Roma rischia come Milano? “Ho paura di sì,” risponde Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore sanità in riferimento all’epidemia di Coronavirus. “Bisogna dire che per ora Milano ha focolai limitati. A Roma iniziano casi di Covid-19 e catene di trasmissione. Bisogna agire prontamente,” spiega all’AdnKronos Salute. A rendere la Capitale vulnerabile al Coronavirus, in particolare, il numero degli “spostamenti” di persone che vengono in città per lavoro. “Bisogna agire prontamente“, ribadisce l’esperto.
Coronavirus: anche a Roma inizia a circolare
“Forse a Roma non capiamo che il virus sta gia’ cominciando a circolare, anche se le catene di trasmissione sono ancora piccole: ne dobbiamo prendere atto, altrimenti arriva il patatrac come a Lodi, solo che stavolta siamo avvertiti“: lo ha affermato a Radio anch’io su Radiouno Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanita’, che ha rinnovato l’invito a ridurre il rischio di contagio. “I giovani escono, aperitivi, locali, bar, pensando che ‘tanto riguarda i vecchi’. Ma anche i giovani hanno madri, padri, nonni, zie… non e’ un’influenzetta, chi lo ha detto anche tra i colleghi ha sbagliato e dovrebbe riconoscerlo. E’ decisivo il prossimo mese, forse i prossimi due. Bisogna attendere, nella ex zona rossa c’e’ un leggero trend positivo. Da qualche indizio preliminare le misure stanno iniziando a dare qualche effetto. I cinesi hanno fatto un grande lavoro, per noi probabilmente non sarebbe realizzabile, dobbiamo affidarci alla responsabilita’ dei cittadini ma usare anche qualche metodo di deterrenza“.
Coronavirus, anche Roma sorvegliata speciale
“Anche se non è di certo ancora chiara la piramide epidemica, tutte le grandi città sono delle sorvegliate speciali e si devono preparare, soprattutto perché avendo le strutture sanitarie più importanti, potenzialmente saranno messe sotto pressione, anche se i casi non si verificano in queste stesse città. Non è detto che Roma” o l’intero Lazio siano le prossime ‘zone rosse’: “In Lombardia l’evoluzione dei contagi è partita dalla provincia di Lodi, e nonostante la vicinanza con Milano, la provincia milanese oggi è solo quarta per numero di casi, dopo il lodigiano, Bergamo e Cremona“, spiega Carlo Signorelli, ordinario di Igiene e sanità pubblica all’università di Parma e all’Università Vita-Salute di Milano. “L’epidemia di Covid-19 ha preso piede con numeri importanti in queste province lombarde, e non a Milano. Dunque la distribuzione dei contagi, per motivi non troppo noti, si è avuta nelle province limitrofe e non nel capoluogo, che però sta passando il prezzo maggiore perché ha le strutture sanitarie più importanti“. “Sul fronte degli ospedali, dunque, anche Roma se arriveranno molti casi sarà congestionata, ma le misure messe in atto in queste ore speriamo evitino proprio che l’epidemia si diffonda. Oggi non possiamo prevedere ma sappiamo che Milano pur essendo la provincia più popolosa è la quarta come numero contagi: le dinamiche di diffusione non sono chiare e logiche come possono sembrare. Guardiamo ora all’effetto delle chiusure e anche all’evoluzione negli altri Paesi europei, in cui probabilmente il contagio scoppierà presto più forte“.