Coronavirus, troppi medici infettati: “Tutelare chi interviene per aiutare”

"Si fa ogni giorno più urgente la necessità di tutelare i medici di medicina generale di fronte all'epidemia, distribuendo i dispositivi di protezione individuali"
MeteoWeb

Si fa ogni giorno più urgente la necessità di tutelare i medici di medicina generale di fronte all’epidemia, distribuendo i dispositivi di protezione individuali”. E’ questo l’appello accorato di Nicola Calabrese, segretario della Federazione italiana medici di medicina generale di Bari, di fronte alle continue segnalazioni di medici infettati dal Covid-19 e costretti alla quarantena, in terapia intensiva o deceduti a causa del contagio. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, a ieri erano 1.116 gli operatori sanitari contagiati in Italia. Oggi è giunta notizia di un medico di medicina generale di Bari che è risultato positivo al tampone.

”In assenza  dei Dpi ai medici dovremo evitare qualunque contatto con i pazienti e non potremo più garantire nessun tipo di assistenza“, continua Calabrese. “Nelle situazioni di emergenza la prima regola è tutelare chi interviene per aiutare. Serve urgentemente che la regione definisca un piano strategico sul territorio per il contenimento dell’infezione coinvolgendo anche la medicina generale”.

Secondo quanto pubblicato il 13 febbraio scorso su Lancet e rilanciato ieri su Salute Internazionale da un articolo del medico specialista in Igiene, Claudio Beltramello, poiché il Covid-19 in Cina è stato trasmesso al personale sanitario anche da casi pauci-sintomatici o del tutto asintomatici: ”Questi risultati – sostiene Calabrese – giustificano misure di protezione aggressive (come occhiali protettivi, maschere FFP2 e camice idrorepellente) per garantire la sicurezza di tutti gli operatori sanitari durante la presenza di un focolaio di epidemia da Covid-19 – o future epidemie – soprattutto nelle fasi iniziali in cui le informazioni sono ancora limitate su trasmissione e potenza infettiva del virus”. 

Condividi