Due donne anziane leggono un cartello che notifica la chiusura del centro anziani nel quartiere di Trastevere il 6 marzo 2020 a Roma. L’età media dei pazienti italiani deceduti in relazione a Covid-19 è di 81 anni, erano prevalentemente uomini (numero di donne 28, pari al 26,7%) e in oltre due terzi dei casi avevano tre o più patologie preesistenti . Questo è ciò che emerge da un’analisi dei dati di 105 pazienti italiani, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea che ci sono 20 anni di differenza tra l’età media del deceduto e quella dei pazienti positivi al coronavirus. Gli anziani sono ora isolati nelle case di cura e dopo il divieto di visitare i parenti, le residenze per anziani usano dispositivi elettronici per le videochiamate. Il municipio di Roma ha decretato la chiusura dei centri per anziani per limitare la diffusione del virus. Sedici anziani positivi al virus sono stati trovati in un circolo di bowling nella zona di Bologna.
Chi, più di altri, soffre le conseguenze del coronavirus in Italia sono gli anziani, ovvero coloro che corrono maggiori rischi e quindi ormai da settimane ormai costretti a restare in casa. Ma, con la chiusura delle scuole, sono proprio loro la risorsa indispensabile per i genitori innescando quello che la stessa Senior Italia, la Federazione della terza eta’, definisce un “cortocircuito sociale“. Le indicazioni degli esperti verso gli over 65 sono quelle di restare a casa ed evitare troppi contatti, come avvenuto per esempio a Fondi, in provincia di Latina, dove nei giorni scorsi decine di anziani hanno preso parte ad una festa di carnevale. Proprio oggi una donna di 93 anni, con link epidemiologico a quell’evento, e’ morta all’ospedale cittadino. I centri anziani sono chiusi a Roma come a Rimini, mentre ieri, nel Bolognese, 16 persone di un circolo bocciofilo sono state contagiate. A Jesi, in provincia di Ancona, sono state sospese le visite ad una casa di riposto, attivando per gli ospiti un servizio su WhatsApp tramite tablet per poter fare videochiamate con i propri cari. Ma da qualche giorno ormai i nonni baby-sitter diventano il rifugio per mamme e papa’ di tutta Italia a causa della chiusura delle scuole.
“Una prassi già comune ed essenziale nella nostra società – come spiega il presidente di Senior Italia, Roberto Messina – resasi ancora piu’ indispensabile per tutti quei genitori che comprensibilmente, in questa emergenza, non sanno piu’ come gestire l’equilibrio tra famiglia e lavoro“. “Per questo – chiede Messina – ci sembra strettamente opportuno che si trovi con urgenza la quadra di questo che rischia di essere una sorta di cortocircuito sociale e sanitario. Vanno messe in campo quelle risorse che consentano ai genitori di gestire in questo momento direttamente la cura dei figli senza ricorrere in modo cosi’ indispensabile ai nonni, quali l’incentivazione dello smart working e la predisposizione di voucher per il baby sitting“. Sono molte, in compenso, le iniziative spontanee nate in questi giorni in ogni angolo d’Italia per stare vicini – per quanto possibile – agli anziani. A Sesto San Giovanni, ad esempio, il sindaco Roberto Di Stefano ha promosso la consegna a domicilio di pasti caldi, medicinali e prodotti per l’igiene personale.