In questi giorni lo leggiamo un po’ ovunque e forse lo scriviamo noi stessi: “Andrà tutto bene”, ovvero lo slogan dell’emergenza Coronavirus che sta attanagliando l’Italia. Lo scopo è quello di non perdere la speranza di fronte alle incertezze del presente e del futuro. Una frase che sembra essere nata sul web, ma che in realtà ha radici molto più profonde, religiose e mistiche. Bisogna tornare indietro di qualche secolo per arrivare al tempo in cui visse la beata Giuliana di Norwich, la cui statua campeggia sulla facciata della Cattedrale anglicana dell’omonima città britannica.
Giuliana visse tra il 1342 al 1430 circa. La sua vita fu talmente votata a Cristo che desiderò condividerne la Passione e nel maggio del 1373 si ammalò gravemente e iniziò ad avere delle visioni del Signore che ebbero fine solo quando, qualche mese dopo, la giovane donna guarì. Quegli incontri spirituali furono poi riportarti nel libro “Rivelazioni dell’Amore Divino” da cui sappiamo che Gesù affidò proprio quelle parole a Giuliana: “Tutto andrà bene”. “All shall be well”.
Giuliana di Norwich, che dopo la malattia visse solitaria in un eremo vicino alla chiesa di San Giuliano, è stata ricordata da papa Francesco durante l’udienza generale del 23 marzo 2016, dedicata al Triduo Pasquale. Questa mistica, disse Bergoglio, «ha descritto, con linguaggio semplice, ma profondo ed intenso il senso dell’amore misericordioso. Diceva così: «Allora il nostro buon Signore mi domandò: “Sei contenta che io abbia sofferto per te?” Io dissi: “Sì, buon Signore, e ti ringrazio moltissimo; sì, buon Signore, che Tu sia benedetto”. Allora Gesù, il nostro buon Signore, disse: “Se tu sei contenta, anch’io lo sono. L’aver sofferto la passione per te è per me una gioia, una felicità, un gaudio eterno; e se potessi soffrire di più lo farei”». Questo è il nostro Gesù, che a ognuno di noi dice: “Se potessi soffrire di più per te, lo farei”.
Papa Benedetto XVI, invece, le dedicò l’udienza generale del 1° dicembre 2010. «Il Catechismo – disse – riporta le parole di Giuliana di Norwich quando espone il punto di vista della fede cattolica su un argomento che non cessa di costituire una provocazione per tutti i credenti (cfr nn. 304-314). Se Dio è sommamente buono e sapiente, perché esistono il male e la sofferenza degli innocenti? Anche i santi, proprio i santi, si sono posti questa domanda. Illuminati dalla fede, essi ci danno una risposta che apre il nostro cuore alla fiducia e alla speranza: nei misteriosi disegni della Provvidenza, anche dal male Dio sa trarre un bene più grande come scrisse Giuliana di Norwich: “Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene…”».
E in questo difficile periodo che stiamo vivendo non possiamo fare altro, oltre che applicare tutti i consigli e le buone norme per evitare i contagi, di sperare – e per chi ha fede pregare – che vada davvero tutto bene e che si allevi la sofferenza immane che sta attraversando il nostro Paese.