Economia circolare, Italia ancora in prima posizione

L'analisi dello stato dell'arte è contenuta nel secondo Rapporto nazionale sull’economia circolare elaborato da Cen-Circular Economy Network ed Enea
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L’Italia è ancora una volta una campione di economia circolare. L’analisi dello stato dell’arte è contenuta nel secondo Rapporto nazionale sull’economia circolare elaborato da Cen-Circular Economy Network ed Enea che quest’anno verrà presentato in diretta streaming. Lo scorso anno la Conferenza nazionale sull’economia circolare aveva raccolto più di 500 persone tra rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni, imprenditori della circular e green economy e giornalisti in una sala affollata.
Oggi il Covid-19 cambia necessariamente la struttura dell’evento, ma non cancella la presentazione di una realtà, quella dell’economia circolare, che è uno degli asset del futuro del sistema Italia. Domani alle 10,30 il presidente del Cen e della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi assieme al direttore del dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali di Enea Roberto Morabito saranno quindi online sulle pagine ufficiali del Circular Economy Network e della Fondazione per lo sviluppo sostenibile (oltre che sulla pagina facebook del Network) per presentare la fotografia dello stato attuale ma anche dei trend e delle politiche.
Il Rapporto 2020 farà insomma il punto sulle peculiarità di un’attività che vede il nostro Paese ancora al primo posto in Europa per capacità produttiva, e sugli sviluppi e prospettive future.
Alla vigilia del recepimento di un pacchetto di nuove direttive europee e del lancio di un vasto programma europeo di Green deal, è infatti più che mai evidente che l’economia circolare ha un ruolo decisivo: riduce gli impatti ambientali e climatici e genera vantaggi economici e occupazionali, promuovendo il risparmio e l’uso più efficiente e rinnovabile dei materiali e dell’energia.
Focus di quest’anno sarà l’approfondimento sulla bioeconomia rigenerativa, elemento centrale dell’economia circolare che può contribuire sia a consolidare il futuro di settori già di successo, come l’agroalimentare, sia ad aprire nuovi prospettive, in particolare col rilancio sia di siti e di attività industriali dismesse sia di territori considerati marginali.

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