Il “Non uscite di casa” che riecheggia su ogni spazio comunicativo di qualsiasi tipo è diventato un tormentone ossessivo-compulsivo nell’Italia del Coronavirus, ma non è certo frutto di un improvviso senso civico ritrovato o di un rispetto di fantomatiche regole in realtà mai imposte. E’ soltanto il risultato della paura. Così l’Italia dopo 4 secoli di scopre ancora una “Colonna Infame“: siamo a Milano durante la terribile peste nera del 1630 e il Tribunale, spinto dalla folla inferocita, condanna a morte due innocenti, Gian Giacomo Mora (barbiere) e Guglielmo Piazza (commissario di sanità), giustiziati in pubblico con il supplizio della ruota, una delle più terribili forme di tortura e pena capitale della storia, dopo l’accusa (completamente infondata) di una donnicciola del popolo, Caterina Rosa. Le due vittime erano diventate il capro espiatorio della tragedia, i due presunti untori del contagio pestilenziale, e le autorità dell’epoca distrussero pure la casa-bottega di Giacomo Mora costruendo al suo posto proprio la “Colonna Infame“, che ha dato il nome al saggio storico con cui Alessandro Manzoni ci ha raccontato tutto.
Un’altra analogia tra la Milano della peste nera del 1630 e l’Italia del Coronavirus del 2020 è proprio nei Promessi Sposi, dove Renzo, mentre cerca Lucia nella Milano infestata dall’epidemia, si avvicina per strada a una vecchia in preda al terrore del contagio, per chiedere informazioni sulla via del Lazzaretto. La donna lo scambia per un untore senza alcun valido motivo e inizia a gridare richiamando una folla inferocita: “l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!”. Renzo scappa con un balzo su un carro ed evita per un soffio il linciaggio della folla, e mentre si allontana urla alla donna: “Ah strega bugiarda! Sta zitta“.
Di streghe bugiarde, oggi, ne abbiamo a palate. Non solo donne ovviamente: tutti appostati alle finestre a cercare l’untore di turno, quello che è uscito di casa e viene etichettato con i peggiori epiteti, dal vivo e sui social dove la rabbia si moltiplica in modo esponenziale, tanto per rimanere in gergo epidemiologico. Poco importa se il decreto del Governo consente di uscire di casa per svariati motivi come il lavoro, la salute, le necessità, ivi comprese le attività motorie o l’acquisto dei giornali. Alla folla inferocita che cerca un colpevole non importa nulla: bisogna stare a casa, e chi esce è un criminale. Non gli arriva neanche che molti di quelli che vedono in giro sono infermieri, medici, poliziotti, carabinieri, farmacisti, corrieri, addetti dei supermercati. Gli eroi che sono costretti a uscire di casa proprio per combattere l’epidemia!
Il nuovo capro espiatorio sono i runner, che si mantengono in forma con una corsetta all’aria aperta: è quanto di più salutare venga raccomandato dalla scienza per combattere ogni tipo di malattia. Ma l’Italia della “Colonna Infame” come reagisce? “Il runner-untore! dagli! dagli! dagli al runner-untore!“, mentre nei tabacchini la gente può tranquillamente acquistare le sigarette e nei supermercati c’è la fila per tanto di quel junk food che viene da star male solo a guardarli. Insomma, dovremmo stare chiusi in casa, a mangiare merda confezionata e bere Coca Cola, fumare sigarette e sentire h24 notizie che alimentano ansia e paura alla TV: dieci giorni così e chi non muore d’infarto sviluppa tumori, diabete, malattie cardio-vascolari. La scienza predica da sempre che la migliore arma per la mantenersi in salute è l’attività fisica all’aperto, con una sana alimentazione. Invece mentre nessuno mette minimamente in discussione la possibilità di bere alcolici o fumare, o di contrastare la sedentarietà, tutti contro il runner-untore: non bisogna uscire di casa. Anche se le leggi lo consentono.
Nell’Italia dell’anti-scienza dilaga la sotto-cultura in materia epidemiologica: non possiamo pretendere che siano tutti virologi, ma non ci vuole la laurea per capire che il problema non è stare a casa o stare all’aperto. Il problema sono i contatti sociali. Ma dentro le mura domestiche di una famiglia con marito magazziniere di un supermercato, moglie infermiera in un ospedale e due figli costretti a casa con la baby-sitter, c’è molto più rischio di contagio rispetto a chi esce da solo a farsi una corsetta senza parlare con nessuno. Da che mondo è mondo, qualsiasi malattia infettiva circola in luoghi chiusi e affollati. Non è il freddo a provocare l’influenza stagionale nei mesi invernali: i virus sopravvivono allo stesso modo con qualsiasi temperatura. L’unica differenza è che d’inverno la gente non sta all’aperto, rimane in luoghi chiusi, con le finestre e le porte sbarrate, e quindi la trasmissione virale è agevolata.
