In Italia, come ormai nel resto del mondo, si sta cercando di arginare l’epidemia coronavirus, con delle misure drastiche che hanno lo scopo di non sovraccaricare il sistema sanitario, ma anche di prendere tempo per avere delle cure efficaci anche nei casi più problematici.
Ma quali sono i farmaci utilizzati per combattere il coronavirus? Dal punto di vista farmacologico si lavora su più fronti: i nostri alleati hanno già dei nomi, sebbene non sia stata individuata una cura precisa si sa che la medicina farà affidamento su di loro per contrastare il Covid-19. Remdesivir, Lopinavir, Ritonavir e Tocilizumab, ma anche Ribavirina e Clorochina.
Il Remdesivir è stato utilizzato anche nei tre pazienti curati allo Spallanzani, guariti (i due coniugi cinesi e il ricercatore italia, ndr). La sperimentazione clinica era stata accelerata nella speranza che il farmaco attivo anche contro i coronavirus di simili sindromi con polmonite grave (SARS e MERS) potesse costituire un aiuto terapeutico in una situazione di emergenza.
Poi ci sono due farmaci che combinati danno ottimi risultati anche per bloccare l’attività antivirale sul Coronavirus. Loro sono il Lopinavir e il Ritonavir, inibitori delle proteasi virali, messi a punto in passato per bloccare l’HIV: non sono specifici, ma aiutano.
Questi farmaci sono stati utilizzati anche per trattare i due coniugi cinesi ed il ricercatore italiano ricoverati allo Spallanzani in rianimazione e poi guariti.
Si lavora per individuare il dosaggio ottimale non tossico e capire se questo protocollo funziona. Al momento viene fornito alle rianimazioni per il cosiddetto “uso compassionevole” ossia emergenze al di fuori degli studi clinici in corso.
E inoltre vi è il Tocilizumab, un immunosoppressore antagonista dell’IL-6, usato dell’artrite reumatoide. Si tratta quindi di un farmaco appartenente a una categoria completamente diversa, in grado di contrastare l’eccessiva attivazione del nostro sistema immunitario contro il tessuto polmonare, evitando quindi complicanze peggiori e salvando la vita.
In alcuni pazienti la COVID-19 provoca infatti una sindrome da rilascio di citochine, una reazione eccessiva del sistema immunitario. Tale fatto è ritenuto determinante nello sviluppo dell’insufficienza di organi grave che possono poi provocare la morte del paziente. Il farmaco biologico tocilizumab (Actemra), sviluppato da Roche, si è rivelato in grado di inibire i livelli elevati di proteina Interleuchina 6 (IL-6) e potrebbe fermare tale tempesta di citochine.