Festa della Donna: 3 italiani su 4 regalano mimose

Per conservare al meglio la mimosa è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone
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Quasi tre italiani su quattro che hanno deciso di fare un regalo per l’8 marzo hanno scelto le mimose: è quanto emerge da una rilevazione on line della Coldiretti in occasione del tradizionale appuntamento che celebra la forza e il ruolo del mondo femminile nella società. Se si indirizza sulle mimose il 73% degli italiani che al tempo del coronavirus non vogliono comunque rinunciare a omaggiare il gentil sesso, un altro 11% – sottolinea la Coldiretti – si orienta su altri fiori mentre solo un 16% preferisce dolci, cioccolatini e altri doni. In ogni caso gli orientamenti di acquisto confermano la forza celebrativa di una giornata che risale al 1908 quando un gruppo di operaie decise di scioperare per vedere riconosciuti i loro diritti, mentre è dal 1946 – spiega la Coldiretti – che in Italia le mimose sono state scelte come il simbolo dell’8 marzo grazie anche alla loro capacità di fiorire in anticipo rispetto alla primavera astronomica. Quest’anno – sottolinea la Coldiretti – la produzione della mimosa è stata fortemente condizionata da un pazzo inverno con temperature elevate che hanno determinato la fioritura già a metà gennaio, con la perdita di circa un terzo dei rametti e un aggravio dei costi a carico di produttori per garantirne la conservazione. I prezzi dei singoli ramoscelli varieranno dai 5 ai 10 euro mentre le piante possono arrivare anche a 60-70 euro. Quelli che verranno regalati – sottolinea la Coldiretti – sono praticamente tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90 per cento della produzione italiana.

Per conservare al meglio la mimosa – consiglia la Coldiretti – è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché – continua la Coldiretti – la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, dalla famiglia al lavoro, la mimosa esprime anche un importante valore ambientale perché – spiega la Coldiretti – è realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono. Dal punto di vista botanico si tratta in realtà un’acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all’unica famiglia delle Leguminose. Le varietà più diffuse sono – precisa la Coldiretti – la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico. La mimosa – conclude la Coldiretti – venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria.

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