Il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha appena aggiornato il bilancio dei dati dell’emergenza Coronavirus in Italia: oggi sono morte altre 36 persone, portando il totale delle vittime dall’inizio dell’epidemia a 233. Soltanto in Cina, nel mondo, sono morte più persone. Il numero dei guariti è salito a 589 mentre quello dei contagiati è di 5.883: un dato che vede l’Italia sempre più vicina alla Corea del Sud, dove negli ultimi giorni il numero dei contagi sta diminuendo sensibilmente. In questo momento in Italia ci sono 5.061 persone ammalate: di queste 567 sono ricoverate in terapia intensiva, altre 2.651 sono ricoverate in ospedale e 1.843 sono in isolamento domiciliare. La situazione ospedaliera in Lombardia è al collasso: Borrelli ha spiegato che nella sera/notte alcuni pazienti che si trovano in terapia intensiva verranno spostati dalla Lombardia ad altre Regioni (“Piemonte, Liguria, Veneto tra le più vicine“), in base ai piani d’emergenza già determinati dalle istituzioni.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono: 2.742 in Lombardia, 937 in Emilia-Romagna, 505 in Veneto, 201 nelle Marche, 202 in Piemonte, 112 in Toscana, 72 nel Lazio, 61 in Campania, 42 in Liguria, 39 in Friuli Venezia Giulia, 33 in Sicilia, 23 in Puglia, 24 in Umbria, 14 in Molise, 14 nella Provincia autonoma di Trento, 11 in Abruzzo, 5 in Sardegna, 3 in Basilicata, 8 in Valle D’Aosta, 4 in Calabria e 9 nella Provincia autonoma di Bolzano.
Il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro ha specificato che “i morti sono prevalentemente maschi, con un’età media di 81 anni, quasi tutti con due o tre patologie gravi. I sintomi di esordio del Coronavirus sono febbre e difficoltà respiratorie. Consigliamo quindi agli anziani di non uscire di casa se non strettamente necessario, e di non frequentare sale d’attesa mediche, pronto soccorso o altri locali affollati in cui può circolare il virus. Il Coronavirus sta circolando molto in quasi tutta la Lombardia, in alcune zone dell’Emilia Romagna e in modo minore in Veneto. Abbiamo una situazione nazionale in cui vediamo altre città e altre Regioni in cui iniziano a vedersi più casi, per questo gli appelli ai cittadini sono decisivi. Anche dove i casi sono limitati bisogna adottare questi comportamenti, affinché l’infezione si diffonda più lentamente garantendo una migliore assistenza medica. L’andamento ci mostra una crescita, focalizzata soprattutto su alcuni poli, e questo ci spinge a rafforzare interventi e appelli per un supporto assistenziale in quei contesti e intorno a quelle località affinchè la circolazione venga rallentata“.
“Stiamo lavorando insieme alla Protezione Civile” sulla “modalità con cui rappresentiamo i dati”, in modo da “renderli più chiaramente esplicativi”. Lo ha annunciato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, in conferenza stampa alla Protezione civile sull’emergenza Covid-19. “Penso che già domani o al massimo lunedì avremo una rappresentazione che renderà più chiaro l’andamento” dell’infezione, ha aggiunto. “Con il 27 febbraio – ha ricordato infatti Brusaferro – abbiamo adottato dei criteri per cui, in base alle raccomandazioni internazionali, il tampone viene fatto solo ai sintomatici. Questo evidentemente sfalsa il quadro perché cambia il denominatore, quindi alcune percentuali apparentemente mostrano nel nostro Paese una mortalità più elevata”, quando “in realtà – ha ribadito – abbiamo una letalità significativamente più bassa in tutte le fasce d’età rispetto alla Cina”. L’obiettivo quindi è “ricalcolare il denominatore per renderlo omogeneo con i dati che avevamo precedentemente“.
Italia terzo focolaio al mondo per numero contagi
Dopo la Cina e la Corea del Sud, l’Italia e’ ormai il terzo focolaio dell’epidemia di nuovo Coronavirus, per numero di contagi. Se infatti la Cina conta oggi 80.652 casi e la Corea del Sud 7.041, l’Italia e’ al terzo posto, con 5.883, davanti all’Iran, con 5823. Per numero di morti, invece l’Italia e’ il Paese piu’ colpito dopo la Cina. Se infatti in Cina ci sono stati 3.070 decessi, in Italia ce ne sono stati 233 e in Iran 145. Molti meno i decessi in Corea del Sud, dove sono stati 44: il numero relativamente basso si spiega con il fatto che quasi tutti i contagi in Corea del Sud sono collegati a una setta cristiana, nella citta’ di Daegu, i cui componenti non hanno un’eta’ avanzata e dunque il tasso di mortalita’ e’ decisamente meno alto: 0,6% rispetto al quasi 4% italiano. I dati sono della Johns Hopkins University.
