A Messina sarà coprifuoco. All’indomani del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, il sindaco della città dello stretto Cateno De Luca non fa nessun passo indietro. “La mia ordinanza resta in piedi – dice -. Ribadisco il concetto essenziale di coprifuoco, quello che invece Conte non utilizza, rendendo il suo provvedimento monco. La trasmissione del virus avviene attraverso la circolazione delle persone. Quanto disposto dal nuovo provvedimento del premier non solo lo avevamo già anticipato a Messina, ma avevamo previsto delle disposizioni più incisive, chiudendo di fatto qualsiasi attività, ad eccezione dei generi che veramente costituiscono beni di prima necessità, tra i quali non ritengo possano rientrare i profumi o i cacciavite“.
“In queste 48 ore, faremo quindi solo delle integrazioni di carattere giuridico che saranno rese definitivamente note domani entro le 21“, aggiunge il primo cittadino, per il quale il presidente del Consiglio “a parole dice una cosa ma nei fatti ne fa un’altra. Se in alcune parti le sue disposizioni ricalcano quanto da noi anticipato – continua -, in molti altri punti rendono vani i nostri divieti, unica via per scongiurare la pandemia, che resteranno in vigore“. Tra le principali restrizioni previste nell’ordinanza del sindaco De Luca ci sono la sospensione delle attività, compreso il settore alimentare, artigianale e produzione beni e servizi, il divieto agli spostamenti se non giustificati da autocertificazioni e, comunque, solo per lavoro o comprovate esigenze. E, ancora, ferie d’ufficio per i dipendenti pubblici non legati allo svolgimento di servizi essenziali. Chiusura dei mercati non alimentari, bar, gelaterie, ristoranti. Sospensione di tutti gli studi tecnici e professionali, centri estetici, banche e poste, per le ultime due si chiede, comunque, la garanzia di un servizio minimo essenziale. “Di fatto, seguendo i dettami nazionali, invece che sospendere resteranno aperte banche, poste, edicole, fabbriche, call center, assicurazioni e artigiani – sottolinea il primo cittadino -. Tradotto? L’epidemia che da Nord a Sud sta mettendo in ginocchio il nostro Paese non sarà affatto estirpata. Alle volte è necessario osare, essere impopolari in nome di un bene superiore, quello comune. Messina è una città metropolitana con 250mila abitanti, Codogno ne conta appena 15mila, eppure ha impiegato 15 giorni per arrestare il contagio. Vogliamo davvero attendere che il contagio si diffonda a macchia d’olio – conclude De Luca – o ci rendiamo conto che è necessario agire con responsabilità e severità, limitare adesso i nostri spostamenti al minimo essenziale ed evitare di aggravare la già conclamata pandemia mondiale“.
Messina, il Viminale contesta l’ordinanza del Sindaco De Luca
Dal Viminale arriva lo stop all’ordinanza del sindaco di Messina Cateno De Luca che, l’11 marzo, ha emesso un’ordinanza con cui di fatto anticipava le misure del governo sulla chiusura dei negozi, delegando ai vigili urbani i controlli sul rispetto del provvedimento. Il ministero dell’Interno, secondo quanto si apprende, riterrebbe inefficace la decisione del sindaco. A Messina, dunque, come nel resto del Paese valgono le disposizioni del Governo. De Luca, su facebook aveva annunciato, oltre alla serrata dei negozi che non vendono beni di prima necessita’, anche gli uffici comunali. E il divieto di circolazione per i cittadini tranne che per motivi di salute. “Sono la massima autorita’ locale in tema di sanita‘, – aveva detto – e voglio vedere chi ora crede che stia facendo qualcosa contro legge. Io voglio solo tutelare la mia comunita‘”.