“I numeri evidenziano una crescita della diffusione del contagio, una crescita che e’ costante: ci sono 11.685 positivi in Lombardia, con un incremento di 1865, ci sono 4898 persone ospedalizzate con 463 persone in piu’. Le persone in terapia intensiva sono 732, con un incremento di 85 e i decessi 966, 76 in più“: sono i numeri dell’emergenza Coronavirus in Lombardia resi noti dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. “Oggi in Lombardia ci sono 1.100 letti in terapia intensiva, 898 dedicati ai pazienti Covid, 732 dei quali sono ora occupati da pazienti positivi e gli altri sono in attesa del risultato del tampone“, ha aggiunto. Quella per recuperare posti in terapia intensiva, ha spiegato, è “una corsa contro il tempo: stiamo continuando a svuotare gli ospedali con maggiore pressione, e già 91 pazienti sono stati spostati in altri presidi. Poi 81 persone che stanno meglio sono state trasferite in Rsa. Non so in quale altro Stato europeo sarebbe stato possibile fare una cosa del genere“, ha chiosato Gallera. Bergamo, con 2864 casi (496 in piu’ rispetto a ieri), e Brescia, con 2122 casi (338 in piu’ rispetto a ieri), rimangono le due province lombarde con il maggior numero di positivi al Coronavirus. A Cremona sono 1565 i casi positivi e nell’area metropolitana di Milano 1551, contro i 1307 di ieri. Nella altre province lombarde i casi sono: 1276 a Lodi, 224 a Monza Brianza, 261 a Mantova, 622 a Pavia, 45 a Sondrio, 287 a Lecco, 154 a Como e 158 a Varese. Ci sono 556 casi in corso di verifica. I tamponi effettuati in totale sono 37138. A Milano citta’ i casi positivi di Coronavirus sono 632, 98 in piu’ rispetto a ieri, mentre quelli che comprendono anche l’area metropolitana sono 1551. Nella giornata di ieri i pazienti positivi al Covid-19 a Milano citta’ erano 534, mentre nella giornata di giovedi’ erano 451.
“Se il contagio arriva al Sud come al Nord, è un disastro… Dobbiamo chiudere tutto, non finirò mai di ripeterlo“. Lo dice all’Adnkronos il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Rispondendo ad una richiesta del presidente della Regione Sardegna per l’emergenza Coronavirus, la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato un decreto con il quale vengono sospesi i collegamenti e i trasporti ordinari delle persone da e per la Sardegna. Si vola solo tra Roma Fiumicino e Cagliari, mentre sulle navi potranno viaggiare solo le merci. Il trasporto delle persone su traghetti e velivoli puo’ avvenire soltanto su autorizzazione della Regione e per dimostrate e improrogabili esigenze.
L’epidemia di Coronavirus viaggia a velocità diverse da regione a regione: è quanto emerge dall’analisi fatta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le applicazioni del calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iac Cnr). Sebastiani ha rilevato che fra il 10 e l’11 marzo si è registrato un aumento del tasso di crescita, dopo un precedente calo, in Sicilia e Lazio e meno marcatamente in Puglia, “forse causato dall’esodo dal nord al sud avvenuto in seguito al decreto che l’8 marzo istituiva la zona rossa in Lombardia“. Il ricercatore ha elaborato le previsioni relative all’arrivo del picco in otto regioni, ha calcolato dunque il periodo “in cui si raggiunge il numero stabile dei contagiati e dopo i quali inizia la fase calante”. Nelle otto regioni analizzate si distinguono due gruppi: uno comprende Piemonte, Toscana, Liguria, Trentino e Friuli gruppo, dove alla luce dei dati raccolti finora il picco dovrebbe arrivare a fine marzo; l’altro comprende Emilia Romagna, Veneto e Marche, dove il picco dovrebbe arrivare tra metà e fine aprile.
Secondo il direttore dello Iac Cnr, Roberto Natalini, allo stato attuale e sulla base dei dati a disposizione, ancora incompleti, “è impossibile per chiunque poter prevedere quando l’epidemia di Covid-19 raggiungerà il picco in Lombardia, e poi finirà“. Natalini ha osservato che inoltre che, sebbene i modelli matematici esistano, “questa è una situazione molto complicata perché non si hanno tutti i dati necessari per fare i calcoli. Non si sa infatti quanto siano gli infetti e quante persone esattamente siano morte per la Covid-19, perché in Italia se una persona con altre patologie e positiva al virus muore, viene classificata come deceduta per il Coronavirus, mentre magari potrebbe essere morta per altre cause”, rileva Natalini. A rendere attualmente impossibile poter calcolare quando l’epidemia raggiungerà il picco in Lombardia, per poi finalmente iniziare la sua fase calante, rileva Natalini, “è il fatto che ora è in crescita esponenziale, cioè che c’è il raddoppio di casi ogni certo numero di infetti. Questa è la fase più difficile, perché non si può vedere quando si fermerà“.