reale: sensori intelligenti su pianta e suolo, osservazioni con droni e via satellite e sensori wireless connessi in rete, sottolinea l’azienda, “per una produzione efficiente di oli dalle caratteristiche chimiche e organolettiche nettamente superiori: il Cnr individuera’ le varieta’ piu’ interessanti da introdurre nei nuovi oliveti in corso di piantagione e lo studio sara’ funzionale al recupero di antiche cultivar toscane ormai in disuso e che, invece, torneranno in auge perche’ rappresentative in uno dei territori dell’olivicoltura piu’ vocati, sviluppando metodologie agronomiche sostenibili e metodiche sostenibili di contrasto allo sviluppo della Xylella”.

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