Che fare in caso di febbre, mal di gola o raffreddore? Restiamo in attesa che passi e speriamo che non sia Coronavirus, oppure ci facciamo controllare? Ecco la storia di un ragazzo romano di 28 anni, che si è trasferito da quindici giorni a Milano. “Mi sono svegliato lo scorso martedì mattina con i brividi e 38,5 di febbre – racconta a LaPresse – Ero un po’ preoccupato, ma soprattutto dubbioso. Ho chiamato subito il numero verde della Regione Lombardia. Dopo quattro o cinque telefonate mi hanno risposto. L’operatore è stato molto gentile. Mi ha chiesto se avessi avuto contatti con persone risultate positive al virus. Gli ho risposto: ‘No, che io sappia’. Ho descritto che cosa avevo e mi è stato detto che per quei sintomi loro non avevano indicazione di fare il tampone. Mi ha prescritto una terapia molto semplice e delle precauzioni da adottare“. Al giovane, dunque, è stato chiesto di “Stare a casa” e di “chiamare il 112, ma solo se fossero insorti sintomi respiratori gravi“.
“Mercoledì sono peggiorato, mi è venuta una forte tosse. Non potevo andare dal medico di base perché non sono residente a Milano e anche perché hanno dato indicazione di non intasare gli ambulatori. Così ho chiamato una guardia medica privata, per capire lo stato dei polmoni. E’ arrivata in un paio d’ore con una mascherina. I polmoni erano liberi per fortuna, mi ha prescritto del cortisone e un antibiotico. Ho speso 200 euro, ma almeno mi sono tranquillizzato”.
Dopo quasi una settimana per il 28enne sono iniziati i miglioramenti. Intanto, racconta senza celare un filo di ironia, ho letto pochi giornali e guardato poca tv. “Non sapremo mai se ho avuto il Coronavirus o meno… Pace, ora non mi interessa più!“. Perché questo è il punto: non si sa se lo abbia avuto o meno. Ma ormai è andata.