Da quasi un mese ormai in Italia è scoppiata l’emergenza coronavirus. Il 21 febbraio a Codogno veniva individuato il cosiddetto “paziente 1”, il 38enne giunto in ospedale in condizioni molto gravi. Da allora è scattata la zona rossa in 10 comuni del lodigiano. Poi l’epidemia ha continuato a diffondersi e l’8 marzo è arrivato un altro decreto che estendeva la zona rossa a tutta la Lombardia e a 14 province del Nord Italia. Solo qualche giorno dopo, l’11 marzo, è arrivato il decreto che ha trasformato tutta l’Italia in “zona protetta”, in cui ridurre al minimo gli spostamenti per tentare di arginare il contagio.
I dati dimostrano gli effetti benefici che le restrizioni hanno avuto sui livelli di inquinamento atmosferico in Pianura Padana, in netto calo da febbraio ad oggi. Ma c’è anche un altro settore in cui è possibile apprezzare l’effetto delle misure adottate per contrastare il coronavirus ed è quello dell’energia. Dai dati Terna è possibile notare come siano calati i consumi energetici da febbraio ad oggi a seguito dei decreti (vedi grafici della gallery scorrevole in alto, a corredo dell’articolo).
Prendiamo i dati di lunedì 13 gennaio, quando ancora in Italia il coronavirus era solo una remota minaccia (i primi due casi, una coppia di turisti cinesi, sarebbero emersi solo a fine mese). Quel giorno l’Italia ha consumato 963,8GWh, con un picco di oltre 50GWh alle 17:30. Sabato 18 gennaio, c’è stato un consumo totale di 814,3GWh, con un picco di oltre 40GWh alle 19. Lunedì 10 febbraio, qualche giorno prima che scoppiasse il focolaio del lodigiano, il consumo totale è stato di 947,4GWh, con un picco di quasi 50GWh. Con l’entrata in vigore dei decreti, si può apprezzare un sensibile calo dei consumi. Prendiamo come esempio i primi 3 lunedì del mese di marzo:
- il 2 marzo, il consumo totale è stato di 924GWh, con un picco di 48GWh;
- il 9 marzo, il consumo totale è stato di 880GWh, con un picco di poco più di 45GWh;
- il 16 marzo sono stati consumati 779GWh, con un picco di poco più di 41GWh.
Dai dati di marzo, è facile notare come lunedì 16 marzo i consumi siano stati inferiori a quelli di sabato 18 gennaio. L’effetto della chiusura delle piccole attività, come bar e ristoranti, viene compensato dall’aumento dei consumi domestici, con la popolazione che deve restare a casa il più possibile. Ma le prime attività industriali che hanno iniziato a chiudere giustificano i cali osservati, che hanno portato i consumi di un lunedì (in questo caso 16 marzo) al di sotto dei livelli di un sabato prima che iniziasse l’emergenza. Tra lunedì 9 e lunedì 16 marzo, la differenza nel picco di consumi è stata di 4,5GWh.