Coronavirus – “Qui è guerra”, il drammatico racconto dall’ospedale di Bergamo
Un accorato appello a uscire di casa “solo per le cose indispensabili” per non permettere che l’epidemia di Coronavirus si diffonda e porti gli ospedali a dover gestire un’emergenza sanitaria drammatica, come quella che stanno vivendo in questo momento molti ospedali della Lombardia. Lo ha lanciato sulla sua pagina Facebook il medico chirurgo Daniele Macchini dell’ospedale Gavezzeni di Bergamo “ai non addetti ai lavori” per raccontare “cosa stiamo vivendo a Bergamo in questi giorni di pandemia da Covid-19”.
“Capisco la necessità di non creare panico – scrive il medico – ma quando il messaggio della pericolosità di ciò che sta accadendo non arriva alle persone e sento ancora chi se ne frega delle raccomandazioni e gente che si raggruppa lamentandosi di non poter andare in palestra o poter fare tornei di calcetto rabbrividisco. Capisco anche il danno economico e sono anch’io preoccupato di quello. Però, a parte il fatto che stiamo letteralmente devastando anche dal punto di vista economico il nostro SSN, mi permetto di mettere più in alto l’importanza del danno sanitario che si rischia in tutto il paese e trovo a dir poco “agghiacciante” ad esempio che non si sia ancora istituita una zona rossa già richiesta dalla regione, per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro (tengo a precisare che trattasi di pura opinione personale)”.
Macchini parla di una “situazione a dir poco drammatica. Non mi vengono altre parole in mente. La guerra è letteralmente esplosa e le battaglie sono ininterrotte giorno e notte. Uno dopo l’altro i poveri malcapitati si presentano in pronto soccorso. Hanno tutt’altro che le complicazioni di un’influenza. Piantiamola di dire che è una brutta influenza. E ancora: “Uno dopo l’altro i reparti che erano stati svuotati, si riempiono a un ritmo impressionante. I tabelloni con i nomi dei malati, di colori diversi a seconda dell’unità operativa di appartenenza, ora sono tutti rossi e al posto dell’intervento chirurgico c’è la diagnosi, che è sempre la stessa maledetta: polmonite interstiziale bilaterale”.
“E mentre ci sono sui social ancora persone che si vantano di non aver paura ignorando le indicazioni – prosegue il medico – protestando perché le loro normali abitudini di vita sono messe ‘temporaneamente’ in crisi, il disastro epidemiologico si va compiendo”. Macchini parla di “uno tsunami che ci ha travolto. I casi si moltiplicano, arriviamo a ritmi di 15-20 ricoveri al giorno tutti per lo stesso motivo. Improvvisamente il pronto soccorso è al collasso. Le disposizioni di emergenza vengono emanate: serve aiuto in pronto soccorso. La terapia intensiva diventa satura, e dove finisce la terapia intensiva se ne creano altre. Ogni ventilatore diventa come oro: quelli delle sale operatorie che hanno ormai sospeso la loro attività non urgente diventano posti da terapia intensiva che prima non esistevano”.
Infine l’appello: “Abbiate pazienza anche voi che non potete andare a teatro, nei musei o in palestra. Cercate di aver pietà per quella miriade di persone anziane che potreste sterminare. Non è colpa vostra, lo so, ma di chi vi mette in testa che si sta esagerando e anche questa testimonianza può sembrare proprio un’esagerazione per chi è lontano dall’epidemia, ma per favore, ascoltateci, cercate di uscire di casa solo per le cose indispensabili”. “Magari – prosegue il medico – se avete una normale mascherina (anche quelle che si usano per fare certi lavori manuali) mettetevela. Non cercate le ffp2 o le ffp3. Quelle dovrebbero servire a noi e iniziamo a far fatica a reperirle”. “Alla fine cerchiamo solo di renderci utili per tutti. Ora cercate di farlo anche voi però: noi con le nostre azioni influenziamo la vita e la morte di qualche decina di persone. Voi con le vostre, molte di più”. “Per favore – conclude – condividete e fate condividere il messaggio. Si deve spargere la voce per evitare che in tutta Italia succeda ciò che sta accadendo qua”.