Continua ad aggravarsi l’epidemia di Coronavirus che sta colpendo l’Italia da ormai quasi un mese: nelle ultime 24 ore si sono registrati altri 345 morti, 2.989 nuovi contagiati (crescita record dall’inizio dell’emergenza) e 192 nuovi guariti. Il bilancio complessivo è salito quindi a 31.506 contagiati, 2.503 morti e 2.941 guariti. Le persone attualmente ammalate sono 26.062, così suddivise:
- 12.849 ricoverate in ospedale
- 2.060 ricoverate in terapia intensiva
- 11.108 in isolamento domiciliare
Di seguito la tabella con tutti i dati Regione per Regione:
Coronavirus, morto a Bergamo il primo medico di famiglia: quelli contagiati sono 100
Morto a Bergamo il primo medico di famiglia contagiato da Covid-19. Mario Giovita, 65 anni, era stato ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII nei giorni scorsi. Le sue condizioni di salute, stando a quanto si e’ appreso, sono peggiorate rapidamente e il decesso e’ avvenuto per le complicanze del Coronavirus. A Bergamo i medici di famiglia contagiati sono 100, dicono dalla federazione medici di medicina generale (Fimmg, di cui alcuni in gravi condizioni.
Coronavirus, l’Oms: “l’Europa impari l’approccio dell’Italia
“L’Italia è diventata la piattaforma per il know-how per l’Europa” e il Vecchio Continente dovrebbe imparare dal suo approccio: lo ha affermato Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Organizazzione mondiale della sanita’ (Oms), citato da Bloomberg, sottolineando come mentre i Paesi europei stanno cominciando ad allinearsi nelle strategie per combattere il coronavirus, la regione ha bisogno di piu’ solidarietà.
Coronavirus, Ricciardi: “grazie alla Cina, è l’unico Paese che ci ha inviato aiuti”
“Viva l’Italia, viva l’Unione Europea, grazie Cina“. Lo scrive Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo Oms e consigliere del ministro della Salute, su Twitter, commentando “l’incredibile modo con cui il Governo inglese sta affrontando il problema della carenza di respiratori“. E a Marco Taradash, che gli scrive “Grazie Cina?! Si svegli professore“, Ricciardi risponde: “Con i loro scienziati collaboriamo intensamente ed è l’unico Paese che ci ha mandato mascherine, dispositivi di protezione individuali e respiratori che sono già arrivati in Italia, per questo li ringrazio“.
Coronavirus, un miliardo di studenti a casa in tutto il mondo
Oltre un miliardo di ragazzi non vanno a scuola a causa della pandemia Covid-19. L’Unesco rileva che 959.229.657 fra scolari e studenti universitari in 105 Paesi sono a casa, per la chiusura totale nei loro Paesi di scuole e universita’. L’Unesco aggiorna i dati, in continua crescita. Germania, Maslsia, Messico, Sudafrica, Thailandia, Yemen e Zambia hanno annunciato a loro volta chiusure per tutte le scuole. Altri 551.872.260 studenti e scolari sono interessati dalle chiusure parziali in altri 10 Paesi: Bhutan, Brasile, Canada, India, Filippine, Russia, Gb, Usa (scuole chiuse in 20 Stati), Uruguay e Vietnam.
Coronavirus, Zaia: “tampone non fa male a nessuno, servono misure più dure”
Il Veneto chiede al Governo di “rinnovare, e inasprire” le misure contro la diffusione del virus – “basta passeggiate collettive, e negozi aperti di domenica” – e prosegue nella campagna dei tamponi di massa. Confortato anche dal via libera dell’Oms, che ieri ha chiesto: ‘test, test, test’, sottolinea Luca Zaia. “Un tampone non fa mai male a nessuno – ha detto il governatore – e anche ne trovassimo solo uno positivo, ne eviteremmo altri 10”. Una linea che ha sempre piu’ sostenitori. “Dispiace – ha osservato – che il mondo scientifico si spacchi a meta’ su una cosa di cui non bisognerebbe neanche discutere”. Il presidente veneto ha incassato anche i complimenti di Matteo Salvini: “sui tamponi a tappeto Zaia ha detto che se ne frega del bilancio? Fa bene, in un momento di emergenza economica l’unica cosa su cui non puoi risparmiare e’ la salute. E’ giustificato che i Governatori facciano tutto quello che e’ umanamente possibile”. La Regione e’ partita intanto con i tamponi sulle categorie piu’ a rischio, i 54mila dipendenti del sistema sanitario e i 3.150 medici di base. Poi si andra’ ‘a caccia’ di chi e’ gia’ positivo, ma non lo sa. La delibera’ sui test ‘on the road’ sara’ presentata a giorni. Sul metodo di questa ‘pesca a strascico’ dei contagi da Covid-19 ha fatto chiarezza il prof. Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia di Padova, che guidera’ il piano: “non saranno ‘tamponati’ tutti i veneti, sarebbe uno spreco di risorse. La casalinga che sta bene, ed esce con la mascherina per fare la spesa – ha detto – non ha bisogno del test. Invece i contatti di un malato, quelli si’ sono a rischio. L’obiettivo e’ trovare i portatori sani, chi sta vicino ai contagiati. Se una persona telefonera’ segnalando sintomi da Coronavirus, manderemo i sanitari a fare il tampone a lei, ai familiari e agli inquilini del palazzo. Useremo quelli che stanno male come sentinelle per uno screening diffuso”. Poi si passera’ ad altre categorie a rischio, come i cassieri dei supermercati, o gli impiegati a contatto col pubblico. L’allarme in Veneto pero’ non scende: “non date notizie positive, adesso non ci aiuta” ha detto ai media Zaia, che si e’ scagliato contro il cinismo di alcuni commenti sui decessi: “chi dice ‘muoiono solo anziani’ dovrebbe vergognarsi”. Altro fronte che e’ stato aperto in Veneto e’ quello dei controlli nelle aziende, per verificare che vi siano mascherine, gel sanificanti, e rispetto delle distanze tra i lavoratori. Lo Spisal ha visitato una sessantina di fabbriche, e i primi risultati sono buoni, ha riferito Zaia, aggiungendo che si cerchera’ di controllarne “un centinaio al giorno”.