“Un contagio simile si e’ visto in Italia e in Europa solo con la Spagnola, che ha avuto il medesimo impatto per rapidita’ come e’ avvenuto a Lodi e nella bergamasca. Noi siamo passati in tre settimane da zero a 400 casi. Ma ho una carriera sufficientemente lunga alle spalle per aver vissuto l’epoca dell’Aids: ecco, per ampiezza di diffusione il coronavirus e’ molto simile. Con la differenza che in questo caso c’e’ anche la velocita’ del contagio: il 23 febbraio abbiamo registrato il primo caso, in due giorni abbiamo preparato e subito riempito 48 letti nel reparto di malattie infettive. Tutti quadri clinici con polmoniti e grave insufficienza respiratoria“: lo ha spiegato Marco Rizzi, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale papa Giovanni XXXIII di Bergamo, in un’intervista al Messaggero. A Bergamo, “tutto e’ partito dal focolaio della bassa Val Seriana, ad Alzano e a Nembro ha cominciato a circolare sotto traccia prima che venisse registrato il primo caso“, spiega l’esperto. “Per due, tre settimane il contagio si e’ diffuso indisturbato, senza che a nessuno sorgesse il sospetto. Ora il virus e’ in ogni angolo della provincia. Ogni giorno arriva un centinaio di persone, 50-60 vengono ricoverate. In terapia intensiva abbiamo 70 pazienti, continuiamo ad aggiungere posti e nelle prossime ore ne potremo gia’ accogliere 80“.