“E’ primavera dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento“: è quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti in occasione dell’equinozio di primavera scattato alle ore 04:50 di oggi 20 marzo, sulla base dei dati Isac Cnr. “Il risultato è un anticipo di maturazione lungo tutta la Penisola delle primizie di primavera che possono aiutare gli italiani a rafforzare il sistema immunitario e a mantenerlo efficiente” contro il Coronavirus. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi Milano “la miglior alimentazione per il nostro organismo, quella che più potrebbe aiutarlo ad affrontare un’infezione da coronavirus, è quella mediterranea. Consiglio di consumare alimenti ricchi di vitamina B e C, e oligominerali, come lo zinco”.
“Il caldo fuori stagione – sottolinea la Coldiretti – ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante tuttavia verificare sempre l’origine nazionale delle primizie offerte in etichetta che – precisa la Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche piu’ freschi e durano di piu’. Nei banchi dei mercati ci sono già in grande anticipo – sottolinea la Coldiretti – i gustosi asparagi del Veneto, i piselli della Puglia e le nespole della Sicilia ma in abbondanza anche carciofi, fragole, fave, zucchine e tutte le erbe spontanee tipiche della primavera.”
“Ma l’inverno 2020 – sottolinea la Coldiretti – ha anche lasciato l’Italia a secco con la caduta in media del 42% di acqua in meno nel periodo con una punta del -80% nel mese di febbraio e l’allarme siccità nelle campagne. A preoccupare – continua la Coldiretti – è infatti la situazione dei bacini idrici con il livello idrometrico del Po che è sceso al Ponte della Becca è di -2,5 metri, lo stesso di metà agosto scorso ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi come quello di Como che ha una percentuale di riempimento del 16% e quello d’Iseo del 24%. Si aggrava, in particolare, la situazione in Puglia dove le risorse disponibili ammontano a circa 147 milioni di metri cubi: circa la metà rispetto ad un anno fa mentre in Basilicata mancano all’appello oltre il 30% delle disponibilità idriche di un anno fa, analogamente a quanto sta accadendo in Calabria mentre la situazione è a macchia di leopardo in Sicilia, secondo l’Anbi.
Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende – sottolinea la Coldiretti – l’acqua necessaria per la crescita primaverile delle colture. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque – continua la Coldiretti – i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale.”