Insicurezza alimentare acuta: i punti critici richiedono attenzione urgente, la FAO chiede 900 milioni di dollari

La FAO chiede 900 milioni di dollari per raggiungere 43 milioni di persone vulnerabili e dipendenti dall'agricoltura, a rischio di crescente insicurezza alimentare acuta
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Mentre l’attenzione globale si è concentrata sugli sciami di locuste che hanno attaccato le coltivazioni in Africa orientale, anche altri paesi e regioni si trovano ad affrontare gravi minacce alla sicurezza alimentare e richiedono supporto, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).

Nella richiesta di finanziamento emessa oggi, la FAO chiede 900 milioni di dollari per raggiungere 43 milioni di persone vulnerabili e dipendenti dall’agricoltura, a rischio di crescente insicurezza alimentare acuta in 22 paesi, tra cui Burkina Faso, Ciad, Etiopia, Libia, Myanmar, Siria e Yemen.

Si tratta della componente FAO dell’appello unificato 2020 del sistema delle Nazioni Unite. Non comprende gli ulteriori 138 milioni di dollari che l’Organizzazione sta cercando per i Paesi dell’Africa orientale colpiti dalla recrudescenza delle locuste.

I mezzi di sussistenza della maggior parte delle persone esposte a insicurezza alimentare acuta a livello globale – a causa di conflitti, effetti del cambiamento climatico o difficoltà economiche – dipendono dall’agricoltura“, ha affermato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu.  “Dobbiamo fornire loro gli strumenti necessari per affrontare queste sfide e rafforzare la loro resilienza per risollevarsi“.

Cosa serve affinché siano autosufficienti

L’appello 2020 della FAO delinea una serie di iniziative mirate a incrementare la produzione alimentare locale ottimizzando la nutrizione, rafforzando al tempo stesso la resilienza delle persone a crisi come conflitti, insicurezza, parassiti e condizioni climatiche estreme.

Le attività variano di paese in paese, ma l’obiettivo della FAO è quello di aiutare le persone a produrre cibo nutriente e reddito, nonché a diventare autosufficienti il più rapidamente possibile, il che può avvenire fornendo input agricoli come sementi, attrezzi, fertilizzanti e altri input per le coltivazioni, il ripopolamento del bestiame, fornendo mangimi, cure veterinarie, distribuendo attrezzature per la pesca e assistenza in denaro, affinché le persone possano soddisfare le esigenze immediate continuando a produrre alimenti.

La FAO sta inoltre collaborando con le comunità per aiutarle a rafforzare il loro approccio all’agricoltura e la gestione delle risorse naturali, a incrementare la loro produttività agricola e a implementare strategie di diversificazione dei mezzi di sussistenza.

Prevenire è tutto

L’ultima edizione del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari indica che i fattori dell’insicurezza alimentare acuta sono i conflitti, gli shock legati al clima, le calamità naturali, malattie e parassiti di piante, animali e crisi economica. È evidente che vanno affrontate le cause di fondo.

Investire nella riduzione del rischio e nello sviluppo delle capacità delle persone vulnerabili affinché possano resistere alle crisi prima che si verifichino è un approccio più umano, efficace ed efficiente in termini di costi rispetto al reagire alle conseguenze delle calamità.

L’eccezionale assistenza umanitaria della FAO combina risposte a breve termine con azioni di prevenzione e interventi di costruzione della resilienza a lungo termine, che cercano di rafforzare la capacità di affrontare le conseguenze delle popolazioni vulnerabili prima che si verifichino le crisi.  L’elenco completo dei paesi per i quali la FAO richiede assistenza e ulteriori informazioni sugli interventi umanitari pianificati dall’agenzia delle Nazioni Unite nel 2020 sono disponibili qui.

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