Se l’estate aiuterà a debellare il Coronavirus, non sarà certo rimanendo tutti chiusi in casa: bensì soltanto facendo vita all’aria aperta. Respirando aria pulita. E magari correndo un po’, gettando via i chili di troppo (obesità e sovrappeso sono un altro parametro di rischio molto grave), rinforzando il sistema immunitario. Ma nell’Italia dell’anti-scienza chi si mantiene in forma seguendo le direttive degli esperti viene tacciato come untore, perchè sta “uscendo di casa“. Poco importa se non incontra nessuno, non parla con nessuno, rispetta il distanziamento sociale che è l’unica norma imposta dal Governo. E’ un untore punto e basta. E noi siamo tutti Caterina Rosa, o la stregaccia di Renzo: donnacce impaurite che scaricano le proprie psicosi sul primo che passa. Senza motivo.
A tutti questi idioti–paladini dell’ignoranza sfugge che stare a casa non serve a sconfiggere il Coronavirus: tutte le aziende, le fabbriche, gli uffici, le attività produttivesono regolarmente aperte. Sono aperti gli uffici postali, le banche, le finanziarie, le edicole, le lavanderie, i tabacchini, ovviamente supermercati e farmacie, ma anche ristoranti e pizzerie che fanno servizio a domicilio, le ottiche, le profumerie. Sono aperti persino i ferramenta e i negozi di vernice, che devono rifornire gli artigiani liberi di lavorare. Perchè tutti dobbiamo stare a casa ma se vuoi pitturare il salotto l’imbianchino può venire.
Insomma, non è affatto vero che il Governo ha chiuso tutto: e se da un lato al Sud, dove abbiamo il 20% di disoccupati e il 70% di impiegati nella pubblica amministrazione, effettivamente le città sono vuote e desolate, dall’altro nel Nord produttivo dove il 60% dei lavoratori è impiegato in aziende private, fabbriche e imprese, non è cambiato quasi nulla con i decreti del Governo. Ogni mattina bus, treni e metropolitane sono affollati di gente che magari preferirebbe anche starsene chiusa in casa, ma è costretta ad andare a lavorare. E così mentre a Reggio Calabria le forze dell’ordine redarguiscono persino chi va a fare un’escursione in campagna sulle colline, chi in solitaria si mette la muta e si fa un tuffo subacqueo (potrebbe infettare un pesce spada dello Stretto?!?) o va semplicemente in edicola a comprare il giornale, invece a Parma, Novara o Verona continua la vita normale perchè la società gira intorno a aziende, fabbriche e imprese che sono tutte regolarmente aperte.
E c’è persino chi stra-parla di ridurre gli orari dei supermercati (così si aumenta la folla nei momenti di apertura, e quindi aumenta il rischio di contagio!) o di tagliare ancora treni, navi, aerei, bus. Così le folle saranno sempre più concentrate e l’epidemia sarà ancora più agevolata. L’anti-scienza pura.
Molti scienziati l’hanno già sottolineato in più occasioni: le misure stringenti non servono, se non si fanno tamponi a tappeto. Il modello è quello della Corea del Sud, che non ha bloccato nulla: si è limitata a chiudere le scuole, ma ha fatto oltre 450.000 tamponi andando a trovare tutti i positivi asintomatici e bloccando la circolazione dell’epidemia. Hanno fatto i tamponi a tutti i residenti nelle zone colpite, e messo in quarantena i positivi anche se non presentavano sintomi. Stavano bene, non avevano una linea di febbre, ma per 14 giorni non potevano uscire di casa. L’epidemia si è fermata. Hanno trovato fino ad oggi 8.652 positivi, e hanno avuto appena 94 morti dimostrando che il Coronavirus in realtà ha un tasso di mortalità dell’1%. In Italia abbiamo 3.405 morti, significa che ci sono già oggi circa 300 mila contagiati. Ma noi stiamo facendo pochissimi tamponi e i casi noti sono appena 41 mila: la stragrande maggioranza dei contagiati sono asintomatici e continuano a fare la vita normale, vanno al lavoro, salgono in metropolitana, infettano ogni giorno tanta altra gente, inconsapevoli di essere positivi. Così mentre stiamo chiusi dentro casa, l’epidemia galoppa, l’economia si ferma in modo sempre più grave (provocando un’altra catastrofe che determinerà morti, sofferenze e povertà) e soprattutto non abbiamo una strategia di uscita. Passerà Marzo, poi Aprile, poi Maggio. Stiamo aspettando il picco che doveva essere la scorsa settimana, poi questa, ora la prossima. Ma se non iniziamo a fare tamponi a tutti, non ne usciremo davvero mai più.
Tutto ciò mentre il Governo più inadeguato della storia continua a rincorrere l’emergenza (un mese fa era “tutto sotto controllo“, bisognava combattere “l’allarmismo e la paura“), e la gente se la prende con chi si fa una beata e innocua corsetta. Tuttavia lo stesso Manzoni lo scriveva nella Storia della Colonna Infame: “L’ignoranza in fisica può produrre degl’inconvenienti, ma non delle iniquità; e una cattiva istituzione non s’applica da sè“.
Isterici, odiatori-seriali, scientificamente ignoranti e privi di un briciolo di buon senso. Tanto i governanti quanto il popolino.