In piena emergenza coronavirus, mentre la Lombardia è stremata, quando il bollettino della Protezione Civile sembra più un bollettino di guerra e le città di Bergamo e Brescia le più trafitte, fa discutere la notizia, diffusa dal quotidiano La Repubblica pochi minuti fa, di mezzo milioni di tamponi prodotti da un’azienda di Brescia e venduti agli Stati Uniti.
Tamponi che forse sarebbero potuti servire all’Italia, dal momento che più del 50% delle persone affette da coronavirus è asintomatica, ma contagiosa (lo rivela lo studio internazionale effettuato a Vo’, in Veneto, ndr) e probabilmente isolare con fermezza le persone positive, seppur asintomatiche, avrebbe potuto fare la differenza in questa battaglia in cui si contano fin troppi caduti.
L’annuncio della spedizione transatlantica è stato fatto su Instagram, con una foto che mostrava la stiva di un quadrireattore C-17 Globemaster dell’Air Force colma di contenitori con i kit. Il post è stato successivamente rimosso, na la notizia stata confermata ufficialmente dal portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman. “Ci sono elementi multipli per far il test – ha spiegato il generale Paul Friedrichs, del comando medico centrale – I primi sono i tamponi che servono a raccogliere i campioni dalle persone, poi c’è il liquido dove svilupparli. Questo è ciò che abbiamo portato dall’Italia”. Il generale ha detto che i materiali vengono prodotti negli Usa e all’estero, senza precisare dove fossero stati reperiti. E ha aggiunto: “Questo è un grande esempio di come le nazioni lavorino insieme per assicurare che venga data risposta alle domande globali”.
Il mezzo milione di test è stato infatti prodotto proprio in Italia, dalla Copan Diagnostics, un’azienda di Brescia. La conferma è stata data a Repubblica dall’ambasciatore Lewis Einsenberg: “Siamo lieti che l’azienda italiana Copan Diagnostics continui a produrre tamponi per i test del Covid-19 in quantità sufficienti per soddisfare le richieste in Italia e le vendite all’estero. Il settore privato italiano contribuisce a salvare vite nel mondo. Mi congratulo per questo sforzo”. E precisa: “Gli Stati Uniti continueranno ad acquistare questi tamponi da aziende italiane secondo le proprie necessità. Gli Stati Uniti e l’Italia continuano a lavorare insieme in strettissima collaborazione”.