Coronavirus, l’Italia riceve aiuti da Cina, Russia, Cuba e Venezuela ma è abbandonata da USA ed Europa: hanno risposto solo Francia e Germania

Mentre Stati Uniti ed Europa faticano a contenere la pandemia, nazioni prima viste come rivali si stanno facendo avanti per sostenere l'Italia in questa emergenza
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Mentre la pandemia di coronavirus continua a diffondersi, diversi Paesi hanno riportato mancanza di ventilatori polmonari, respiratori, kit per i test, mascherine e altre forniture mediche essenziali per affrontare l’emergenza. L’Italia è il Paese europeo più duramente colpito dal coronavirus finora, dietro nel mondo solo alla Cina, rispetto alla quale ha più vittime. Negli ultimi giorni, in Italia sono arrivati molti aiuti a sostegno del Paese, ma non dalle nazioni dalle quali ce li aspettavamo. L’Europa e gli Stati Uniti hanno fatto ben poco, mentre il sostegno maggiore è arrivato da Cina, Russia, Cuba e Venezuela.

Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC) è il fulcro del meccanismo di protezione civile dell’UE. Monitora i disastri naturali e quelli provocati dall’uomo e quando uno stato membro non è più in grado di gestire la crisi da solo, può rivolgersi ad esso. L’ERCC inoltra l’appello agli altri stati membri, che possono inviare assistenza volontaria, che verrà poi rimborsata dal Paese ricevente.

Lo scorso mese, l’epidemia di coronavirus ha iniziato a diffondersi rapidamente in Italia e il nostro Paese ha fatto appello per ricevere aiuto. “Abbiamo chiesto forniture di attrezzature mediche e la Commissione Europea ha inoltrato l’appello agli stati membri, ma non ha funzionato, ha detto Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Unione Europea. Finora solo Francia e Germania hanno risposto. Il dipartimento della Protezione civile ha informato che “nelle sole giornate di sabato e domenica (21 e 22 marzo, ndr)sono arrivati in Italia da Francia, Cuba, Germania, Cina e Russia respiratori, dispositivi di protezione individuale, attrezzature e personale sanitario“. La Germania si è anche presa carico di alcuni pazienti inviati dall’Italia.

L’Unione Europea però, di fatto, è stata assente per l’Italia. Di certo tutti i governi devono assicurarsi di avere forniture a sufficienza per i loro ospedali, pazienti e personale medico. Ma ci sono molti Paesi europei che non sono neanche remotamente al livello dell’Italia in questa crisi sanitaria, eppure non stanno facendo nulla per aiutarci. Molti di loro hanno ampiamente beneficiato della solidarietà europea in passato.

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Neanche gli Stati Uniti si sono impegnati a sostegno dell’Italia. Anche se i laboratori americani stanno iniziando a produrre quantità maggiori di test per il coronavirus, sono indietro rispetto alla capacità della Cina ed è improbabile che siano in grado di fornire grande aiuto medico ad altri Paesi nel breve termine. Inoltre, mentre Cina, Cuba, Russia e Venezuela stanno aiutando il mondo, gli Stati Uniti stanno cercando di monopolizzare qualsiasi possibile trattamento. Il governo USA ha cercato di comprare una azienda farmaceutica tedesca che potrebbe essere sul punto di sviluppare un coronavirus. Trump avrebbe offerto “grandi somme di denaro” all’azienda in modo che gli Stati Uniti potessero avere i diritti esclusivi al trattamento, che avrebbero poi potuto vendere nel resto del mondo.

Mentre Stati Uniti ed Europa faticano a contenere la pandemia, nazioni prima viste come rivali si stanno facendo avanti per rafforzare la risposta globale all’emergenza. Ora che la situazione in Cina sembra essersi stabilizzata, il Paese si sta mettendo a capo della risposta globale al coronavirus, inviando aiuti a decine e decine di Paesi. I settori pubblici e privati della Cina stanno colmando il gap per quanto riguarda le attrezzature negli stati più in difficoltà. Il governo cinese e Jack Ma, miliardario cinese e co-fondatore di Alibaba Group, ha già inviato dottori e forniture mediche in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Iran, Iraq, Filippine, Stati Uniti e molti altri Paesi. In Italia, oltre alle forniture mediche, sono giunti anche medici che stanno collaborando con i colleghi italiani per trasmettere la loro esperienza e conoscenza dopo la lotta all’epidemia in Cina.

Le azioni della Cina a sostegno dell’Europa mirano a migliorare la sua posizione sulla scena mondiale rispetto agli USA, con i quali continua un’ampia battaglia per l’influenza globale. Il presidente cinese Xi Jinping ha descritto il massiccio dispiegamento di aiuti medici in Europa come un tentativo di promuovere la “Via della Seta della Salute”.

La Russia ha inviato almeno 9 aerei militari con aiuti all’Italia per fare fronte all’epidemia di coronavirus. Dopo una telefonata fra Vladimir Putin e Giuseppe Conte, la Russia ha predisposto l’invio di 100 virologi militari ed esperti di malattie infettive e unità mobili per disinfettare automezzi e spazi pubblici. Gli specialisti russi inviati in Italia hanno maturato esperienze in Africa, nella lotta alla peste suina, e nello sviluppo di un vaccino contro il virus Ebola. Il Cremlino ha precisato che gli aiuti inviati in Italia sono svincolati da qualsiasi condizione politica. Alla domanda dei giornalisti se Mosca si aspetta che l’Italia blocchi la proroga delle sanzioni, dopo aver ricevuto gli aiuti russi, il portavoce del presidente Vladimir Putin ha dichiarato: “No, questo non è assolutamente collegato. Non ci possono essere dubbi su condizioni o calcoli o speranze. L’Italia ha davvero bisogno di più aiuto su più vasta scala”.

Cuba ha inviato un team di dottori e infermieri in Italia. L’isola caraibica invia i suoi “eserciti in vesti bianche” nei siti dei disastri nei Paesi più poveri del mondo dal 1959. I suoi dottori sono stati in prima linea nella battaglia contro il colera ad Haiti e contro l’ebola nell’Africa occidentale. Questa è la prima volta in cui viene inviato un contingente in Italia. Questo è il 6° team di medici che Cuba ha inviato nei giorni scorsi per combattere la diffusione del virus all’estero. Ha inviato contingenti in Venezuela, Nicaragua, Jamaica, Suriname e Grenada. Anche il Regno Unito, uno dei Paesi più ricchi del mondo, ha richiesto l’aiuto di Cuba, per far attraccare una nave da crociera nell’isola. L’isola caraibica ha costruito un sistema sanitario da fare invidia ai Paesi sviluppati con l’aiuto economico dell’ex Unione Sovietica, sebbene alcuni di questi progressi siano andati persi con il crollo del blocco comunista. Molti ospedali cubani sono andati in rovina e i cubani sostengono di avere difficoltà a trovare farmaci, una situazione che secondo il governo dipende principalmente dalle decennali sanzioni americane. Tuttavia, Cuba ha ancora uno dei più alti indici al mondo di medici pro capite, anche escludendo i medici all’estero, e i suoi team medici di soccorso in caso di calamità continuano a migliorare la reputazione di Cuba nel mondo. Nel frattempo, l’isola caraibica sta rafforzando le misure per contenere il contagio.

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