Per via del costante clima mite in Europa, in particolare nel nord e nell’est, lo scorso inverno ha superato di 3,4 ° C la temperatura media della stagione invernale nel periodo 1981-2010 e ha registrato una temperatura di quasi 1,4° C in più rispetto a quella del precedente inverno di caldo record, registrato nel 2015/16. A novembre le previsioni stagionali di C3S avevano già indicato la consistente possibilità di avere un inverno caldo in Europa.
“L’Europa ha vissuto il suo inverno più mite in assoluto. Pur essendo un singolo caso limite, è probabile che questo tipo di eventi siano resi più estremi per la tendenza al riscaldamento globale”, afferma Carlo Buontempo, direttore di Copernicus Climate Change Service (C3S). “Vedere un inverno così caldo è sconcertante, ma non rappresenta una tendenza climatica in quanto tale. Le temperature stagionali, soprattutto al di fuori dei tropici, variano significativamente di anno in anno. Parte del nostro lavoro consiste nel confrontare i dati climatici risalenti all’era preindustriale per definire tendenze climatiche a lungo termine, in modo che, sulla base dei dati C3S, individui, istituzioni e responsabili politici possano prendere decisioni informate tenendo conto dell’evoluzione delle temperature climatiche.”
“Al giorno d’oggi, il ruolo di Copernicus diventa sempre più importante. La Commissione europea si affida ai programmi di Copernicus e ad istituzioni come l’ECMWF per fornire dati operativi di qualità certificata al fine di sostenere lo sviluppo di una società resiliente al clima. Copernicus contribuirà efficacemente all’attuazione in vari settori del Green Deal della Commissione europea“, aggiunge Mauro Facchini, capo dell’Unità di Osservazione della Terra presso la direzione generale della Commissione europea del DEFIS.
Copernicus Climate Change service (C3S), implementato, per conto della Commissione europea, dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine pubblica mensilmente bollettini sul clima che descrivono i cambiamenti osservati nella temperatura globale dell’aria in superficie, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. I risultati riportati si basano su analisi generate al computer che utilizzano miliardi di dati provenienti da satelliti, navi, aeromobili e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Febbraio 2020 temperatura dell’aria superficiale:
- Il mese scorso è stato il secondo febbraio più caldo mai registrato, sia a livello globale che europeo. Solo 0,1° C in meno rispetto a febbraio 2016, il febbraio più caldo in assoluto;
- In Europa, il mese di febbraio è stato più caldo di 3,9° C rispetto alla media di febbraio nel periodo 1981-2010 (0,8° C a livello globale);
- Su gran parte dell’Europa, della Siberia, dell’Asia centrale e sull’Antartide occidentale le temperature sono state al di sopra della media;
- In Alaska settentrionale le temperature sono state al di sotto della media.