Le due forti scosse di terremoto di magnitudo 5.5 e 5.0 che stamattina nel giro di pochi minuti (ore 06:24 e 07:01) hanno colpito Zagabria, la Capitale della Croazia, sono soltanto l’ultimo importante movimento sismico degli ultimi giorni nell’area Italo-Balcanica. Innanzitutto bisogna specificare che a Zagabria, tutto sommato, è andata bene. Perchè 37 minuti sono un istante geologico, e se l’energia sprigionata in due scosse fosse stata invece concentrata in un unico sisma, allora staremmo commentando una catastrofe con gravi conseguenze anche in Slovenia e Friuli Venezia Giulia. Fatto sta che a Zagabria l’Ospedale è inagibile, i pazienti sono in attesa di una sistemazione, e c’è molta paura non solo per l’epidemia di Coronavirus che adesso potrebbe dilagare (i casi accertati al momento sono 235, con una vittima), ma soprattutto per l’ondata di gelo in arrivo da stasera. Dalla Russia, infatti, arriverà il famigerato Burian che nella notte farà crollare la temperatura a -5°C in città, e da domani inizierà a nevicare, dapprima in modo debole, ma poi tra Martedì, Mercoledì e Giovedì in modo intenso, con abbondanti accumuli al suolo.
Per quanto riguarda i terremoti, non bisogna dimenticare quello che sta succedendo tra Italia e Balcani ormai da giorni, settimane e mesi.
Stamattina, poche ore dopo la scossa di Zagabria, c’è stato un terremoto di magnitudo 3.5 sull’Etna, in Sicilia, distintamente avvertito fino a Catania, Giarre e Acireale, sulle coste joniche. E nella notte tra Venerdì 20 e Sabato 21 Marzo, la Grecia Jonica è stata scossa da un terremoto di magnitudo 6.2 che era stato avvertito in tutto il Sud Italia, soprattutto in Puglia e Calabria.
Poche ore prima, nella stessa notte, un terremoto di magnitudo 3.5 aveva colpito il Centro Italia, sull’Appennino abruzzese, distintamente avvertito a L’Aquila, Rieti, Teramo, Ascoli Piceno, Terni, Avezzano e persino nelle zone più orientali di Roma.
A proposito della Calabria, nella notte tra Lunedì 16 e Martedì 17 Marzo avevamo avuto lo sciame sismico della costa tirrenica, con diverse scosse di magnitudo superiore a 3, la più forte di magnitudo 3.9, che hanno mandato nel panico la popolazione di Lamezia Terme, Falerna e Amantea.
Ed esattamente una settimana da, Domenica 15 Marzo, nel basso Tirreno s’è verificato un terremoto di magnitudo 4.1 tra Napoli e Palermo.
Ovviamente tutti questi terremoti non sono direttamente collegati tra loro: rispondono a dinamiche in parte differenti, come quelle vulcaniche dell’Etna, quelle del grande Terremoto del Centro Italia che continua a provocare scosse sia a Nord che a Sud degli epicentri del 2016, quelle dello sprofondamento dell’antico oceano della Tetide, che si inflette sotto la Calabria e sprofonda sotto il Tirreno provocando scosse a grande profondità.
Però non bisogna dimenticare che tutti questi movimenti rientrano nell’attuale quadro tettonico/cinematico del Mediterraneo centrale, con un costante movimento dell’Italia verso i Balcani: il terremoto di magnitudo 6.5 che il 26 Novembre 2019 ha colpito l’Albania provocando 51 morti e 3.000 feriti a Durazzo e Tirana rientra pienamente in questa logica geologica.
Ovviamente non è possibile fare alcun tipo di previsione precisa e specifica sulla tempistica di nuove scosse, che però sappiamo che ci saranno. Dalla Calabria al Friuli Venezia Giulia, passando per Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Campania e tutta la fascia Balcanica, è doveroso mantenere alta l’attenzione e non dimenticare, nell’emergenza Coronavirus che certamente durerà ancora a lungo, di praticare anche le dovute attività di prevenzione anti-sismica. Perchè il terremoto non aspetta.