“Bisogna fare attenzione a sostenere una correlazione diretta tra picchi di inquinamento durante giorni specifici e aumento della diffusione del Coronavirus”. Lo ha riferito all’AGI Federico Fierli, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche, commentando lo studio condotto dalla Societa’ italiana di medicina ambientale (Sima) insieme alle Universita’ di Bologna e di Bari. Lo studio in questione evidenzierebbe una correlazione tra i livelli elevati di inquinamento e l’outbreak di Covid-19 registrati in Pianura Padana durante una specifica giornata. Stando ai risultati, il particolato atmosferico farebbe da carrier per il virus, facilitando la diffusione dei contagi in specifici periodi. “Il collegamento tra inquinamento e salute e’ scientificamente accertato ed e’ una reale emergenza nelle regioni piu inquinate, ma le interazioni e i meccanismi che regolano l’epidemiologia e la diffusione di un virus sono complesse per stabilire una relazione diretta sulla base di dati per ora molto limitati”, spiega Fierli, sottolineando l’importanza di una comunicazione corretta e responsabile in una situazione delicata come quella che stiamo affrontando.
“Abbiamo visto le immagini satellitari che mostrano una visibile riduzione di uno dei gas inquinanti in atmosfera. Questo e’ plausibilemente legato alla drastica diminuzione del traffico veicolare. Tuttavia l’inquinamento ha differenti componenti, incluso il particolato che viene prodotto da varie sorgenti incluso il riscaldamento domestico, che non ci aspettiamo diminuire durante il periodo di quarantena”, commenta il ricercatore, aggiungendo che per quanto riguarda il particolato, i valori registrati restano ancora piuttosto elevati. “Dobbiamo mantenere alta la qualita’ della ricerca, arrivare a dei risultati affidabili e, ancor piu in questo periodo delicato, fare in modo che tutti possano beneficiare di un’informazione scientificamente solida”, conclude Fierli.