Meteo amarcord, Genova 3 marzo 2005: esattamente 15 anni fa la più grande nevicata degli ultimi 50 anni [GALLERY]

Un tempestiva e rara sequenza di aria gelida continentale e una intensa perturbazione più mite mediterranea, la causa di una nevicata memorabile con 20/30 cm fin sopra il mare
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Il capoluogo ligure, benché località costiera, non è affatto estraneo al fenomeno nevoso e vale la pena evidenziare brevemente il perchè. Il Golfo Ligure è spesso sede di minimi depressionari profondi, specie quando l’aria fredda in quota irrompe dalla Valle del Rodano, ciò per la sua particolare conformazione “a gomito chiuso”, incentivante una curvatura ciclonica delle correnti. Naturalmente, un minimo depressionario al suolo, spesso collocato proprio a ridosso del capoluogo, può facilmente richiamare, nei bassi strati, aria dai settori settentrionali interni. Se questi, come capita spesso in inverno, sono freddi per effetto catino (il famoso cuscino freddo del “catino padano”, intrappolato nei bassi strati della Pianura Padana, a causa dei rilievi alpini e appenninici tutto intorno che impediscono importanti movimenti d’aria ) l’aria fredda nei bassi strati può raggiungere anche Genova. Il capoluogo, per di più, è più esposto delle altre località costiere alle correnti più fredde da Nordest, alla cosiddetta bora scura, poichè i rilievi appenninici collocati appunto a Nordest della città, sono più bassi rispetto al resto dei rilievi circostanti. Per questo il cosiddetto “travisamento” dell’aria fredda padana riesce più facile sul capoluogo, specie se vi è un minimo al suolo che richiama con forza queste correnti dai settori interni. 

Ciò premesso, a favorire l’evento che caratterizzò la storica nevicata del 3 marzo del 2005, furono tutti questi fattori descritti, ma con una circostanza ulteriore e questa magari meno consueta: una ingente irruzione di aria fredda continentale, proveniente direttamente dalla Russia, e che interessò quasi tutta l’Europa, compreso il bacino centro settentrionale del Mediterraneo. Si trattò di una irruzione non molto duratura, nell’ordine di qualche giorno, ma una delle più possenti in termini di gelo che abbia mai riguardato la nostra penisola. Come visibile dalla prima immagine, la barica che poi comportò l’irruzione di gelo maggiore, si ebbe nei giorni precedenti la nevicata, ossia tra l’1 e il 2 marzo. Un intenso nucleo di aria gelida staccatosi letteralmente dal Circolo Polare Artico, si portò verso la Russia Europea e il settore Baltico, ma con nuclei molto freddi in propagazione a tutto il resto dell’Europa, con esclusione soltanto dei settori meridionali mediterranei. Naturalmente, proprio tra il Sud Mediterraneo e il Nord Africa, ossia sul limite meridionale dell’azione pressante dell’aria fredda, si andava formando una estesa bassa pressione in conseguenza del sollevamento dell’aria esistente a opera di quella pesante e fredda proveniente da Nord.  Proprio la circolazione depressionaria afro-mediterranea, richiamò ulteriore aria gelida nei bassi strati dai settori continentali, riversandola lungo tutta la penisola. 

 Dalla seconda immagine, riportante i valori termici alle quote medio-basse, intorno ai 1400/1500 m circa, si evince bene lo spessore dell’aria fredda in questione. Isoterme di -4/-6°C sulle aree estreme meridionali e via via verso Nord, -8/-10/-14°C e persino -16°C sull’estremo Nordest. In corrispondenza del Golfo Ligure e del capoluogo Genova, le isoterme raggiunsero valori fino a -11/-12°C  con persistenza fino a gran parte del giorno 2.

Con il progredire dell’aria fredda verso Ovest, anche la barica mutò, per conseguenza dell’impatto dell’aria fredda con i bassi strati più tiepidi. Basse pressioni ancora più profonde ed estese iniziarono a  scavarsi sull’Europa centro occidentali, nei pressi della Germania, poi via via soprattutto in corrispondenza della Francia. Proprio una profonda bassa pressione francese, poi in estensione e in spostamento verso il Mediterraneo centro settentrionale e alto Tirreno, fu un’altra delle cause primarie del fenomeno impetuoso che si abbattè sul capoluogo Ligure. Proprio tra la sera del 2 marzo, la notte sul 3 marzo e poi per tutto il giorno 3, una bassa pressione con perno principale sul Sud della Francia, Provenza, Golfo del Leone, richiamò dai settori sud-occidentali mediterranei e dall’entroterra algerino-tunisino, aria molto più mite che, in risalita lungo il Mediterraneo occidentale e l’ Alto Tirreno, si caricò di enorme umidità condensando in maniera veemente all’impatto con i primi rilievi della costa ligure, soprattutto centrale. Si ebbe, quindi, un’avvezione improvvisa di aria calda e molto umida che si andò a scontrare con aria fredda che permeava tutti gli strati sulla colonna di Genova, ancora fino alle quote medio-basse.

Dall’ultima cartina termica intorno ai 1400 m, si evince come la temperatura fosse ancora piuttosto fredda, nonostante l’avvezione di aria calda dai settori meridionali, con una termica di -4°C insistente in corrispondenza proprio del Capoluogo Ligure. Ma se fosse stato solo per quei valori alle quote medio-basse, non sarebbe stata sufficiente la temperatura per far nevicare sul capoluogo Ligure. A giocare un ruolo determinante, fu l’aria fredda imprigionata nei giorni e nelle ore precedenti nel  “catino padano” è richiamata da un sotto minimo depressionario nel frattempo scavatosi sul Golfo Ligure per ragioni orografiche peculiari di quella parte dell’Alto Tirreno, aria fredda nei bassi strati che si riversò fino al suolo e in prossimità della costa. Con una colonna termica fredda praticamente fino a 7/800 m e con ulteriore afflusso di aria fredda dal “catino padano” fino in prossimità del suolo, si concretizzò quel cocktail ideale per la neve possente fin sulla costa centrale Ligure. Una nevicata memorabile, di ben 15/18 ore, in un quadro termico addirittura di 1/2° inferiori allo 0° fin sulla costa, e con vento teso a tratti forte di Bora “scura” che diede alla nevicata anche una connotazione tipica di bufera. Probabilmente una delle nevicate più importanti degli ultimi 50 anni per Genova, con inizio nella notte tra il 2 e il 3 e con persistenza per gran parte del giorno 3, scaricando al suolo una media di 20/30 cm fino al centro città, ma accumuli locali anche verso i 35 cm e oltre.

Riviviamo quel giorno memorabile per il capoluogo ligure con le immagini a corredo dell’articolo. 

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