Nello Stato di New York sono stati registrati 2.382 casi di contagio da Coronavirus, oltre mille in più rispetto a ieri. Lo ha riferito il governatore Andrew Cuomo, secondo quanto riporta il New York Times, A New York City i casi sono 1.339, con un aumento di 695 casi rispetto a ieri. L’incremento dei contagi rilevati, è stato spiegato, dipende dal maggior numero di test effettuati. Le persone ricoverate in ospedale sono 549, vale a dire il 23 per cento dei positivi. Dall’inizio dell’emergenza sono state dimesse 108 persone.
Dai grandi magazzini alle catene di hotel. Il rischio di contagio da coronavirus a New York mette in ginocchio anche luoghi iconici come il regno dello shopping, Macy’s, che abbassa le saracinesche come Nordstrom, Bloomingdale’s, Neiman Marcus, e come Saks e Bergdorf Goodman sulla Fifth Avenue. In molti hanno deciso la serrata a livello nazionale e non solo nella Grande Mela. “La salute e la sicurezza dei nostri clienti, colleghi e la comunita’ e’ la nostra priorita’ assoluta – ha detto l’amministratore delegato di Macy’s Inc. Jeff Gennette – Di conseguenza in considerazione degli ultimi sviluppi del COVID-19 abbiamo deciso di chiudere temporaneamente i nostri punti vendita”. Anche con la chiusura dei punti vendita fisici, tutti i grandi magazzini continueranno tuttavia la vendita online. Prima dei grandi magazzini avevano deciso di chiudere anche grandi marchi come Converse, Guess, J. Crew, L.L. Bean, Nike, Patagonia, Sephora e Urban Outfitters. Con una decisione senza precedenti, poi, The New York Hilton Midtown, sulla Sesta Avenue, il piu’ grande hotel di New York, ha annunciato che chiudera’ dal 20 marzo. Si tratta di un albergo con quasi 1900 stanze. Stessa decisione per l’hotel di lusso Baccarat. Altre catene come Hyatt, Marriott o Best Western stanno valutando le misure da adottare. Secondo l’American Hotel & Lodging Association nelle prossime settimane si perderanno quattro milioni di posti di lavoro nel settore. Secondo quanto scrive il New York Post, dopo l’11 settembre 2001 il tasso di occupazione degli hotel scese al 74% e al 79% durante la crisi finanziaria del 2008.
Coronavirus, chiude il trading floor di Wall Street
Il coronavirus chiude il trading floor di Wall Street. Il New York Stock Exchange, il simbolo dell’America, annuncia che a partire da lunedi’ 23 marzo gli scambi saranno temporaneamente tutti elettronici. E’ la prima volta che il trading floor fisico del Big Board chiude anche se gli scambi continuano. Le ultime chiusure totali di Wall Street risalgono alla Seconda Guerra Mondiale e all’11 settembre. Si tratta di una decisione sofferta ma legata al fatto che due persone, un dipendente e un trader, sono risultati positivi. I due non hanno frequentato la storica sede del Nyse a Manhattan, al 18 Broad Street, negli ultimi giorni ma, spiega il presidente Stacey Cunningham, si e’ deciso lo stesso di chiudere il floor in risposta a una situazione che si sta evolvendo rapidamente. “Anche se in via precauzionale chiudiamo il trading floor, continuiamo a ritenere fermamente che i mercati debbano restare aperti e accessibili agli investitori”, aggiunge Cunningham, assicurando che “tutti i mercati del Nyse continueranno a operare nelle normali ore di trading anche se il floor sara’ chiuso”. Il Nyse e’ operato da Intercontinental Exchange, che lo ha acquistato nel 2012, ed occupa la sua sede di Manhattan – non lontano dalla famosa statua del toro – dal 1903. Nel corso degli anni con gli scambi sempre piu’ elettronici il Nyse se e’ adeguato con la maggioranza delle contrattazioni lontane dal floor, che resta pero’ uno dei simboli della finanze mondiale.
Coronavirus, Fca sospende la produzione nel Nord America
Le case automobilistiche statunitensi General Motors, Ford e Fiat Chrysler hanno annunciato che sospenderanno la produzione di automobili in Nord America in risposta alla pandemia del nuovo coronavirus. Gli stabilimenti “Big Three” di Detroit negli Stati Uniti, in Canada e in Messico saranno chiusi da giovedi’ 18 marzo, almeno fino al 30 marzo “per pulirli a fondo e proteggere i lavoratori dalla diffusione di Covid-19”, hanno comunicato le aziende. Dopo quella data, la situazione “sara’ rivalutata settimana per settimana”, insiste Gm, mentre Fiat Chrysler promette di fare un rapporto sui progressi compiuti alla fine di questo mese.