Coronavirus, il “documento strategico” del Regno Unito: “Così ridurremo al minimo i decessi e non avremo la seconda ondata”
"Se un blocco viene avviato troppo presto, l’aspettativa del Regno Unito è che il virus andrà in stallo, per poi riemergere con violenza in una seconda ondata, che potrebbe essere più dura"
Negli ultimi giorni, sta facendo discutere la scelta presa dal Regno Unito per affrontare l’emergenza coronavirus, una scelta che si differenzia molto da quella degli altri Paesi. “Prepariamoci, perché altre famiglie perderanno i loro cari. Non stiamo affrontando una semplice influenza, ma sta iniziando la peggiore crisi di salute pubblica di un’intera generazione”, ha detto il premier Boris Johnson in conferenza stampa davanti ai giornalisti, affiancato dai due principali consiglieri scientifici del governo britannico: il chief medical officer Chris Whitty e il chief scientific adviser Patrick Vallance, due scienziati di caratura internazionale, docenti universitari dall’autorevole e prestigiosa carriera medica e accademica.
“Non possiamo impedire del tutto che il contagio si propaghi, e non è nemmeno desiderabile, perché dobbiamo creare una certa immunità nella popolazione per proteggerci anche in futuro“, ha detto Vallance. Proprio questo punto, che si basa sul principio dell’immunità di gregge, ha scatenato le critiche nei confronti della risposta del governo britannico all’emergenza coronavirus.
In un post su Facebook, il giornalista Maajid Nawaz ha voluto spiegare con parole più semplici la strategia del Regno Unito. Nawaz è una delle figure più influenti del Regno Unito: è un attivista per i diritti umani e cofondatore, presidente e animatore di Quilliam, un think tank di contro-estremismo globale. Ecco cosa ha scritto: “La strategia del Regno Unito per affrontare il coronavirus, o Covid-19, punta a ridurre al minimo i decessi e a mantenere il funzionamento del nostro sistema sanitario, gestendo e mitigando quella che sarà inevitabilmente un’epidemia diffusa”, ha scritto Nawaz. “Sta arrivando e non possiamo fermarla. Il meglio che possiamo fare è gestirla. La strategia del Regno Unito è stata concepita utilizzando un approccio interdisciplinare, considerando non solo la virologia, ma anche la psicologia comportamentale umana (per esempio, come evitare il panico e il caos, che uccidono le persone), la consulenza economica (anche non avere soldi per comprare il cibo e le medicine uccide le persone) e molto altro. La strategia del Regno Unito ha utilizzato modelli computazionali per determinare il momento ottimale in cui scuole e negozi devono essere gradualmente chiusi, senza causare carenze di personale (i genitori dovranno stare a casa per prendersi cura dei bambini) nei servizi fondamentali (perché questo porterà ulteriori decessi), e senza essere prematuri (perché nessun blocco può durare troppo a lungo prima che la gente inizi ad ignorarlo e finiamo con l’infrangere la legge e l’ordine), oltre a mantenere l’attività economica fondamentale (senza la quale interi mezzi di sussistenza crolleranno e di nuovo le vite sono a rischio)”.
Nel documento strategico del Regno Unito sul piano contro il coronavirus, infatti, vengono definite diverse fasi, per una reazione graduale all’emergenza. “Poiché ci sono già casi nel Regno Unito, l’enfasi attuale è sulle fasi di contenimento e ricerca, ma i piani per la fase di ritardo e mitigazione sono già in corso. Molte delle azioni previste nella fase di contenimento agiscono anche per aiutare a ritardare l’inizio di un’epidemia se diventa inevitabile. Nel caso in cui l’epidemia peggiorerà o nel caso di una grave pandemia prolungata, la risposta si intensificherà e il focus si sposterà dal contenimento al ritardo, attraverso la mitigazione. Durante questa fase, le pressioni sui servizi e sul resto della società potrebbero iniziare ad essere più significativi e chiaramente evidenti. Se la malattia si stabilirà nel Regno Unito, dovremo considerare ulteriori misure per ridurre il tasso e la portata della diffusione. Sulla base dell’esperienza delle precedenti epidemie, potrebbe essere che l’esposizione diffusa nel Regno Unito sia inevitabile; ma rallentarla sarebbe tuttavia benefico”, si legge nel documento.
