Era stato ricoverato lo scorso 29 febbraio. L’anziano 97enne era arrivato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Mantova, inviato dal nosocomio di Cremona, in forte sofferenza per l’emergenza Coronavirus. All’uomo era stata diagnosticata una polmonite interstiziale, a causa della quale si è resto necessario l’isolamento in attesa dell’esito del tampone, risultato poi positivo. Dopo un paio di giorni si era aggravato e le sue condizioni erano rimaste critiche per una settimana. Sembrava non esserci speranza, ma poi il recupero che ha stupito tutti, familiari e operatori sanitari, in assoluta controtendenza con le statistiche sulla malattia.
“Sembrava che non potesse farcela – commenta Maria Luisa Spina, medico della Medicina Generale diretta da Marco Ghirardini, che ha disposto il ricovero del paziente e lo ha assistito insieme alla collega Sara Malagola e agli altri operatori sanitari – invece si è ripreso molto bene. Ha dimostrato una tempra formidabile e una totale autonomia. La sua è una famiglia longeva. Ci ha ringraziati e ha detto all’équipe che siamo i suoi angeli“. Il 14 marzo è stato dunque dimesso e si trova ora in convalescenza, a casa con la propria figlia, in attesa del secondo tampone di controllo, previsto dalle procedure per decretare la guarigione definitiva.
“L’isolamento gli sta già un po’ stretto – racconta la figlia – perché è un uomo ancora molto attivo. Prima della malattia pensava alla spesa, cucinava, non si faceva mancare la passeggiata quotidiana. Non ha mai fumato. Vorrei ringraziare tutta l’equipe di Asola dal profondo del cuore per la professionalità e gentilezza dimostrate nei nostri confronti. Mio padre mi è stato restituito”.