Continua a mietere vittime il coronavirus che in Italia fa sempre più paura. In realtà non solo in Italia: tutto il mondo passo passo si sta arrendendo alla consapevolezza che si tratta davvero di una pandemia e che bisogna attuare le giuste misure di sicurezza. E’ una questione di tempo.
E’ stata diffusa oggi la triste notizia della più giovane vittima italiana: un uomo di 38 anni è deceduto a Brescia. Il giovane, Stefano Amighetti, è morto in seguito al contagio da coronavirus. Era ricoverato da alcuni giorni all’Ospedale di Manerbio, da quanto fanno sapere i genitori, in passato aveva sofferto di problemi respiratori e soffriva di disabilità.
I primi sintomi della malattia sono comprasi la scorsa settimana: febbre sempre alta e tosse. Da lì ricovero sabato 7 marzo e il conseguente tampone: positivo al Covid-19. Il 38enne era affetto da disabilità e il coronavirus ha dunque aggravato un quadro clinico già complesso.
Secondo quanto si apprende Stefano è stato probabilmente contagiato presso la cooperativa Il Gabbiano di Pontevico, il centro per disabili dove lavorava anche il primo caso di coronavirus a Brescia che, in seguito alla confermata positività, è stato chiuso mettendo in quarantena i lavoratori.
Sì: era un paziente con patologie pregresse nonostante la giovane età, ma questo può davvero bastare a tranquillizzarci? Non credo. Tutti meritano di sperare, anche gli anziani e gli immunodepressi: per questo è fondamentale rispettare rigorosamente le norme di isolamento sociale.