“Se il momento di qualsiasi blocco è troppo precoce, può essere dannoso tanto quanto se fosse troppo tardivo. Il momento ottimale dovrebbe essere determinato dai modelli epidemiologici che il governo britannico sta cercando di utilizzare. Il Primo Ministro Boris Johnson non ha inventato questa strategia. È stato consigliato dal chief science advisor Sir Patrick Vallance e dal chief medical officer Chris Whitty. Inoltre, il governo britannico ha ben 6 gruppi di esperti specializzati che contribuiscono a queste politiche, così come scenari di emergenza del servizio civile che sono stati pianificati da tempo. Sì, il governo del Regno Unito sta facendo degli errori nel comunicare questa strategia in maniera adeguata, ma questo non è necessariamente un problema nella strategia stessa. Se un blocco viene avviato troppo presto, l’aspettativa del Regno Unito è che il virus andrà in stallo, per poi riemergere con violenza in una seconda ondata (perché questa è una pandemia) una volta terminato il blocco. Questa seconda ondata (mutata) potrebbe essere più dura (più mortale) della prima, mentre troppi pochi di noi persone più giovani e più sane della società abbiamo sviluppato l’immunità dalla prima ondata, perché non siamo stati esposti al virus ma invece messi in lockdown”, continua il post.
“Invece, la strategia del Regno Unito punta a calcolare qualsiasi blocco in maniera adeguata, nel momento in cui i numeri di coloro che hanno sviluppato l’immunità si incrocia con il momento in cui i servizi sanitari hanno più bisogno del blocco, per sgravare i servizi di emergenza che forniscono. Poi il governo potrebbe allentare la valvola della pressione, poi restringerla ancora e così via, fino a quando almeno il 60% di noi persone più giovani nella società avrà sviluppato un’immunità. Questo ci fa guadagnare tempo a lungo termine (e siamo legati a questo virus per il prossimo futuro) per sviluppare un vaccino, senza lasciare troppe persone vulnerabili senza immunizzazione. Perché questo è importante? Perché nessuno sa quanto sarà lunga l’attesa di un vaccino. Quindi, nessuno sa per quanto sia necessario un lockdown (che è insostenibile). E nessuno sa quanto l’economia mondiale possa sostenere questo shock. Questo è il motivo per cui il governo sta cercando di scaglionare qualsiasi blocco, e gestire questo declino”, scrive ancora il giornalista.
“Se noi persone più giovani e più in salute non sviluppiamo qualcosa di simile ad una “immunità di gregge”, avvicinandoci ad un tasso di infezione (R0) inferiore a 1 nella società, continueremo ad infettare coloro che sono più vulnerabili nella società e questo porterà a maggiori decessi, non minori. La politica del governo britannico non cerca di salvare i giovani a spese degli anziani. È il contrario. Il piano del governo britannico spera di incoraggiare i giovani a diventare immuni dall’esposizione, proprio in modo che non finiscano per infettare gli anziani”, si legge nel post di Nawaz. Le misure che verranno prese in considerazione, come il distanziamento sociale, la chiusura dei contesti educativi, l’aumento della pubblicità sul bisogno di buone misure igieniche, avranno lo scopo di “proteggere le persone vulnerabili con malattie pregresse e quindi più a rischio di essere gravemente colpiti dalla malattia. L’efficacia di queste azioni dovrà essere bilanciata con il loro impatto sulla società”, si legge nel documento strategico del governo.
“Siate d’accordo o meno, ma vi prego di non scartare questa strategia come follia. Piuttosto affrontatela per quel che è. Si basa su ben 6 gruppi di esperti estremamente specializzati e su un’intera macchina del governo, non solo Boris Johnson o il partito conservatore. Questa è una strategia britannica, non una strategia conservatrice. Ed è una strategia concepita per adattarsi, ruotare ed evolvere quando saranno disponibili ulteriori informazioni”, spiega Nawaz.
“Questo è il momento di una crisi globale. Siamo in un’epoca sconosciuta e precaria. Solo metà della battaglia è contro il coronavirus. L’altra metà è contro il panico e l’isteria di massa. Non è il momento per fare le scorte. Non è il momento per l’individualismo dilagante. È il momento della comunità e della coesione. Non è il momento per l’egoismo. È il momento per la cura e la preoccupazione per i nostri vicini, i nostri anziani e i nostri cari. Non ho scritto questo per rimproverare qualcuno, né per minimizzare la portata del problema. Sono semplicemente un britannico indipendente che vuole contrastare il panico e che desidera fare ricorso a quella tenace determinazione e robusta risoluzione per andare avanti con le cose. Questo è quello per cui la Gran Bretagna è conosciuta. Sì, analizziamo l’approccio del nostro governo. Potremmo aver preso una strada leggermente diversa da alcuni dei nostri amici in Europa. Ma lo abbiamo sempre fatto, giusto? Ricordiamoci chi siamo perché abbiamo vissuto di peggio nella nostra ora più buia. Ma soprattutto, manteniamo la calma e andiamo avanti”, conclude Maajid Nawaz.