Coronavirus, bisogna evitare gli assembramenti di persone ma a Venezia fanno l’aperitivo gratis “per ripartire”: una follia che può far dilagare l’epidemia

L’iniziativa potrebbe apparire lodevole, se non fosse per il momento in cui è stata proposta: il nuovo decreto legge sospende riunioni, eventi e manifestazioni per ridurre l'assembramento di persone
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Il coronavirus sta avendo un profondo impatto sul turismo e sull’economia dell’Italia, oltre che naturalmente sulla società e sul servizio sanitario nazionale. Le misure imposte per tentare di arginare la diffusione del contagio nel nostro Paese hanno fatto sì che molte attività risentissero dei contraccolpi delle città svuotate di gente e turisti.

A Venezia, così, si è deciso “di ripartire“: a San Marco drink gratis per chi si ferma nei locali. Tutti i veneziani e tutti i turisti sono invitati a ritornare a passeggiare lungo le Procuratie Nuove e in tutta l’Area Marciana e di fermarsi nei caffè per prendere un aperitivo. Per ogni drink acquistato, uno verrà offerto, secondo l’iniziativa ideata dall’Associazione Piazza San Marco, con il contributo delle imprese che gravitano nell’area e del Comune. L’iniziativa varrà per tutto il mese di marzo, tutti i giorni dalle 17 alle 20.

L’iniziativa potrebbe apparire lodevole, se non fosse per il momento in cui è stata proposta. È stato approvato ieri, mercoledì 4 marzo, il decreto legge del Consiglio dei Ministri sull’emergenza coronavirus. Secondo le disposizioni del decreto, volte a contenere la diffusione del virus e valide fino al 3 aprile, sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting, gli eventi sociali, le manifestazioni, gli eventi di qualsiasi natura, gli eventi e le competizioni sportive, le attività scolastiche e di formazione superiore. L’obiettivo è evitare l’assembramento di persone, per non creare un ambiente in cui il virus sarebbe libero di infettare centinaia di persone in poco tempo.

Un’iniziativa come quella di Venezia, dunque, rischia di ostacolare tutti gli sforzi messi in campo per contrastare l’epidemia, che nel nostro Paese, lo ricordiamo, ha già prodotto oltre 3.000 contagiati e oltre 100 morti, che rendono l’Italia il più grave focolaio in Europa. Così mentre scienziati ed esperti, come Roberto Burioni e Ilaria Capua, invitano a prendere sul serio la situazione e a restare a casa il più possibile per frenare la diffusione della malattia, in una grande città italiana come Venezia, con oltre 250.000 abitanti e terza città in Italia per numero di turisti, viene introdotta una simile iniziativa, che rischia di compromettere la situazione del Veneto ma non solo. La regione, ad oggi, conta 345 casi totali, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile. L’iniziativa di Piazza San Marco potrebbe comportare un ulteriore aumento dei casi, che andrebbe a gravare sui servizi sanitari locali, già fortemente sovraccaricati in tutte le aree d’Italia maggiormente interessate dall’epidemia.

Non è ancora il momento di abbassare la guardia, avvisano gli esperti. L’epidemia in Italia è ancora alla sua fase iniziale, con un andamento esponenziale, e iniziative di questo tipo rischiano di favorire lo sviluppo di nuovi focolai, proprio quello che si sta cercando di limitare in tutti i modi.

Ho la sensazione che molta, troppa gente non abbia capito con che cosa abbiamo a che fare. Forse alcuni messaggi troppo tranquillizzanti hanno causato un gravissimo danno inducendo tanti cittadini a sottovalutare il problema. Non va bene, non va bene, non va bene. La gente in questo momento deve stare a casa“. È la raccomandazione di Burioni che, su Facebook, sottolinea: “Tutto quello che causa un affollamento deve essere evitato. Venezia: aperitivo gratis in piazza San Marco per ripartire. Ma lo avete capito che la gente deve stare a casa altrimenti quello che riparte è il virus?“. “Le persone devono stare isolate o almeno a un metro di distanza. I lavoratori devono operare in un ambiente salubre, se il datore di lavoro non rispetta queste regole ci si può infettare. Non bisognerebbe prendere la metro o i mezzi pubblici affollati altrimenti si accetta il rischio di infettarsi e di infettare anche i propri figli. Bisogna stare a casa”, ha ribadito Burioni in un’intervista a Lapresse.

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