Coronavirus: “Chi fugge dalla quarantena o dalla zona rossa ed è consapevole di essere contagiato rischia fino all’ergastolo”

"Chi vìola le disposizioni e le misure di contenimento per arginare questa emergenza rischia l’arresto fino a tre mesi e la multa fino a 216 euro"
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L’avvocato Daniele Bocciolini è intervenuto ai microfoni di Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus per parlare delle conseguenze legali di chi vìola la quarantena e le disposizioni sul coronavirus.

Il Decreto Legge. C’è un reato ben preciso. Abbiamo un Decreto Legge che contiene queste misure urgenti. Chi vìola le disposizioni e quindi le misure di contenimento per arginare questa emergenza rischia di incorrere nel reato del 650 del codice penale. Questo prevede l’arresto fino a tre mesi e la multa fino a 216 euro. è un reato previsto dal codice penale e il decreto lo richiama espressamente. Chi deve stare in quarantena deve stare in casa. Per i comuni in zona rossa c’è l’obbligo di soggiorno all’interno del Comune e non ci si può avvicinare a quelle città in zona rossa”.

Violazione quarantena e zona rossa. “Ricevo chiamate di proprietari di locali, discoteche, ristoranti che mi chiedono cosa fare. Non solo si rischia il 650. Se un “cretino” che ha avuto contatti diretti con persone infette dal coronavirus e vìola la zona rossa, se entra poi in un pronto soccorso e contamina tutti coloro lì presenti, nei confronti di questo soggetto può incorrere nel reato di lesioni colpose o reati più gravi.  Tutti quelli che violano il contenuto del decreto legge rischiano non solo il 650 ma rischiano tutto ciò che è colposamente legato alle conseguenze dirette del loro comportamento”.

Se una persona in quarantena perché affetto da coronavirus esce di casa cosa rischia a livello penale?  “Basta il dolo eventuale. Se io non comunico che sono contagiato o infetto sono consapevole di poter contagiare qualcuno, accetto il rischio anche dell’evento mortale del soggetto che vado a contagiare. Il reato è ben previsto ed è quello di epidemia e rischia fino all’ergastolo. Parliamo di untore consapevole. Coloro non sanno di avere il coronavirus o altre sindromi ma che hanno avuto contatti diretti con persone che poi si è scoperto stare male devono comunicare questo all’azienda sanitaria locale, fare il tampone e mettersi in quarantena. Se invece queste persone continuano ad andare in giro, in palestra, in questo caso la mia colpa diventa responsabilità colposa come le lesioni colpose se si attacca il virus ad altri soggetti. Si rischiano comunque pene molto alte come l’omicidio colposo o l’epidemia colposa”.

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